Nuovo regolamento per gli studenti Erasmus

Nuovo regolamento Erasmus a Medicina. E’ stato approvato dal Consiglio di Corso di Laurea lo scorso luglio ed andrà in vigore per il prossimo ciclo di studenti che soggiornerà presso università europee. “Abbiamo adattato la normativa all’attuale ordinamento didattico perché è giusto che gli studenti che partecipano al programma abbiano gli stessi sbarramenti per potersi iscrivere all’anno successivo e debbano rispettare le stesse propedeuticità di chi rimane a studiare a Napoli”, chiarisce la prof.ssa Bianca Maria Veneziani, delegata Erasmus di Facoltà che si occupa di scambi internazionali dal 1989. Il nuovo Regolamento sottolinea che in ogni semestre all’estero lo studente non può acquisire un numero di crediti superiore a quello del proprio piano di studi e deve sostenere gli esami in debito degli anni precedenti e quelli propedeutici alle discipline da affrontare in seguito. “Lo studente è chiamato a seguire gli stessi corsi che seguirebbe qua. Cerchiamo di rendere il piano compatibile con le attività offerte dall’Università estera”. A volte le denominazioni dei corsi cambiano da un Ateneo all’altro: “In quel caso, confrontando i programmi, si stabilisce quali esami possono essere convalidati. Per esempio, due corsi seguiti all’estero possono corrispondere da noi ad un solo esame composto da due moduli accorpati”.
Prima della partenza la Commissione di Facoltà approva il Learning Agreement dello studente in uscita, il piano di studi in cui vengono indicate le attività da svolgere presso l’Università di destinazione; alla fine del periodo Erasmus la segreteria della sede ospitante redige il Transcript of record, un documento  in cui si registra quanto effettivamente fatto dallo studente. “Se il programma è stato seguito rispettando quanto scritto nel Learning Agreement è quasi automatico che il Transcript of record al rientro venga convalidato”, sostiene la professoressa.
Nel nuovo regolamento rimane la possibilità di sostituire un esame del semestre con uno di recupero, di anticipo o svolgere un’attività pratica con valenza di esame per 20-25 ore di attività per ogni credito. La maggior parte degli studenti di Medicina desidera partecipare all’Erasmus perché ritiene che all’estero abbiano maggiore rilevanza i tirocini pratici. “Le attività professionalizzanti sono strettamente legate ai corsi. I crediti per ogni disciplina riguardano le lezioni frontali, lo studio individuale e la pratica professionale senza la quale non si potrebbe mai imparare a fare il medico”.
Un consiglio della prof.ssa Veneziani: partire per l’Erasmus tra il IV e V anno: “Non all’inizio né a ridosso della tesi ma negli anni intermedi in cui si dà ampio spazio all’esperienza clinica”. Ammette che a seconda di dove si studi “è possibile che si abbia una base culturale più forte o che si sia svolta più pratica”, ma ribadisce che “ci si laurei a Napoli, ad Harvard o a Vienna, si consegue lo stesso titolo di medico riconosciuto in tutta la Comunità Europea. I curricula delle diverse Università sono sovrapponibili. Solo l’organizzazione specifica della didattica può variare leggermente”.
Dall’Erasmus tornano tutti entusiasti: “Spesso ci chiedono di ritornare all’estero. Purtroppo è un’esperienza che non si può ripetere. E’ una grande opportunità formativa ma soprattutto di crescita complessiva. Sono profondamente convinta che gli studenti che vivono un’esperienza Erasmus crescano prima e meglio”. Studiare all’estero può essere un escamotage per superare esami particolarmente difficili? “Potrebbe darsi che, per esempio, all’Università di Bonn i quiz di Anatomia Patologica siano meno complessi ma bisogna risolverli in tedesco!”. Per avere un contatto con il paziente il prerequisito è conoscere la lingua del paese ospitante: “Se si parla solo l’italiano non si può essere d’aiuto in corsia. Chiediamo la stessa cosa agli stranieri che vengono a Napoli. Per la maggior parte sono spagnoli, si fanno capire, ma piano piano devono imparare l’italiano”.
Manuela Pitterà
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