C’è un festival a Milano che ha ispirato alcuni studenti del III anno del Corso di Laurea in Design per la Moda del Dipartimento di Architettura. Si chiama Fashion Film Festival e indaga sul rapporto tra Cinema e Moda e le inevitabili implicazioni scaturite da questo scambio nei nuovi trend. Stesso binomio che costituisce il fil rouge della rassegna dal titolo “Movie Manner” che dal 12 aprile sta aprendo le porte ad una riflessione sul linguaggio e sull’universo delle immagini che trattano di moda che a sua volta rappresenta un altro mondo di cui discutere. “Hanno fatto tutto loro. Hanno ideato, creato, organizzato, promosso la rassegna – spiega la prof.ssa Alessandra Cirafici – Io ho solo supervisionato la loro iniziativa sempre al fine di condurre una didattica non canonica, alternativa, basata anche su esperienze creative che coinvolgono direttamente i ragazzi”. Si tratta di un cineforum realizzato su quattro film che trattano quattro tematiche diverse e a cui seguono incontri e dibattiti sui linguaggi creativi e sulle tendenze. “Il Fashion Movie rappresenta oggi uno degli ambiti di sperimentazione più interessanti sui linguaggi visivi contemporanei”, scrivono gli ideatori che hanno pensato anche a realizzare locandine e flyer per la promozione e diffusione dell’evento. Due proiezioni già sono state fatte ed altre due sono in programma per il 10 e il 17 maggio alle 16 nell’aula Emanuele Carreri del Dipartimento aversano. “Abbiamo parlato di Suggestione nella prima pellicola ‘The Neon Demon’ di Nicolas Winding Refn – racconta la laureanda in Design per la Moda Sara Coscione – Si tratta di un horror sulla moda e, in particolare, sulla bellezza che può trasformarsi in un demone e in qualcosa di malvagio. In questo senso ci siamo soffermati sui contrasti e sugli aspetti meno nobili della moda. Nel secondo incontro su Moda Arte e Città, invece, abbiamo proiettato un documentario sulla vita dello stilista giapponese Yohji Yamamoto, diretto da Wim Wenders nel 1989, ‘Appunti
di viaggio tra moda e città’. Da questo secondo incontro abbiamo cominciato a soffermarci sugli abiti di scena, sui costumi e quindi sulla storia della moda”. Accanto ai lungometraggi sono stati scelti anche dei corti e degli spezzoni cinematografici che sono stati selezionati per il festival milanese nell’ultima edizione o che semplicemente sono piaciuti ai ragazzi. C’è tanto da pescare, ad esempio, nelle scene e nei vestiti d’epoca da Oscar de ‘Il Grande Gatsby’ o ne ‘Il ritratto di Dorian Gray’, nei costumi tradizionali rappresentati in ‘Memoria di una Geisha’ o in quelli storici di ‘Cleopatra’ o ‘La Dolce Vita’. “Film che hanno lanciato mode e in cui gli abiti sono stati i veri protagonisti”, commenta Sara che in questo progetto ha condiviso ansie ed aspettative con gli amici e colleghi Nunzia Buonpane, Pasquale Conte, Maria Giuseppa Leone, Simona Licciardiello e Alessandra Migliore. La rassegna proseguirà il 10 maggio con il terzo incontro sul rapporto tra Moda e Mass Media percepito nella biografia della giornalista Diana Vreeland che conquistò sul campo l’appellativo di ‘Imperatrice della Moda’, dettando regole di gusto ed eleganza a un’intera generazione di celebrity. E terminerà il 17 maggio con la proiezione di ‘The Danish Girl’ di Tom Hooper che affronta la spinosa tematica delle questioni di genere. Movie Manner fa dunque guardare film che forse abbiamo visto decine di volte da un’altra altrettanto valida prospettiva e fa cogliere la bellezza della moda che, malgrado pregiudizi ed apparenze, è pur sempre una forma di comunicazione, un linguaggiocon una propria grammatica, un veicolo per fare Cultura.
di viaggio tra moda e città’. Da questo secondo incontro abbiamo cominciato a soffermarci sugli abiti di scena, sui costumi e quindi sulla storia della moda”. Accanto ai lungometraggi sono stati scelti anche dei corti e degli spezzoni cinematografici che sono stati selezionati per il festival milanese nell’ultima edizione o che semplicemente sono piaciuti ai ragazzi. C’è tanto da pescare, ad esempio, nelle scene e nei vestiti d’epoca da Oscar de ‘Il Grande Gatsby’ o ne ‘Il ritratto di Dorian Gray’, nei costumi tradizionali rappresentati in ‘Memoria di una Geisha’ o in quelli storici di ‘Cleopatra’ o ‘La Dolce Vita’. “Film che hanno lanciato mode e in cui gli abiti sono stati i veri protagonisti”, commenta Sara che in questo progetto ha condiviso ansie ed aspettative con gli amici e colleghi Nunzia Buonpane, Pasquale Conte, Maria Giuseppa Leone, Simona Licciardiello e Alessandra Migliore. La rassegna proseguirà il 10 maggio con il terzo incontro sul rapporto tra Moda e Mass Media percepito nella biografia della giornalista Diana Vreeland che conquistò sul campo l’appellativo di ‘Imperatrice della Moda’, dettando regole di gusto ed eleganza a un’intera generazione di celebrity. E terminerà il 17 maggio con la proiezione di ‘The Danish Girl’ di Tom Hooper che affronta la spinosa tematica delle questioni di genere. Movie Manner fa dunque guardare film che forse abbiamo visto decine di volte da un’altra altrettanto valida prospettiva e fa cogliere la bellezza della moda che, malgrado pregiudizi ed apparenze, è pur sempre una forma di comunicazione, un linguaggiocon una propria grammatica, un veicolo per fare Cultura.