Pochi appelli d’esame: la lamentela degli iscritti al Corso di Laurea in Informatica

“Provengo dall’Istituto Tecnico Industriale e questo mi ha avvantaggiato. Molti colleghi, invece, hanno incontrato difficoltà. In un semestre ci sono troppi esami ed è difficile partire bene al primo anno” afferma Giuseppe Nigro, secondo anno di Informatica. “Fino ad ora sono riuscito a dare, al massimo, tre esami in un semestre sui cinque o sei previsti. Se poi te ne trascini dietro qualcuno dagli anni precedenti, il numero cresce in maniera esponenziale”, interviene il suo collega Tommaso Monteforte che aggiunge: “in generale sarebbe meglio se i professori prevedessero più prove intercorso e più appelli. In tutto l’anno abbiamo solo due sessioni d’esame, con tre appelli a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro. Quest’anno i corsi si sono conclusi a dicembre, il numero degli appelli è un po’ aumentato e c’è stato più tempo per prepararsi”. Con i corsi compatti “si corre perché i programmi non sono stati affatto ridotti, sono gli stessi degli anni precedenti” d’altro canto “si ha più tempo per studiare. Ci sono però degli argomenti che occorre preparare con un po’ d’anticipo e capita che, a pochi giorni dalla fine del corso, ci sia subito il primo appello. Non è piacevole” conclude Giuseppe. La scarsità di appelli d’esame sembra essere il problema più grave per gli studenti di Informatica. La situazione peggiora per i fuoricorso. Il corso di laurea è giovane, ha solo otto anni di vita. Quando è stato istituito, la sua organizzazione è stata impostata pensando già alla riforma del 3+2. “Non è cambiato niente per noi studenti del vecchio ordinamento. È solo una questione burocratica, ci laureiamo con un titolo anziché con un altro. Per noi la tragedia è l’organizzazione. Abbiamo in tutto 44 esami e solo tre mesi l’anno per sostenerli. La situazione è veramente critica. Se perdi l’attimo aspetti sei mesi. Oggi ho un esame e se non lo supero, se ne riparla a giugno o luglio. Da due anni non ho più corsi però sono costretta lo stesso ad aspettare. Dovrei lavorare alla tesi, fare altre cose” dice con amarezza Valeria Mele. “Abbiamo lo stesso numero di sessioni dei nuovi iscritti e quando si è in ritardo non si riesce più a recuperare. Per non parlare della dubbia utilità di sostenere gli esami lontano dai corsi” interviene il suo collega Giulio. C’è chi sostiene che fissare gli esami durante i corsi distragga gli studenti. “Se ci avessero permesso di affrontare gli esami durante i corsi, probabilmente saremmo stati facilitati. È peggio accavallare gli argomenti tra loro piuttosto che fare una cosa extra rispetto alle lezioni. Forse siamo una realtà particolare, in transizione” conclude Valeria. 
“Abbiamo sempre seguito tutti i corsi. Per una facoltà scientifica è fondamentale. In aula si acquisiscono i concetti base per poter studiare meglio a casa. Frequentiamo molto l’università e nel tempo abbiamo formato un gruppo di studio. Questa è stata la nostra salvezza” sostengono Claudia e Benedetta prossime alla laurea triennale in Biologia Generale e Applicata. “Siamo stati sempre molto seguiti. Al nostro corso non siamo nemmeno in cento. Non abbiamo sofferto l’affollamento nemmeno al primo anno, perché eravamo divisi in gruppi di 60-70”. Le due laureande hanno un suggerimento per i loro docenti. “Sarebbe preferibile fare un po’ più di laboratori. I ragazzi sarebbero maggiormente coinvolti. Noi che stiamo lavorando alla tesi, siamo un po’ disorientate. Non sappiamo come gestirci. Tra l’altro questo dovrebbe essere il nostro lavoro futuro”. In generale i commenti degli studenti di Biologia sono entusiastici. Sabrina, Annamaria e Laura sono tre studentesse al primo anno di laurea magistrale del corso Biomolecolare. “Abbiamo concluso il percorso nei tempi previsti. Non è una cosa diffusissima, però ci sono gruppi di studenti abbastanza corposi che si sono laureati in corso in questi mesi. Chi non ce l’ha fatta si è perso al primo anno” dice Annamaria. Il successo negli studi dipende da vari fattori: volontà, costanza e organizzazione. “Io mi ero prefissa di restare nei tempi ma sono anche stata agevolata dall’organizzazione. I gruppi in aula non sono mai troppo numerosi ed i professori sono sempre  disponibili. Lavorano qui, perciò li trovi sempre e fissano tante date d’esame, alcuni anche una volta la settimana. In questo modo riesci a gestirti come vuoi” sottolinea Sabrina.  I corsi biologici esercitano da sempre un forte potere di attrazione nei confronti dei giovani. Inoltre, per molti studenti che non hanno superato i test d’ammissione a Medicina, diventa una sorta di scelta residuale. Da quando anche la Facoltà di Biotecnologie ha istituito il numero chiuso, gli iscritti sono ulteriormente cresciuti. Quest’anno il solo Corso di Laurea in Biologia Generale e Applicata ha registrato 800 immatricolati. “Con questi numeri, si rischia l’ingestibilità. Se qualcuno vuole iscriversi a Biologia, deve farlo solo se ha una reale passione. Con questo tipo di mestiere non si mangia e si affrontano studi pesanti” conclude Laura.
“L’anno scorso ero a Biologia ma mi sono appassionato alla chimica e ho deciso di cambiare Corso. Ora sono molto più contento” dice Andrea Valentino, primo anno di Chimica, Corso di Laurea dai piccoli numeri. L’organizzazione risulta, nel complesso, buona. All’inizio dell’anno il presidente del Corso, il prof. Marco D’Ischia, presenta alle matricole le peculiarità del percorso di studi. “Ci ha spiegato la differenza tra Chimica e Chimica Industriale. La prima consente di lavorare in più campi e di studiare cose microscopiche; la seconda, invece, vincola alle macchine e ad oggetti dalle dimensioni maggiori. Se un giorno volessimo lavorare nell’industria, ci basterebbe scegliere una specialistica adeguata” sostiene Mario Invincenzi, primo anno di Chimica. “I ritmi sono frenetici però, non avendo troppi corsi, puoi organizzarti bene il lavoro. I risultati delle prime prove sono stati mediamente buoni. Non abbiamo avuto particolari problemi nemmeno nelle prove intercorso. C’era tutto quello che avevamo svolto” aggiunge Domenico Iannone, matricola di Chimica.
Ritmi convulsi anche a Fisica: “i professori sono bravi, l’orario è ben organizzato, ma in un mese o poco più, tra esami e prove intercorso, hai molto da studiare e se non riesci ad organizzarti subito, hai problemi a stare dietro a tutto. Anche perché ogni argomento non deve essere solo capito, ma anche elaborato e sviluppato” dice Michele, studente al primo anno. 
Simona Pasquale
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