Platea femminile per Psicologia e Studi Politici

Presenze ridotte alla terza tappa di ApriLeFacoltà –il ciclo di appuntamenti della Sun rivolto agli studenti delle superiori – a causa di una protesta della Filiera Bufalina che ha bloccato l’accesso all’autostrada da Napoli a Caserta, e forse anche a causa delle gite scolastiche organizzate in questo periodo dell’anno. Circa un centinaio i ragazzi presenti il 17 aprile nell’Aula Magna, nell’aulario del Polo scientifico di via Vivaldi a Caserta, pronti ad assimilare quante più informazioni possibili sui corsi di laurea afferenti alle Facoltà di Psicologia e Studi Politici e per l’Alta Formazione Europea e Mediterranea “Jean Monnet”. La percentuale degli uomini presenti in aula è bassissima, se ne contano quattro o cinque. Sembra che il fascino della Psicologia colpisca, per la maggioranza, molte donne, arrivate a Caserta prettamente per questo corso di laurea; poche sono interessate a Studi politici, alcune non sapevano nemmeno che la presentazione si sarebbe svolta nella stessa aula. L’hanno appreso all’entrata, dove alcuni studenti di Scienze hanno messo in piedi uno stand per la distribuzione di materiale informativo. Per Psicologia, nessuno stand, le brochure sono poi state distribuite ai presenti in aula. “I ragazzi hanno bisogno di consigli e di capire, seppur a livello generale, in cosa consiste il fatidico cambiamento tra scuola e università – ci dicono Francesco Delle Curti e Giovanna Tedeschi, responsabili dell’orientamento per la Facoltà di Scienze che hanno pensato bene di cominciare a distribuire materiale relativo alla Facoltà da loro frequentata il giorno precedente la presentazione della stessa, prevedendo il flusso di ragazzi in visita al complesso scientifico – Occorre spiegare loro gli esami e soprattutto le finalità dei singoli corsi di laurea, oltre a illustrare gli sbocchi occupazionali”.
“La Sun è da sempre attenta al nuovo, ed è in questo senso che sviluppa percorsi di formazione e ricerca competitiva e al passo con i tempi – ha detto il Pro-rettore prof. Mario De Rosa nel suo intervento iniziale, che è stato un quadro generale del Secondo Ateneo – Voi studenti siete la linfa vitale dell’Università, e l’Università è un ambiente nel quale dovrete vivere per quattro o cinque anni”. Dopo i saluti iniziali, si passa alla presentazione delle singole Facoltà, con illustrazioni e spiegazioni dei Presidi e dei responsabili all’orientamento. Rispettivamente il Preside Gian Maria Piccinelli e la prof.ssa Rosanna Verde per la Facoltà “Jean Monnet”, la Preside Alida Labella e il prof. Giorgio Caviglia per Psicologia. 
Studi Politici 
internazionale e
multidisciplinare
La sede della Facoltà di Studi Politici – il complesso monumentale del Belvedere di S. Leucio – è il suo fiore all’occhiello anche se, come dice il Preside Piccinelli, “sia per agevolare gli studenti che per rispettare quel gioiello di S. Leucio che non è stato pensato per accogliere grandi numeri, i corsi per la laurea triennale si svolgono in via Vivaldi”. Con l’aiuto di slide, la prof.ssa Verde, docente di Statistica, illustra ai ragazzi i corsi attivi e i profili dei corsi di laurea: “il nostro obiettivo è formare esperti che operino in ambito pubblico, sociale, etc. La Facoltà si avvale di un corpo docente giovane e, di conseguenza, più vicina allo studente, vanta un’organizzazione interattiva e un contatto diretto”, e invita tutti coloro che avessero delle domande, durante tutto il periodo che anticipa la loro scelta di studi, a contattarla per ogni chiarimento. “I ragazzi – ci dice la prof.ssa Verde – hanno bisogno di conoscere l’offerta sul territorio, gli sbocchi occupazionali reali. Sono attenti al mercato del lavoro e vogliono capire quale può essere la scelta che li faccia entrare in questo mondo in tempi brevi. A mio parere, la Facoltà di Studi Politici offre una preparazione variegata e una cultura multidisciplinare, in un’ottica di internazionalizzazione”. La formazione di base è il punto di partenza anche secondo il prof. Piccinelli che aggiunge: “a Caserta, c’è un Ateneo in crescita, i ragazzi oggi hanno manifestato grande curiosità”. In effetti, gli studenti in aula seguono attentissimi in un rispettoso silenzio. 
“Psicologi non si nasce, si diventa”
Veniamo ora al sogno della maggioranza delle ragazze presenti: diventare psicologa o psicoterapeuta e svolgere questa attività in uno studio privato. “Psicologi non si nasce, si diventa. Dopo un percorso lungo e articolato –illustra la Preside Labella, ben consapevole di quanto fascino esercitino gli studi della Facoltà che guida. – E’ naturale che si nasca con potenzialità che, però, devono essere strutturate…Diventare psicologo significa sfruttare sé stesso per entrare in contatto con gli altri, diventa dunque importante lavorare su sé stessi, logicamente con il supporto dei docenti”. Gli sbocchi professionali di un laureato in Psicologia: “non c’è solo l’ambito clinico, che, per altro, è uno spazio ormai saturo – continua con molta chiarezza la Preside –le possibilità spaziano dal campo giuridico, a quello riabilitativo, medico, del lavoro, scolastico. Dopo la laurea, è lo psicologo che deve organizzare il suo lavoro, in quanto è un operatore che si modula in relazione alle offerte sociali”. Il prof. Caviglia si sofferma sulle differenze tra il titolo triennale e quello magistrale: “un laureato triennale potrà accedere all’albo B, lavorerà sempre a programmi che prevedono l’affiancamento ad uno psicologo iscritto all’albo A…”. 
Il bisogno di praticità dei ragazzi si desume da una domanda che arriva dal pubblico. “Com’è la giornata tipo di uno studente universitario?” chiedono. “C’è una forte differenza con la scuola – specifica subito Piccinelli – Adesso siete abituati a stare in classe cinque ore al giorno. Cambia il ritmo e cambia anche il metodo di studi: le giornate scandite da interrogazioni più o meno programmate diventeranno semestri di studio con verifiche finali. Verifiche che presuppongono, alla base, uno studio organico di argomenti vasti, esposti in maniera sistemica. Il mio consiglio, e quello dei docenti, è quello di seguire anche i corsi per i quali non è richiesta la frequenza obbligatoria, anche se sarebbe molto più comodo starsene a casa a studiare in pigiama, facendosi passare gli appunti da qualche amico”. La giornata dello studente di Psicologia: “visto l’elevato numero di iscritti presso la Facoltà, i corsi sono sdoppiati; dunque lo studente segue a giorni alterni”. Non manca qualche considerazione sull’evidente mancanza di spazi. “Stiamo cercando di ovviare alle carenze strutturali – dice la Labella – I lavori all’Ufficio delle Ex Poste, la nostra nuova sede, sono già partiti. Lì, sarà insediato un mini campus universitario con laboratori ed anche un asilo nido, che costituirà una valida esperienza di campo per i nostri studenti oltre che una comodità per i dipendenti con figli”.
Non poteva mancare, ovviamente, un’ampia parentesi dedicata i temuti test d’ammissione. L’ingresso a Psicologia passa per una selezione abbastanza dura visto che i posti sono 600 e, ogni anno, si presentano in media circa 1700 persone. “I test si svolgeranno al Palapartenope di Napoli e consistono in domande di logica, cultura generale e problem solving. La data non è ancora stata decisa, ma pensiamo sia diversa da quella scelta dalla Facoltà napoletana per dare la possibilità, a chi volesse, di partecipare ad entrambe le prove. Anche se – specifica la Preside – il nostro corso di laurea tende a formare uno psicologo con abilità a lavorare nel sociale, nel campo della salute e del benessere a differenza del percorso di studi proposto a Napoli, più circoscritto all’ambito clinico”. Qualche chiarimento finale su una branca che appassiona molti o quanto meno incuriosisce: la Psicologia giuridica “che–chiarisce dalla Preside – non è la Psicologia criminale. E’ quella applicata alla legge, quella che riguarda separazioni, affidamenti, capacità d’intendere e di volere, etc….”. 
Sembra che la mattinata abbia fornito un quadro generale di grande aiuto alle studentesse e, in alcuni casi, è servito a farle tornare un po’ con i piedi per terra. “Ci sono pochi sbocchi lavorativi – commentano le ragazze del liceo socio-psico-pedagogico “Manzoni” di Caserta – Si è parlato di psicologo giuridico e della figura dello psicologo all’interno della scuola, ma per adesso non c’è! Non esistono proprio queste figure…”. “Abbiamo capito che per diventare psicologhe bisogna studiare tanto – dicono Santa Vagliviello e Valeria Sestito, al quinto anno sempre del liceo Manzoni – Diventare psicoterapeuta e aprire uno studio poi è quasi impossibile!.. In questa Facoltà, ci sono solo due corsi di laurea specialistica, la scelta è limitata. E se vuoi studiare altro o se non passi l’esame di ammissione?”. Alcune sono deluse dalla giornata: “ci avevano assicurato che avremmo visitato le aule e i laboratori, e invece, dopo le spiegazioni dei professori, è finito tutto. Non abbiamo visto nulla”. Altro dilemma che spesso assilla i ragazzi è conciliare i propri gusti e le richieste del mercato del lavoro. “A me piacciono le materie letterarie – ci dice Federica Gallo, diciottenne di Napoli – ma tutte le Facoltà che preferisco sembrano ambigue. Nessuna ha un senso di praticità”.  Federica, insieme alla sua amica di classe Giulia Abate, è testimone del bisogno di orientamento dei ragazzi: il liceo classico che frequentano – l’Umberto di Napoli – non ha partecipato ad alcuna giornata di orientamento di ApriLeFacoltà, e così ci hanno pensato loro, prenotandosi di loro iniziativa. “Non ho avuto una buona impressione della Facoltà – dice Giulia – Non ci hanno mostrato le aule, né i laboratori…credo che Psicologia sia un bel corso di laurea per le materie che si studiano, ma purtroppo non vedo alcuna prospettiva”. 
Maddalena Esposito
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