Riforma della Costituzione, Giurisprudenza invita ad una riflessione comune

Intervenire sulla Costituzione è come eseguire un’operazione a cuore aperto. Ci vuole sangue freddo ed estrema cautela. Ne è convinto il professore Guido Clemente di San Luca che ha promosso per il 21 giugno (con inizio alle ore 9.30) al Dipartimento di Giurisprudenza della Seconda Università una riflessione comune sulla Riforma della Costituzione. Una spontanea interrogazione da parte dei docenti, borsisti e ricercatori più giovani su un momento storico davvero delicato per il sistema democratico italiano nel quale, per effetto di errati e fuorvianti meccanismi anche mediatici, si finisce per sottovalutare la Riforma della Costituzione in cantiere che sta sfociando in uno sterile e inutile scontro partitico più che politico. Perché, come ribadisce il prof. Clemente di San Luca, l’accezione ‘politico’ è qualcosa di nobile che va salvaguardato e rivalutato alla luce dello svuotamento totale del senso della sua originaria funzione per cui oggi va interpretato a malincuore come qualcosa di negativo e corrotto. Nocciolo della questione dibattuta tra sette relatori è il contenuto della Riforma Costituzionale e, da un punto scientifico e attraverso uno spirito accademico, il processo che ha condotto a questa Riforma, approvata in doppia lettura da Camera e Senato e che nel mese di ottobre passerà al vaglio dei cittadini con un referendum costituzionale. Quest’ultimo è previsto dall’articolo 138 della Costituzione: i padri costituenti, in tempi lontani e non sospetti, vagliarono l’esigenza di cambiamenti futuri ma stabilendo tra le righe che l’Italia post guerra si basasse su una cultura plurale e non bipolare e quindi su un sistema elettorale proporzionale. Saranno dunque affrontati i vari punti previsti dalla Riforma, introdotti appunto dal prof. Fabrizio Amatucci, Direttore del Dipartimento, e dal prof. Clemente di San Luca. La tutela dell’art. 138 Cost. e dell’atto normativo per eccellenza della Repubblica Italiana approvato nel dicembre 1947 dall’Assemblea Costituente e promulgata dal capo provvisorio dello Stato Enrico De
Nicola è il primo obiettivo del dibattito a cui parteciperanno soprattutto gli studenti. La prof.ssa Silvia Izzo traccerà un profilo generale della Riforma seguita dalla prof.ssa Maria Pia Iadicicco che tratterà di “Forma del Governo e del sistema delle fonti primarie”, elencando i principali cambiamenti che potrebbe subire l’assetto istituzionale, a cominciare dal nuovo Senato delineato dal superamento del bicameralismo perfetto. Tema scottante affrontato dal prof. Luigi Ferraro che spiegherà cause ed effetti di una sola Camera come unico organo eletto dai cittadini e di
un Senato che diventa un organo rappresentativo delle autonomie regionali. Del nuovo possibile rapporto tra Stato e Regioni discuterà il prof. Giovanni Martini e del sistema delle  autonomie territoriali locali parlerà il prof. Alberto De Chiara. Si tratta della revisione del Titolo V: ritornano allo Stato alcune importanti competenze tra cui l’ambiente, i trasporti, la produzione e la distribuzione dell’energia, le politiche per l’occupazione, la sicurezza sul lavoro, l’ordinamento delle professioni. E poi l’abuso della decretazione d’urgenza: a fare luce sulla questione dell’adozione del decreto- legge come corsia preferenziale da parte del Governo di turno per far approvare i propri disegni di legge ci penserà invece il prof. Giampiero Coletta. “In questo scenario controverso e così delicato si inserisce una accurata riflessione sui nodi tecnici della questione che purtroppo è stata tristemente politicizzata – spiega il prof. Claudio De Fiores al quale sono affidate le conclusioni del dibattito – per questo occorre fare chiarezza soprattutto in presenza di studenti che ci auguriamo parteciperanno con interesse all’iniziativa”. Accade che questo attuale clima di disaffezione politica possa viziare l’aria della formazione e dell’educazione universitaria alla vita civile e politica e che cresca un elevato disinteresse verso problematiche così importanti per il Paese in cui viviamo. La Costituzione va non solo studiata ma soprattutto difesa. I Governi passano, la Costituzione resta.
Claudia Monaco
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