“Ai rappresentanti vorrei chiedere che la videoconferenza funzioni e che ci sia più organizzazione dal punto di vista delle lezioni, perché non riusciamo a seguire bene. Siamo troppi nelle aule. C’è gente che si siede a terra perché non ci sono posti”. Fabrizia Di Donato è una matricola di Medicina e, nonostante frequenti le aule della Federico II solo da poche settimane, ha già familiarizzato con un problema che si ripete da tempo, quello della videoconferenza. In sintesi: gli studenti vengono divisi in due aule, ma, non essendoci un numero sufficiente di docenti, in una di queste la lezione viene proiettata su uno schermo. Fin qui, nulla di strano. Le cose cambiano quando l’audio comincia a fare i capricci e una spiegazione diventa un’esperienza horror per uditi forti. Risultato? I corsi saltano o, nella migliore delle ipotesi, gli studenti migrano nell’aula dove c’è fisicamente il professore, affollando un ambiente che improvvisamente diventa come un bus in piena ora di punta. Gridare allo scandalo sarebbe inutile e, forse, disonesto. Il problema c’è, ed è evidente, ma da tempo i rappresentanti degli studenti, insieme con il Presidente del Corso di Laurea Sabino De Placido e con il professor Luigi Califano, Presidente della Scuola di Medicina, si sono attivati per cambiare le cose. Molti lavori strutturali stanno andando avanti. Lo stesso edificio 20, punto nevralgico del Corso di studi, è in fase di ristrutturazione. Resta da risolvere questo imprevisto, che rischia di condizionare la didattica delle matricole. Nonostante tutto, però, c’è fiducia, come spiega un altro giovane studente, Catello Malafronte: “l’impatto con l’università è stato buono. I prof sono disponibili e i miei compagni sono socievoli. I contro riguardano l’organizzazione. Ci sono difficoltà con le lezioni, ma secondo me verranno risolte presto. Abbiamo problemi soprattutto con Statistica per la questione della videoconferenza, ma ci hanno detto che li risolveranno il prima possibile e che occorre avere pazienza”. Francesco conferma: “oggi (1 ottobre) abbiamo seguito solo Statistica, ma non è andata benissimo per la videoconferenza. Il professore, nell’altra aula, ha dovuto fare lezione con circa 700 studenti. Per lo stesso problema è stato rinviato il corso di Bioetica a data da destinarsi. Questo, almeno, è quello che ci è stato detto dai nostri rappresentanti”. Ed è proprio ai rappresentanti che si rivolge Marco: “a loro chiederei più attenzione per le nostre problematiche. Adesso c’è il sovrannumero, ma non credo sia questo il problema. Non è la prima volta che si fanno lezioni in videoconferenza, ma andrebbero organizzate meglio”. Di certo, la situazione non fa piacere nemmeno ai docenti. A confermarlo è stato Pietro: “ho seguito Chimica, Fisica, Bioetica e Statistica. Le lezioni a volte non sono state svolte per carenza di strumentazioni. Fino a che non si risolverà la questione, credo che le lezioni non si faranno. I professori stessi non hanno voluto spiegare a causa di questo problema”. La situazione può essere traumatica soprattutto per chi, come Maria, viene da un anno passato all’edificio di via Montesano del Dipartimento di Farmacia, dove, prima di superare il test per Medicina, ha seguito Chimica e Tecnologia Farmaceutiche: “sicuramente CTF ha il vantaggio di essere un Corso più piccolo e più organizzato, almeno lì ci stanno i banchi. Qui in alcune aule non ci sono. Non mi sono comunque pentita del passaggio”. Come lei, anche altre studentesse non si sono fatte scoraggiare dai primi disagi. È il caso di Maria Vittoria Di Donato: “i professori sono sempre molto chiari. Nonostante i problemi organizzativi, resta comunque un bel Corso di Laurea”. Buone le impressioni anche di Claudia, trasferitasi da Roma con un obiettivo preciso: “ho scelto Medicina per svariate ragioni. Mi piace l’idea di poter essere utile alla vita di qualcuno. Inoltre, ho sempre sognato di diventare psichiatra, anche se potrei cambiare idea in itinere perché questo mi sembra un Corso di studi molto interessante”. Un Corso frequentato da persone che cercano di fare squadra di fronte alle difficoltà: “ci diamo una mano a vicenda. Abbiamo un gruppo su Facebook e ieri molte persone si sono preoccupate di inviare le foto degli appunti e le registrazioni”. Insomma, il sogno di diventare medico continua, con l’augurio di poter tornare presto in aula, come afferma Nicola: “ripartiranno le lezioni quando aggiusteranno la strumentazione. Per ora non si sente niente, speriamo risolvano in fretta”.
Ciro Baldini
Ciro Baldini