Sette mesi da Ministro della Funzione Pubblica e dell'Innovazione nel governo Prodi. Sette mesi intensi, defaticanti, "ma anche molto stimolanti", afferma. così il prof. Luigi Nicolais, docente di Ingegneria al Federico II e "scienziato Ministro", come affermò Prodi all'atto del suo insediamento, commenta ad Ateneapoli in un'intervista avvenuta il 27 dicembre, data in cui il prof-ministro festeggiava un compleanno particolare: "l'anno ebbi un importante riconoscimento dal presidente della Repubblica Ciampi: la nomina a Grande Ufficiale, unico campano fra i 60 scienziati italiani più citati al mondo". Una bella soddisfazione. Dopo sette mesi che bilancio trae, Ministro? "Sono stati mesi molto duri, con una legge Finanziaria, la più dura da molti anni a questa parte, dai tempi del governo Amato nel ' 92, ma ora saremo finalmente impegnati a governare il Paese". "Ora vedremo finalmente che finanziaria è. Nessuno se l'è ancora letta. Nei prossimi giorni tutti avranno una bella sorpresa: prima di tutto in busta paga, dove registreranno un lieve aumento degli stipendi; quindi i 7 miliardi del cuneo fiscale, 14.000 miliardi di vecchie lire per le imprese, di cui nessuno parla". Deve però ammettere che ci sono stati tagli pesanti, per tutti. Cosa pensa ad esempio dei tagli alle Università? "Non è stata colpita, purtroppo, solo l'Università. Ma anche gli autonomi, gli statali, i ministeri. Abbiamo avuto tagli medi del 10%. Occorreva però rimettere in ordine i conti dello Stato. Probabilmente, si sarebbe dovuto riservare maggiore attenzione e sensibilità, riguardo le Università; peso, soprattrutto, ai tagli intermedi su cui forse si doveva riflettere meglio. Ma dalla ricerca giungeranno nuovi finanziamenti anche alle Università". In questi 7 mesi, duri, non sono mancate le soddisfazioni. "Certo". Primo: "ho avuto i fondi per introdurre nei contratti di lavoro la valutazione, la mobilità e il salario accessorio legato alla produttività nella pubblica amministrazione". Iniziativa che fa seguito a due decreti da lui promossi :"la licenziabilità nella Pubblica Amministrazione, per i reati di corruzione, concussione e pedofilia; e sui tempi certi in tutte le pratiche della Pubblica Amministrazione che introduce anche la multa per gli impiegati inefficienti".
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Quindi: “abbiamo messo insieme tutti i momenti di formazione in una sola Scuola della Pubblica Amministrazione, su un modello francese, quello dell’ENA. Sempre su mia proposta”. Altro grande successo “il progetto Industria 2005, con obiettivo lo sviluppo economico e l’innovazione nell’e-government e nell’innovazione di impresa. Dove siamo insieme: io, il Ministro allo Sviluppo Bersani e quello all’Università Mussi. Un miliardo e 100 milioni di euro in 3 anni i fondi destinati”. E poi “progetti di innovazione strategica per il Paese, come la carta di identità elettronica”. “Guardo i problemi da punti di vista diversi: come uomo di governo e come tecnico. Un ruolo cruciale, ma anche con responsabilità forti”. Docente, appunto, con competenze scientifiche insieme a quelle maturate come amministratore pubblico quando era Assessore regionale alla Ricerca scientifica in Campania. Come è stato il passaggio da accademico a Ministro? “All’inizio mi ha creato un po’ di confusione. Poi tutto è rientrato. Oggi faccio il Ministro come il professore”. Le reazioni nell’Accademia? “Tutti felici, molto contenti. La mia nomina non ha creato malumori. Anzi!”. Del resto vi fu una sollevazione generale quando non fu riconfermato assessore. “Sì. È vero”. Contento quando gli ricordano di non essere il solo napoletano ai vertici delle istituzioni nazionali. “È vero, c’è anche il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. E ne sono felicissimo”. Napoli appunto. Cosa si può fare per cambiare rotta, per il suo rilancio dopo una fase eccezionale a metà degli anni ’90 e poi il recente parziale declino? La sua ricetta è chiara e nelle scorse settimane e mesi l’ha ripetuta più volte. Un contributo da intellettuale più che da politico, ed infatti non tutti hanno apprezzato l’idea. “Occorre un grande sogno, – afferma – un grande progetto per Napoli e per la grande Napoli: la città estesa oltre i confini metropolitani”, che comprende anche i comuni limitrofi. “Un sogno che restituisca ottimismo e speranza. Che vada dalla ricerca scientifica, al marketing territoriale, alla logistica, all’innovazione. Un sogno capace di trasmettere entusiasmo ai cittadini, agli imprenditori, ai partner istituzionali, agli investitori internazionali”. “Se Milano vuole essere la città dell’Expo 2015 e della ricerca, perché anche Napoli non potrebbe esserlo per entrambi o su un paio di progetti che la caratterizzeranno per i prossimi 50-100 anni? E non si deve per forza copiare Barcellona, perché mentre noi cerchiamo di passare dall’idea al progetto, Barcellona sarà più avanti di noi di 10-20 anni”. Per fare ciò occorre “la volontà di lavorare insieme, Comune, Provincia e Regione. E le possibilità sono molte”. Qualche esempio? “La sicurezza – attraverso anche la realizzazione della città della Polizia a Gianturco -, l’attrazione di investimenti, portando qui, in Campania, imprese ad alta tecnologia, puntando sui nostri centri di ricerca e i nostri bravi laureati. Io dico sempre: prima le aziende si insediavano dove c’erano le grandi miniere, oggi, invece, si insediano dove sorgono le grandi miniere della conoscenza: cioè Università e Centri di ricerca. Sono convinto che ce la si può fare”. La vita universitaria? “Non mi sono del tutto trasferito, resto professore, momentaneamente a disposizione dello Stato”. L’Università non l’ha del tutto abbandonata? “No. Sono a Napoli dal venerdì al lunedì, con passaggi anche all’Università dove incontro i colleghi e qualche ricercatore del mio gruppo di ricerca”. Continua anche l’attività scientifica: “sì, quella non si interrompe mai. Il 22 gennaio, poi, andrò a Seattle, dove ho insegnato per un paio di anni. Andrò a visitare le industrie Boeing e Microsoft per invitarle ad investire di più in Italia”. Cosa farà da grande? “Spero di fare bene il Ministro e di lasciare un buon segnale del mio passaggio al Ministero e al Paese”.
Paolo Iannotti
Paolo Iannotti