Polo di Agraria alle ex Officine Fiore, cosa è accaduto

Nei giorni scorsi, dopo anni di silenzio, si è tornati a parlare dell’ex Officine Fiore, progetto risalente ai primi anni del 2000 per la realizzazione di un Polo di Agraria tra Portici ed Ercolano, bloccato da dieci anni per vari problemi giuridici. Ma come sono andate le cose? Proviamo una ricostruzione. Per attuare il progetto fu fatta una operazione di leasing con un fondo immobiliare privato, creato ad hoc. Si stabilì che l’Università Federico II per acquisire l’immobile realizzato dal gruppo imprenditoriale Fiore (proprietario anche del suolo), come da accordi con il Fondo, avrebbe dovuto pagare un affitto per 12 anni per poi acquisire la struttura attraverso il riscatto dell’opera a prezzo stabilito. Il contratto tra Fondo ed Università, purtroppo, non conteneva nessuna clausola di salvaguardia per l’Ateneo. Con il fallimento di Fiore, la società finanziaria decise di rescindere il contratto con l’Ateneo. Intanto le banche creditrici che avevano finanziato Fiore per i lavori immobiliari divennero proprietarie della struttura. Negli anni successivi, nel periodo post Monti, fu vietato, per sei anni, alle amministrazioni pubbliche di comprare immobili. Nel 2016, con un bando per “Acquisizione di immobile da adibire a sede del Polo Agrario Integrato mediante ricorso all’istituto del leasing in costruendo ex art. 160 bis del D.lgs. 163/2006 e s.m.i”, l’Ateneo federiciano ha, quindi, iniziato l’iter per l’autorizzazione all’acquisizione di tutta la struttura. Intanto l’Autorità Nazionale Anticorruzione, interpellata per un parere, ha imposto una procedura complicatissima per far valutare l’immobile, far verificare dall’Ufficio del Demanio se non ve ne siano equivalenti. Verifiche attualmente in corso. Qualora tutte le valutazioni dovessero risultare positive, bisognerebbe capire oggi quanto è conveniente acquistare un immobile abbandonato da 15 anni. Una responsabilità anche erariale non banale.
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