Dal 6 giugno partiranno i round degli esami scritti di Lingua. Per molti studenti, la prova scritta è la più temuta della sessione estiva. “Innanzitutto, perché le possibilità di tentare l’esame sono ridotte. In caso di bocciatura, il test si potrà ripetere direttamente a settembre o a febbraio. È un esame generalmente complesso e ramificato, ma la vera
difficoltà consiste nell’imprevedibilità degli esercizi e del loro contenuto”, afferma Serena Brancaccio, studentessa al terzo anno di Mediazione Linguistica e Culturale. “Per quanto uno studente abbia potuto seguire i corsi e prendere appunti a ogni lezione, non si è mai veramente pronti per un esame di Lingua. Nel mese di maggio, generalmente, i docenti ci preparano attraverso simulazioni mirate, ma è impossibile preparare l’esame in poche settimane. Per questa ragione, il percorso con i lettori dura per mesi”, continua la collega Sara Savastano. Occorre una solida preparazione nella grammatica e un esercizio costante per ottenere buoni risultati. “Non bisogna mai perdere la pratica di esercitarsi ogni giorno, soprattutto quando si ha a che fare con sistemi di scrittura diversi dal nostro. Se non si prende la buona abitudine di stare al passo con le lezioni, si è perduti in vista dell’esame”, sostiene Monica Pesacane, che sta preparando Lingua Russa II. Il problema non riguarda sempre la mole di studio, piuttosto la costanza del lavoro individuale richiesta allo studente. “È veramente faticoso prepararsi, ad esempio, sulla composizione senza conoscere in anticipo le tracce che verranno proposte. Nel mio caso, è quello che mi spaventa realmente della prova di Lingua Spagnola II. Dovremo, infatti, scrivere una lettera che si basa su una risposta a un annuncio di lavoro”, aggiunge Sara. Tuttavia, la conoscenza delle regole necessarie alla costruzione delle frasi non è l’unico elemento che bisogna possedere ai fini di una buona produzione scritta. “La composizione è lo step in cui lo studente mette alla prova le sue competenzelinguistiche trasversali: la sintassi, il lessico e tutti i meccanismi di traduzione. È imprescindibile avere una base anche della cultura e dell’attualità per disporre di argomenti validi”, dice Serena. Per questa ragione, “mi sto preparando per l’esame di Spagnolo III leggendo, oltre ai manuali, molti quotidiani on line e guardando serie tv in lingua originale”. Alcuni studenti temono,
però, di incorrere nell’ennesimo tentativo fallimentare. In pole position tra gli esami che incutono maggiore preoccupazione c’è Inglese II: “l’incubo dei fuoricorso. Questo perché la modalità di verifica varia completamente rispetto alla prima annualità. Se Inglese I è tutta Linguistica,na Inglese II si cominciano a esplorare le tipologie testuali. Per esercitarci ci hanno assegnato nell’ultimo periodo dei testi elaborati da studenti degli anni passati. Noi
dobbiamo trovare gli errori e riscrivere gli elaborati, per la serie: è verissimo che sbagliando s’impara”, riporta Laura Abbruzzese, al secondo anno di Lingue, Letterature e Culture dell’Europa e delle Americhe. Agli esami scritti di Lingua del terzo anno il gioco si fa duro, perché entrano in ballo le varianti linguistiche. “Ad esempio, i dialetti, il cosiddetto ‘Present Day English’ a Inglese III o il linguaggio giovanile a Lingua e Linguistica Tedesca III. L’analisi linguistica diventa più complessa e deve fare i conti con i fenomeni che ci avvicinano maggiormente alla lingua parlata oggi. L’evoluzione della lingua è, difatti, pervasa dall’influenza del web e dall’invasione dei linguaggi mediatici”, sottolinea Costanza Formisano, al terzo anno di Mediazione Linguistica e Culturale. In realtà, già a
Tedesco II “la produzione scritta non è il solito tema, ma consiste nell’elaborazione di una mail da spedire a qualcuno. Per noi dovrebbe essere più semplice avere a che fare con un messaggio di posta elettronica, piuttosto che con una dissertazione strutturata scientificamente”, ritiene lo studente Stefano Ottagono. In vista della sessione di giugno, la prova di Lingua Tedesca II ha subito alcune modifiche rispetto agli anni scorsi. “Probabilmente a causa di un alto numero di bocciati, la prova adesso sembra essere fatta a misura di studente. I lettori l’hanno calibrata ad hoc con esercizi puntati su ogni aspetto grammaticale rilevante: tempi verbali, declinazione degli aggettivi, preposizioni, pronomi, congiunzioni. Conoscere in anticipo l’impostazione della prova ci favorisce moltissimo e ci consente di arrivare più pronti, e anche più rilassati, all’esame”, prosegue Stefano. Inoltre, ci sono esami che prevedono in aggiunta la fase d’ascolto, ossia il dettato. “Io non ho mai studiato il francese prima di approdare all’Università e ho paura di commettere errori nell’ortografia. Gli accenti rivestono un ruolo importantissimo nell’ambito della valutazione d’esame, perché l’uso di un accento può compromettere il significato di una parola e la sua valenza grammaticale”, chiarisce la matricola Alice Di Florio. Oltre all’esame di Francese I, anche la prima annualità di Cinese contiene la trascrizione dei caratteri. “Ho già sostenuto due volte questo esame senza successo. Il dettato mi va sempre malissimo. Nonostante io riesca a capire le parole delle lettrici, sono lento a riportarle. L’anno scorso la prova includeva anche una presentazione, ma da quando è stata tolta il dettato ha assunto un peso fondamentale e lo temiamo tutti moltissimo”, spiega Giovanni Tesoriero, iscritto al secondo anno di Lingue e Culture Comparate. “Landurata della prova è approssimativamente di due ore e mezza. Da un lato, presenta esercizi che vanno a testare le abilità in diversi ambiti: uso delle forme verbali, correzione di frasi, comprensione di un brano. Dall’altro, prima del dettato occorre trascrivere il pinyin, ossia il sistema che usa l’alfabeto latino per fornire la pronuncia corretta delle sillabe in cinese”. Analogamente, la struttura dell’esame di Giapponese II prevede “kanji da leggere e da scrivere, il dettato e il cosiddetto sakubun, cioè un piccolo tema. Ormai conosco la prova a memoria, speriamo che sia la volta buona!”, conclude Anna Della Valle, al terzo anno di Lingue e Culture Orientali e Africane.
Sabrina Sabatino
difficoltà consiste nell’imprevedibilità degli esercizi e del loro contenuto”, afferma Serena Brancaccio, studentessa al terzo anno di Mediazione Linguistica e Culturale. “Per quanto uno studente abbia potuto seguire i corsi e prendere appunti a ogni lezione, non si è mai veramente pronti per un esame di Lingua. Nel mese di maggio, generalmente, i docenti ci preparano attraverso simulazioni mirate, ma è impossibile preparare l’esame in poche settimane. Per questa ragione, il percorso con i lettori dura per mesi”, continua la collega Sara Savastano. Occorre una solida preparazione nella grammatica e un esercizio costante per ottenere buoni risultati. “Non bisogna mai perdere la pratica di esercitarsi ogni giorno, soprattutto quando si ha a che fare con sistemi di scrittura diversi dal nostro. Se non si prende la buona abitudine di stare al passo con le lezioni, si è perduti in vista dell’esame”, sostiene Monica Pesacane, che sta preparando Lingua Russa II. Il problema non riguarda sempre la mole di studio, piuttosto la costanza del lavoro individuale richiesta allo studente. “È veramente faticoso prepararsi, ad esempio, sulla composizione senza conoscere in anticipo le tracce che verranno proposte. Nel mio caso, è quello che mi spaventa realmente della prova di Lingua Spagnola II. Dovremo, infatti, scrivere una lettera che si basa su una risposta a un annuncio di lavoro”, aggiunge Sara. Tuttavia, la conoscenza delle regole necessarie alla costruzione delle frasi non è l’unico elemento che bisogna possedere ai fini di una buona produzione scritta. “La composizione è lo step in cui lo studente mette alla prova le sue competenzelinguistiche trasversali: la sintassi, il lessico e tutti i meccanismi di traduzione. È imprescindibile avere una base anche della cultura e dell’attualità per disporre di argomenti validi”, dice Serena. Per questa ragione, “mi sto preparando per l’esame di Spagnolo III leggendo, oltre ai manuali, molti quotidiani on line e guardando serie tv in lingua originale”. Alcuni studenti temono,
però, di incorrere nell’ennesimo tentativo fallimentare. In pole position tra gli esami che incutono maggiore preoccupazione c’è Inglese II: “l’incubo dei fuoricorso. Questo perché la modalità di verifica varia completamente rispetto alla prima annualità. Se Inglese I è tutta Linguistica,na Inglese II si cominciano a esplorare le tipologie testuali. Per esercitarci ci hanno assegnato nell’ultimo periodo dei testi elaborati da studenti degli anni passati. Noi
dobbiamo trovare gli errori e riscrivere gli elaborati, per la serie: è verissimo che sbagliando s’impara”, riporta Laura Abbruzzese, al secondo anno di Lingue, Letterature e Culture dell’Europa e delle Americhe. Agli esami scritti di Lingua del terzo anno il gioco si fa duro, perché entrano in ballo le varianti linguistiche. “Ad esempio, i dialetti, il cosiddetto ‘Present Day English’ a Inglese III o il linguaggio giovanile a Lingua e Linguistica Tedesca III. L’analisi linguistica diventa più complessa e deve fare i conti con i fenomeni che ci avvicinano maggiormente alla lingua parlata oggi. L’evoluzione della lingua è, difatti, pervasa dall’influenza del web e dall’invasione dei linguaggi mediatici”, sottolinea Costanza Formisano, al terzo anno di Mediazione Linguistica e Culturale. In realtà, già a
Tedesco II “la produzione scritta non è il solito tema, ma consiste nell’elaborazione di una mail da spedire a qualcuno. Per noi dovrebbe essere più semplice avere a che fare con un messaggio di posta elettronica, piuttosto che con una dissertazione strutturata scientificamente”, ritiene lo studente Stefano Ottagono. In vista della sessione di giugno, la prova di Lingua Tedesca II ha subito alcune modifiche rispetto agli anni scorsi. “Probabilmente a causa di un alto numero di bocciati, la prova adesso sembra essere fatta a misura di studente. I lettori l’hanno calibrata ad hoc con esercizi puntati su ogni aspetto grammaticale rilevante: tempi verbali, declinazione degli aggettivi, preposizioni, pronomi, congiunzioni. Conoscere in anticipo l’impostazione della prova ci favorisce moltissimo e ci consente di arrivare più pronti, e anche più rilassati, all’esame”, prosegue Stefano. Inoltre, ci sono esami che prevedono in aggiunta la fase d’ascolto, ossia il dettato. “Io non ho mai studiato il francese prima di approdare all’Università e ho paura di commettere errori nell’ortografia. Gli accenti rivestono un ruolo importantissimo nell’ambito della valutazione d’esame, perché l’uso di un accento può compromettere il significato di una parola e la sua valenza grammaticale”, chiarisce la matricola Alice Di Florio. Oltre all’esame di Francese I, anche la prima annualità di Cinese contiene la trascrizione dei caratteri. “Ho già sostenuto due volte questo esame senza successo. Il dettato mi va sempre malissimo. Nonostante io riesca a capire le parole delle lettrici, sono lento a riportarle. L’anno scorso la prova includeva anche una presentazione, ma da quando è stata tolta il dettato ha assunto un peso fondamentale e lo temiamo tutti moltissimo”, spiega Giovanni Tesoriero, iscritto al secondo anno di Lingue e Culture Comparate. “Landurata della prova è approssimativamente di due ore e mezza. Da un lato, presenta esercizi che vanno a testare le abilità in diversi ambiti: uso delle forme verbali, correzione di frasi, comprensione di un brano. Dall’altro, prima del dettato occorre trascrivere il pinyin, ossia il sistema che usa l’alfabeto latino per fornire la pronuncia corretta delle sillabe in cinese”. Analogamente, la struttura dell’esame di Giapponese II prevede “kanji da leggere e da scrivere, il dettato e il cosiddetto sakubun, cioè un piccolo tema. Ormai conosco la prova a memoria, speriamo che sia la volta buona!”, conclude Anna Della Valle, al terzo anno di Lingue e Culture Orientali e Africane.
Sabrina Sabatino