Numerose novità negli organi collegiali a Medicina. Temi caldi nel Consiglio di Facoltà del 25 ottobre. “Più che di problemi didattici si è parlato di problemi economici – afferma il rappresentante degli studenti Salvatore Aruta – Il Policlinico è in dissesto finanziario ma si è giunti ad un accordo con la Regione che permetterà di appianare i debiti dell’Azienda Ospedaliera. Al Consiglio ha partecipato anche il Rettore Marrelli il quale, da economista, ha spiegato la cosa dal punto di vista tecnico. Il Rettore ha fatto notare che anche tagliando gli extra-stipendi dei Primari non si otterrebbe un risparmio sufficiente. Ci sono problemi ben più consistenti rispetto al numero dei Primari all’interno del Policlinico”. Nonostante le preoccupazioni di carattere economico, il Consiglio si è concluso con una nota positiva: il Preside Giovanni Persico ha sottolineato con orgoglio il piazzamento della Facoltà al quinto posto tra tutte le Facoltà di Medicina d’Italia, secondo l’ultima indagine del Censis.
Di questioni relative alla didattica si è parlato nella Commissione e nel Consiglio di Corso di Laurea il 21 ottobre. La Commissione ha negato agli studenti di altri CdL la possibilità di sostenere due esami a Medicina, secondo quanto prescritto dall’Articolo 6, per l’elevato numero di studenti iscritti al primo anno. “Avendo già carenze strutturali per i nostri studenti, diventa problematico accoglierne altri 60-80 all’anno – sostiene il rappresentante studentesco Alessio Bocchetti – La capacità delle nostre aule è limitata. L’unica veramente grande è l’Aula Magna che viene usata solo per le sedute di laurea e per i congressi”. “I docenti del primo anno sono per lo più contrari all’articolo 6 di cui usufruiscono soprattutto gli studenti di Scienze Biotecnologiche per la Salute – afferma Aruta – Io personalmente sono favorevole. Già c’è il numero chiuso. 60-80 persone non cambiano molto le cose. E poi il bello dell’Università pubblica è proprio che le lezioni sono aperte a tutti”. Nel Consiglio si è proposto l’esonero dalla frequenza dei corsi del I anno per gli studenti già laureati che si iscrivono direttamente al II anno. “A coloro che sono già laureati vengono convalidati solo alcuni esami. Potrebbero sostenere gli esami del I anno che mancano senza seguire necessariamente le lezioni”, spiega Bocchetti. Aruta è favorevole a questo provvedimento: “Io non condivido proprio l’obbligo di frequenza. E’ un problema dello studente decidere se seguire o meno. Il suo lavoro dovrebbe essere valutato solo alla fine, nel momento dell’esame”.
Un argomento delicato riguarda alcune lettere anonime giunte al Presidente del CdL su presunte irregolarità nella selezione degli studenti Erasmus. “E’ stata contestata la trasparenza della gestione delle graduatorie ma ho avuto modo di verificare che tutte le accuse contro la Commissione Erasmus erano totalmente infondate”, afferma il rappresentante degli studenti Giovanni Grillo. Le lettere puntavano l’indice anche su casi di studenti che, durante il periodo Erasmus, avevano sostenuto esami nella Facoltà di partenza. La Commissione ha, perciò, ritenuto opportuno ribadire l’assoluto divieto per gli Erasmus di sostenere esami a Napoli durante il loro periodo di mobilità. “E’ stata una furbata ideata e realizzata dagli studenti. La Commissione non c’entra niente. Ora tocca alle segreteria smascherare chi ha fatto il furbo – commenta Grillo – Comunque il regolamento non prevedeva espressamente il divieto e allora si è posto un freno a questa evenienza”.
Al Consiglio di Corso si è, inoltre, discusso anche della situazione degli studenti a contratto, cioè di coloro che si impegnano a terminare il proprio percorso di studi in tempi più lunghi, in 7 o 8 anni. La Commissione ha avanzato l’ipotesi di inserire dei blocchi anche per questi studenti allo scopo di evitare che il contratto venga utilizzato come metodo per bypassare il blocco.
Di questioni relative alla didattica si è parlato nella Commissione e nel Consiglio di Corso di Laurea il 21 ottobre. La Commissione ha negato agli studenti di altri CdL la possibilità di sostenere due esami a Medicina, secondo quanto prescritto dall’Articolo 6, per l’elevato numero di studenti iscritti al primo anno. “Avendo già carenze strutturali per i nostri studenti, diventa problematico accoglierne altri 60-80 all’anno – sostiene il rappresentante studentesco Alessio Bocchetti – La capacità delle nostre aule è limitata. L’unica veramente grande è l’Aula Magna che viene usata solo per le sedute di laurea e per i congressi”. “I docenti del primo anno sono per lo più contrari all’articolo 6 di cui usufruiscono soprattutto gli studenti di Scienze Biotecnologiche per la Salute – afferma Aruta – Io personalmente sono favorevole. Già c’è il numero chiuso. 60-80 persone non cambiano molto le cose. E poi il bello dell’Università pubblica è proprio che le lezioni sono aperte a tutti”. Nel Consiglio si è proposto l’esonero dalla frequenza dei corsi del I anno per gli studenti già laureati che si iscrivono direttamente al II anno. “A coloro che sono già laureati vengono convalidati solo alcuni esami. Potrebbero sostenere gli esami del I anno che mancano senza seguire necessariamente le lezioni”, spiega Bocchetti. Aruta è favorevole a questo provvedimento: “Io non condivido proprio l’obbligo di frequenza. E’ un problema dello studente decidere se seguire o meno. Il suo lavoro dovrebbe essere valutato solo alla fine, nel momento dell’esame”.
Un argomento delicato riguarda alcune lettere anonime giunte al Presidente del CdL su presunte irregolarità nella selezione degli studenti Erasmus. “E’ stata contestata la trasparenza della gestione delle graduatorie ma ho avuto modo di verificare che tutte le accuse contro la Commissione Erasmus erano totalmente infondate”, afferma il rappresentante degli studenti Giovanni Grillo. Le lettere puntavano l’indice anche su casi di studenti che, durante il periodo Erasmus, avevano sostenuto esami nella Facoltà di partenza. La Commissione ha, perciò, ritenuto opportuno ribadire l’assoluto divieto per gli Erasmus di sostenere esami a Napoli durante il loro periodo di mobilità. “E’ stata una furbata ideata e realizzata dagli studenti. La Commissione non c’entra niente. Ora tocca alle segreteria smascherare chi ha fatto il furbo – commenta Grillo – Comunque il regolamento non prevedeva espressamente il divieto e allora si è posto un freno a questa evenienza”.
Al Consiglio di Corso si è, inoltre, discusso anche della situazione degli studenti a contratto, cioè di coloro che si impegnano a terminare il proprio percorso di studi in tempi più lunghi, in 7 o 8 anni. La Commissione ha avanzato l’ipotesi di inserire dei blocchi anche per questi studenti allo scopo di evitare che il contratto venga utilizzato come metodo per bypassare il blocco.