Gli studenti di Agraria si mobilitano sul punteggio tesi. Mercoledì 29 novembre si è svolta un’assemblea, a Portici, alla quale sono stati invitati anche i professori. Non sono escluse forme di protesta incisive, compreso un corteo per le strade del comune vesuviano. Stefano Pascucci, uno dei rappresentanti uscente dal Consiglio di Ateneo, illustra i motivi dello scontento. “Da tempo, ormai, stiamo battagliando sul punteggio delle tesi di laurea. Abbiamo fatto un monitoraggio che senza avere pretese di esaustività e di infallibilità, è indicativo. Negli ultimi cinque anni, in media, in seduta di laurea sono stati assegnati due punti e mezzo per candidato. E’ una ingiustizia che ci penalizza. Anche perché, non dimentichiamolo, ad Agraria le tesi di laurea sono tutte sperimentali. Richiedono impegno costante, presenza assidua in facoltà, passione. Come vengono premiate? Spesso con uno o due punti !”.
Il problema è particolarmente sentito, in facoltà. A luglio gli studenti contestarono in maniera plateale, innalzando lo striscione “la Cocacola ci dà più punti”, dopo l’ennesima seduta di laurea conclusasi con l’assegnazione di punteggi generalmente bassi. Nell’occasione il Preside Carmine Noviello – in facoltà si dice che non abbia rinunciato a presiedere neanche una seduta, nei suoi 28 anni ininterrotti alla guida di Agraria – uscì fuori dall’aula ed affrontò gli studenti con parole piuttosto dure. “Disse che non si sarebbe fatto intimidire – ricorda Pascucci- Il fatto è che nessuno vuole intimidirlo; semplicemente ci piacerebbe che fosse eliminata un’anomalia che ci penalizza”. Sta di fatto che, da allora, i contatti tra la presidenza ed i rappresentanti sono stati mantenuti solo attraverso richieste scritte e lettere: il preside non li ha più ricevuti. Nelle sedute, però, i punteggi hanno continuato a mantenersi particolarmente bassi. “Ad ottobre – prosegue Stefano Pascucci- il laureando più fortunato ha avuto due punti. Per gli altri, solo arrotondamenti in eccesso. Per esempio, da 101,1 a 102”. I casi sono due: o la stragrande maggioranza degli studenti, dopo circa sette anni (questa la moda dei laureati in Agraria) non riesce a produrre una tesi decente, oppure qualcosa non va nell’atteggiamento delle commissioni e del preside. Nel primo caso, francamente improbabile, il professor Noviello dovrebbe interrogarsi sulla qualità della didattica impartita in facoltà e sulla facilità con la quale i relatori danno il via libera ai laureandi. Nel secondo, invece, andrebbero rivisti i criteri di assegnazione del punteggio. Un regolamento interno, magari, servirebbe a fare chiarezza e a garantire trasparenza. “E’ una delle nostre richieste – conferma Pascucci- Altre facoltà di Agraria, per esempio quella di Campobasso, ne hanno uno da tempo. Per restare alla Federico II, Ingegneria, Scienze Politiche, Economia, Architettura (sono i primi esempi che mi vengono in mente) hanno a loro volta redatto un regolamento tesi interno. La nostra opinione è che dovrebbe elaborarlo una commissione paritetica composta tra studenti e docenti. Il professor Noviello ritiene che attribuire pochissimi punti ai laureandi garantisca la qualità della facoltà, ma non c’è alcun nesso tra i due aspetti della questione”.
Intorno al problema tesi, dunque, si coagula il malcontento degli iscritti. I quali, peraltro, hanno anche altri motivi di insoddisfazione. “Agraria è fortemente in ritardo, nella discussione della riforma e nell’elaborazione dei percorsi didattici della laurea triennale – sottolinea Pascucci- Anche su questo gli studenti chiedono una svolta”.
Fabrizio Geremicca
Il problema è particolarmente sentito, in facoltà. A luglio gli studenti contestarono in maniera plateale, innalzando lo striscione “la Cocacola ci dà più punti”, dopo l’ennesima seduta di laurea conclusasi con l’assegnazione di punteggi generalmente bassi. Nell’occasione il Preside Carmine Noviello – in facoltà si dice che non abbia rinunciato a presiedere neanche una seduta, nei suoi 28 anni ininterrotti alla guida di Agraria – uscì fuori dall’aula ed affrontò gli studenti con parole piuttosto dure. “Disse che non si sarebbe fatto intimidire – ricorda Pascucci- Il fatto è che nessuno vuole intimidirlo; semplicemente ci piacerebbe che fosse eliminata un’anomalia che ci penalizza”. Sta di fatto che, da allora, i contatti tra la presidenza ed i rappresentanti sono stati mantenuti solo attraverso richieste scritte e lettere: il preside non li ha più ricevuti. Nelle sedute, però, i punteggi hanno continuato a mantenersi particolarmente bassi. “Ad ottobre – prosegue Stefano Pascucci- il laureando più fortunato ha avuto due punti. Per gli altri, solo arrotondamenti in eccesso. Per esempio, da 101,1 a 102”. I casi sono due: o la stragrande maggioranza degli studenti, dopo circa sette anni (questa la moda dei laureati in Agraria) non riesce a produrre una tesi decente, oppure qualcosa non va nell’atteggiamento delle commissioni e del preside. Nel primo caso, francamente improbabile, il professor Noviello dovrebbe interrogarsi sulla qualità della didattica impartita in facoltà e sulla facilità con la quale i relatori danno il via libera ai laureandi. Nel secondo, invece, andrebbero rivisti i criteri di assegnazione del punteggio. Un regolamento interno, magari, servirebbe a fare chiarezza e a garantire trasparenza. “E’ una delle nostre richieste – conferma Pascucci- Altre facoltà di Agraria, per esempio quella di Campobasso, ne hanno uno da tempo. Per restare alla Federico II, Ingegneria, Scienze Politiche, Economia, Architettura (sono i primi esempi che mi vengono in mente) hanno a loro volta redatto un regolamento tesi interno. La nostra opinione è che dovrebbe elaborarlo una commissione paritetica composta tra studenti e docenti. Il professor Noviello ritiene che attribuire pochissimi punti ai laureandi garantisca la qualità della facoltà, ma non c’è alcun nesso tra i due aspetti della questione”.
Intorno al problema tesi, dunque, si coagula il malcontento degli iscritti. I quali, peraltro, hanno anche altri motivi di insoddisfazione. “Agraria è fortemente in ritardo, nella discussione della riforma e nell’elaborazione dei percorsi didattici della laurea triennale – sottolinea Pascucci- Anche su questo gli studenti chiedono una svolta”.
Fabrizio Geremicca