Rosa e Danilo, studenti brillanti, vincono i premi di studio in memoria di una loro collega scomparsa

Costanza, passione, porsi obiettivi e non imparare a memoria: gli ingredienti nella ricetta di una brillante carriera universitaria. Li forniscono due studenti che la devono sapere lunga in materia. Perché, grazie ai risultati raggiunti (e al reddito non elevato), si sono aggiudicati un premio: quello intitolato ad Antonella Lomonte, una loro sfortunata collega scomparsa lo scorso anno. Sono Rosa Vito, media del 28,6, e Danilo Dugo, media 29,9, entrambi iscritti al quinto anno di Giurisprudenza, vincitori, rispettivamente, del primo e secondo premio del valore di 1000 e 700 euro. La partecipazione al concorso per Danilo è arrivata un po’ per caso (“ero in vacanza con un amico e lui mi ha informato sul bando di concorso; ho deciso di provare perché rientravo nei requisiti di merito”), mentre Rosa, attenta alle attività on-line, consulta sempre il sito del Dipartimento: “alla ricerca di opportunità che consentano di vivere esperienze al di là dell’ambiente universitario”. Ma come si fa a raggiungere medie così alte a Giurisprudenza? Nulla di così impossibile per Danilo la cui parola chiave è la costanza: “bisogna studiare un po’ tutti i giorni e seguire i corsi, perché le spiegazioni dei professori sono un aiuto che si rivela prezioso per raggiungere risultati eccellenti”. Da sfatare il luogo comune che a Giurisprudenza si studia a memoria: “non l’ho mai fatto perché non ho buona memoria; cerco, invece, di immagazzinare le nozioni più importanti e il resto viene per ragionamento logico”. I tam tam sugli esami “mettono addosso una certa tensione che è positiva nello studio. Se so che la Commissione è ostica, affronto la prova con maggiore ansia e tento di dare di più. Insomma… sono spronato a dare il massimo! Ma questo è un fatto estremamente soggettivo, alcuni rendono di meno se hanno timore della Commissione!”. Essere uno studente “modello” di Giurisprudenza non è un’utopia. Prefiggersi un obiettivo e fare di tutto per raggiungerlo è il primo consiglio che dà Rosa: “bisogna iscriversi a Giurisprudenza se si ha passione per la materia e con una meta da raggiungere. Per me è così. Non avere un fine equivale ad una perdita di tempo. Chi si iscrive all’Università dovrebbe farsi un esame di coscienza e capire a fondo qual è il suo obiettivo nella vita. Molti scelgono Giurisprudenza perché è ad accesso libero ma poi, non avendo interesse per quello che si studia, iniziano ad avere problemi”. E non si abbatta chi non ha mai studiato materie simili prima d’ora, la volontà farà il resto: “prima di iscrivermi a Giurisprudenza non avevo mai studiato Diritto, ma con la buona volontà e studiando tutti i giorni ho recuperato alla grande. Lo studio va a sopperire lacune e mancanze”, afferma Rosa. La volontà e l’impegno aiutano ad affrontare anche esami ostici. Tra le discipline che più lo hanno interessato, Danilo cita Diritto Penale: “la materia in cui sto preparando la tesi. In particolare il mio lavoro tenta di individuare a quali criteri si deve attenere il giudice, al momento di comminare una pena”. A pochi esami dalla laurea, anche Rosa è alle prese con il lavoro di tesi: “sul tema del Concordato Preventivo, inerente alla branca del Diritto Fallimentare. Il lavoro prende spunto da un argomento in ambito commerciale, quello che tratterò io permette all’azienda una maggiore possibilità di uscire velocemente dalla crisi”. Danilo è già proiettato al futuro: “dopo la laurea vorrei studiare per diventare notaio, quindi penso che mi iscriverò alla Scuola Notarile a Napoli”. Mentre per Rosa: “l’obiettivo primario è laurearmi, dopo si vedrà! Avevo pensato di frequentare la Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali, ma dura due anni e l’iscrizione costa molto. Purtroppo non si fa riferimento al reddito. Poi è a numero chiuso: ogni anno possono accedere solo 100 persone”. Il pensiero di Rosa va alla famiglia della studentessa scomparsa: “voglio ringraziarla per avere intrapreso questa bellissima iniziativa. Un ringraziamento va anche all’ADISU che ha finanziato le borse di studio”.
An.Ca.
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