Open Week 2020: una settimana dedicata alle aspiranti matricole

L’Open Week al Suor Orsola è alla sua XIV edizione: in programma tanti appuntamenti articolati in quattro giorni (18 – 21 febbraio) per tutti gli studenti che non hanno ancora chiaro il percorso di studi da scegliere dopo il diploma. Tra lezioni dimostrative, attività laboratoriali, simulazioni dei test di ammissione e percorsi di orientamento tematici, ognuno potrà vivere la sua prima esperienza universitaria. Le novità di quest’anno svelate dalla prof.ssa Paola Villani, delegata di Ateneo all’orientamento: “Il tema su cui vogliamo soffermarci è l’importanza dei social che spesso dai più giovani vengono usati in modo superficiale, come una sorta di gioco. Bisogna ricordare, invece, che questi possono arrecare danni su un piano etico e giuridico sia a chi li usa sia a chi gli è intorno”. Inoltre, sono stati organizzati percorsi museali con il SAAD (Servizio di Ateneo per le Attività degli studenti con Disabilità e DSA) “rivolti in modo particolare ai ragazzi con disabilità ma anche a chi desidera diventare un educatore o un docente. Per il resto la formula funziona, quindi non la stravolgeremo”. Tra i vari appuntamenti quelli che attirano maggiormente sono “le simulazioni dei test che rappresentano una parte fondamentale dell’evento, necessaria e molto richiesta da tutti. I ragazzi imparano a gestire i tempi e l’emozione del momento che più li intimorisce. Le simulazioni in genere non demoralizzano ma spronano a dare il massimo. Il tempo per completarle è di 45 minuti, dopodiché si correggono insieme commentando le risposte”, spiega la docente. Le adesioni, nonostante le difficoltà di organizzazione che le scuole possono incontrare, contano 2000 studenti ogni anno. Dei ragazzi che partecipano all’evento più della metà decidono di iscriversi, ma attenzione al consiglio della docente: “Io mi iscrissi a Giurisprudenza, poi dopo pochi mesi scelsi Lettere. All’inizio le idee non sono chiare, dunque è bene saggiare attività anche molto lontane dai propri interessi per mettersi alla prova. Bisogna fare una buona e precisa valutazione dei Corsi di studio prima di sentirsi convinti, altrimenti si corre il rischio di rimanere delusi”.
Tra lezioni di regia e analisi della letteratura per l’infanzia
Tra le numerose attività in programma, alcune destano particolare curiosità. Ad esempio, ‘Io, regista per un giorno’, diretta dal prof. Igor Scognamiglio e programmata per venerdì 21 febbraio. “Cercherò di far avvicinare gli studenti al linguaggio audiovisivo che oggi è molto utilizzato ma in maniera inopportuna”. L’obiettivo dell’incontro è “trasferire ai ragazzi che qualunque video è composto da una narrazione con un significato che avrà degli effetti sull’ascoltatore. Proprio per questo bisogna imparare a conoscere il linguaggio audiovisivo che si utilizza e quali sono le tecniche della ripresa”. L’attività consisterà in una “parte teorica, dove spiegherò i concetti base dell’argomento, e poi in una parte pratica, in cui i ragazzi con il cellulare gireranno un video, e quindi dovranno scegliere un soggetto e sceneggiarlo. Il lavoro rappresenta una forma molto sintetica di ripresa ma che fa capire quali sono le tecniche che si usano per realizzare i film”. Per essere un buon regista serve diventare “buoni osservatori, mostrarsi umili e capaci di aver a che fare con una moltitudine di persone, di orientare e coordinare il proprio lavoro, di avere empatia per entrare in sintonia con l’altro”.
“Cercheremo di riscoprire i classici Disney che hanno accompagnato l’infanzia di ognuno: dal fantasy vittoriano al settore fantasy moderno con Harry Potter”, spiega la prof.ssa Stefania Tondo che proporrà un’altra attraente attività –  ‘Non solo Disney: i linguaggi del fantasy’ -, il 18 febbraio. L’obiettivo è “ritornare al libro, partendo dall’oggi e risalendo all’origine letteraria. Ragionare su che cosa significa la letteratura per l’infanzia e i libri per ragazzi e come trasferirla nel modo giusto ai più piccoli. Sono convinta che i libri migliorano il mondo, quindi consiglio caldamente agli studenti di tornare nelle librerie e riprendere i testi che leggevano da piccoli, così da poterli analizzare sotto una luce diversa, in modo più consapevole”. Saranno esposti “due o tre campi teorici, poi si lavorerà su testi come ‘Alice nel paese delle meraviglie’, ‘La carica dei 101’, ‘La Bella addormentata’, ‘La Bella e la bestia’. Ma è prevista anche una parte più laboratoriale, che richiederà movimento e manualità, dove presenterò ai ragazzi dei campioni”, spiega la docente.
I consigli di entrambi i docenti per affrontare nel modo giusto l’università: mostrarsi “tenaci e motivati, perché l’università non deve essere vissuta in modo superficiale ma bisogna porsi un obiettivo e puntare sempre al massimo” (Scognamiglio); “andare oltre lo studio, che prevede l’ampliamento di conoscenze pregresse già acquisite, ma sperimentare, crescere, facendo attenzione a tutto ciò che incuriosisce ed è innovativo. Oggi si deve studiare per passione e scegliere ciò che piace” (Tondo).
Francesca Corato
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