Nuovi docenti a Geologia con la legge sul rientro dei cervelli

“Campagna acquisti ottima e squadra rafforzata”. Parafrasando i quotidiani sportivi ed i titoli che dedicano ai bilanci del calciomercato, Geologia si presenta al nuovo campionato – l’anno accademico che è appena cominciato – con innesti importanti nella compagine. Tre arrivano dall’estero, da Atenei di altri Paesi, ma sono italiani. Cervelli in fuga che ritornano – così li si potrebbe definire – facendo però forse un torto alla decisione iniziale che hanno preso, quella di andare fuori dai confini italiani per accumulare esperienza, ed alla scelta che hanno compiuto ora di rientrare. Esponenti della comunità scientifica – sarebbe dunque più corretto etichettarli – i quali si sentono cittadini del mondo ovunque si trovino ad insegnare e svolgere ricerca.
Approdano alla Federico II in virtù della legge che prevede che il Ministero dell’Università, per facilitare il rientro dei ricercatori in Italia, metta a disposizione degli Atenei di destinazione un budget per pagare coloro i quali ritornano. In questo modo i nuovi innesti non gravano sui bilanci delle Università di destinazione. 
Pierpaolo Bruno, campano, è uno dei nuovi acquisti. “Si è laureato con noi – dice il prof. Alessandro Iannace, Coordinatore dei Corsi di Studio in Scienze geologiche ed in Geologia e geologia applicata – e poi è andato all’estero. Ha girato molto. La sua ultima posizione era ad Abu Dhabi, la capitale degli Emirati Arabi, in un Ateneo nel quale occupava una posizione equivalente al nostro ruolo di associato”. Arriva dalla Scozia, invece, e precisamente dalla città di Aberdeen, David Iacopini. “L’Università dalla quale proviene è molto legata alla ricerca petrolifera nel Mare del Nord ma lui si occupa anche di geologia marina. Insegnerà pure nella Laurea Magistrale in inglese che abbiamo attivato in collaborazione con la stazione zoologica Anton Dohrn”. Il terzo ricercatore che approda a Geologia con la legge per il Rientro dei cervelli si chiama Giovanni Camanni. Negli ultimi anni ha lavorato all’Università di Dublino ed in precedenza ha svolto attività di ricerca in altri paesi europei, tra i quali la Spagna. “Ci troviamo – commenta Iannace – un bel pacchetto di persone, abbiamo preso bei professionisti. Un collega britannico di Aberdeen con il quale ho avuto modo di colloquiare, quando ha saputo che Iacopini era passato alla Federico II, non ha nascosto la sua delusione. Una grande perdita – ha detto – per il mio Ateneo”. Non proviene da università straniere, ma porta in ogni caso una bella dose di competenza ed entusiasmo anche Gianluca Frija. Prima di tornare era ricercatore a tempo determinato all’Università di Ferrara. “Lo conosco bene – dice il prof. Iannace – perché ha studiato alla Federico II ed ha frequentato presso di noi anche il dottorato. Poi è stato a Berlino ed in Oman finché l’ateneo di Ferrara non gli ha offerto una buona opportunità”. Completa la squadra dei nuovi acquisti Alberto De Bonis, un ricercatore che prima di rientrare in Italia lavorava in Austria ed ha vinto un concorso che gli ha permesso di fare rotta su Napoli. “I nuovi colleghi portano con sé anche un patrimonio di licenze di software avanzate. Io sono uno che conduce ancora molto i ragazzi sul terreno e sono convinto che non possa esserci un buon geologo che non ami stare all’aperto, scarpinare, dormire in sacco a pelo, ma so anche che i dati raccolti vanno elaborati con i software. Anche sotto questo profilo i nuovi colleghi arricchiranno di competenze e innovazione la nostra attività didattica e di ricerca. Sono persone le quali arrivano con un contributo di competenze trasversali e non potranno che far bene”.
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