Una partita di calcio originale, quella organizzata da un gruppo di studenti dell’ultimo anno della Magistrale in Ingegneria dell’Automazione. A renderla tale è stata la presenza di avversari d’eccezione: i ragazzi hanno giocato contro i loro docenti. L’idea è stata lanciata in aula quasi per scherzo. Francesco Riccardi racconta: “All’inizio dell’ultimo anno abbiamo esposto il nostro desiderio ad un professore, ma, causa maltempo e vari impegni del docente, la cosa è finita lì. Durante il secondo semestre, si è ripresentata l’occasione quando, al termine di una lezione, i miei colleghi, ironizzando, mi hanno detto
che non avrei mai avuto il coraggio di chiederglielo. Per non dargliela vinta, mi sono fatto avanti, spinto anche dall’idea che era un docente molto propositivo e sportivo. Pensavo fosse la persona giusta, e così è stato. Inizialmente eravamo in pochi a voler partecipare, poi si è sparsa la voce e abbiamo dovuto restringere la presenza solo agli studenti dell’ultimo anno, quelli che presumibilmente non avranno una seconda occasione per poter giocare. Ho sempre avuto questo progetto. Quando frequentavo le scuole medie, organizzai una cosa del genere con gli insegnanti”. Indimenticabile è stata l’esperienza per gli studenti, i quali vorrebbero diventasse una tradizione del secondo anno della Magistrale in Ingegneria dell’Automazione. “Abbiamo lanciato la sfida ai ragazzi che ora cominciano l’ultimo anno – continua Francesco – affinché si ripeta questo incontro”. Biagio Scarciello, un altro studente, afferma: “È stata un’avventura talmente emozionante che la rifarei volentieri. Abbiamo avuto modo di poter incontrare in un contesto ‘inusuale’ i nostri professori. Non dimenticherò mai la loro espressione stupita quando siamo usciti dagli spogliatoi indossando i completini da noi personalizzati”. Per rendere uniche le divise della loro squadra, gli studenti hanno avuto un’idea senza dubbio originale: i numeri sono stati assegnati seguendo la serie di Fibonacci (sequenza di cifre, nascosta in molti fenomeni naturali, composta da numeri interi positivi in cui ciascun numero è la somma dei due precedenti e i primi due termini sono per definizione uguali al numero 1), mentre i nomi erano quelli di importanti matematici e fisici (Fourier, Laplace, Lagrange, Bode, Nyquist, ecc.), studiati durante gli anni. Ammette di essere rimasto stupito da questa scelta il prof. Gianmaria De Tommasi, docente di Automatica, il quale sottolinea: “Il momento più simpatico è stato quando i nostri avversari ci hanno svelato il mistero dei loro completini. Nei giorni precedenti all’incontro, infatti, alcuni rappresentanti della squadra degli studenti mi avevano messo al corrente che saremmo rimasti stupiti dalle loro divise. Non si sono sbagliati! Infatti, non appena abbiamo visto le loro magliette mi sono un po’ pentito di non aver seguito il suggerimento del prof. Alfredo Pironti, il quale, per le nostre, aveva proposto la scritta ‘Lyapunov for ever’ (Lyapunov è un matematico russo considerato tra i padri della moderna scienza del controllo)”. Anche per i docenti è stata una bella esperienza che andrebbe ripetuta. Infatti, continua De Tommasi: “Personalmente mi sono divertito molto, sia durante l’organizzazione, sia, ovviamente, durante la partita. L’incontro è stato piacevole, giocato con il giusto livello di agonismo. Sicuramente è una cosa che si può riproporre in futuro, magari cercando di coinvolgere anche la componente femminile sia del corpo docente che studentesca. Ad ogni modo, noi docenti dovremo aumentare il numero dei componenti della nostra squadra. Giocare a calcio a otto per un’ora, con una sola sostituzione, ha messo a dura prova molti di noi!”. Lo spirito dei ragazzi è stato competitivo. Infatti, spiega Antonio Porcelli: “Non volevamo fare brutta figura, peccato che il risultato finale non sia stato a nostro favore. Invece, è stato soddisfacente il successo riscosso dalle nostre divise sia tra i docenti che sul gruppo Facebook Ingegneria del suicidio”. Gli studenti sono rimasti piacevolmente sorpresi dal comportamento dei professori: “All’inizio eravamo un po’ scettici riguardo l’organizzazione – confida Marco Falagna – ma alla fine i docenti si sono dimostrati professionali e seri anche in questo, restando fedeli alla parola data. Un’altra cosa che
mi ha colpito è stato lo spirito con il quale il gruppo docenti ha affrontato la partita: con la voglia di divertirsi, scherzare e confrontarsi con i propri
studenti su un campo di calcio. È un’esperienza che rifarei, tra l’altro nello sport bisogna sempre concedere la rivincita!”.
Maria Maio
che non avrei mai avuto il coraggio di chiederglielo. Per non dargliela vinta, mi sono fatto avanti, spinto anche dall’idea che era un docente molto propositivo e sportivo. Pensavo fosse la persona giusta, e così è stato. Inizialmente eravamo in pochi a voler partecipare, poi si è sparsa la voce e abbiamo dovuto restringere la presenza solo agli studenti dell’ultimo anno, quelli che presumibilmente non avranno una seconda occasione per poter giocare. Ho sempre avuto questo progetto. Quando frequentavo le scuole medie, organizzai una cosa del genere con gli insegnanti”. Indimenticabile è stata l’esperienza per gli studenti, i quali vorrebbero diventasse una tradizione del secondo anno della Magistrale in Ingegneria dell’Automazione. “Abbiamo lanciato la sfida ai ragazzi che ora cominciano l’ultimo anno – continua Francesco – affinché si ripeta questo incontro”. Biagio Scarciello, un altro studente, afferma: “È stata un’avventura talmente emozionante che la rifarei volentieri. Abbiamo avuto modo di poter incontrare in un contesto ‘inusuale’ i nostri professori. Non dimenticherò mai la loro espressione stupita quando siamo usciti dagli spogliatoi indossando i completini da noi personalizzati”. Per rendere uniche le divise della loro squadra, gli studenti hanno avuto un’idea senza dubbio originale: i numeri sono stati assegnati seguendo la serie di Fibonacci (sequenza di cifre, nascosta in molti fenomeni naturali, composta da numeri interi positivi in cui ciascun numero è la somma dei due precedenti e i primi due termini sono per definizione uguali al numero 1), mentre i nomi erano quelli di importanti matematici e fisici (Fourier, Laplace, Lagrange, Bode, Nyquist, ecc.), studiati durante gli anni. Ammette di essere rimasto stupito da questa scelta il prof. Gianmaria De Tommasi, docente di Automatica, il quale sottolinea: “Il momento più simpatico è stato quando i nostri avversari ci hanno svelato il mistero dei loro completini. Nei giorni precedenti all’incontro, infatti, alcuni rappresentanti della squadra degli studenti mi avevano messo al corrente che saremmo rimasti stupiti dalle loro divise. Non si sono sbagliati! Infatti, non appena abbiamo visto le loro magliette mi sono un po’ pentito di non aver seguito il suggerimento del prof. Alfredo Pironti, il quale, per le nostre, aveva proposto la scritta ‘Lyapunov for ever’ (Lyapunov è un matematico russo considerato tra i padri della moderna scienza del controllo)”. Anche per i docenti è stata una bella esperienza che andrebbe ripetuta. Infatti, continua De Tommasi: “Personalmente mi sono divertito molto, sia durante l’organizzazione, sia, ovviamente, durante la partita. L’incontro è stato piacevole, giocato con il giusto livello di agonismo. Sicuramente è una cosa che si può riproporre in futuro, magari cercando di coinvolgere anche la componente femminile sia del corpo docente che studentesca. Ad ogni modo, noi docenti dovremo aumentare il numero dei componenti della nostra squadra. Giocare a calcio a otto per un’ora, con una sola sostituzione, ha messo a dura prova molti di noi!”. Lo spirito dei ragazzi è stato competitivo. Infatti, spiega Antonio Porcelli: “Non volevamo fare brutta figura, peccato che il risultato finale non sia stato a nostro favore. Invece, è stato soddisfacente il successo riscosso dalle nostre divise sia tra i docenti che sul gruppo Facebook Ingegneria del suicidio”. Gli studenti sono rimasti piacevolmente sorpresi dal comportamento dei professori: “All’inizio eravamo un po’ scettici riguardo l’organizzazione – confida Marco Falagna – ma alla fine i docenti si sono dimostrati professionali e seri anche in questo, restando fedeli alla parola data. Un’altra cosa che
mi ha colpito è stato lo spirito con il quale il gruppo docenti ha affrontato la partita: con la voglia di divertirsi, scherzare e confrontarsi con i propri
studenti su un campo di calcio. È un’esperienza che rifarei, tra l’altro nello sport bisogna sempre concedere la rivincita!”.
Maria Maio