R-Store Apple, un progetto imprenditoriale napoletano che conquista l’Italia

Si potrebbe dire che va contromano sulla A1 da Napoli verso Milano. Parliamo del progetto imprenditoriale R-Store. Nato nel 2008 con un primo store in via Chiaia, l’Apple Premium Reseller è diventato una catena con ben 14 punti vendita tra Napoli e provincia, Roma, Milano, Avellino, Caserta, Salerno e Potenza. “Il fondatore, Giancarlo Fimiani, già lavorava con Apple, aveva un’altra attività che si occupava di forniture per società creative e publisher,
settori in cui si opera spesso a stretto contatto con Apple – spiega Elio Caldora, responsabile vendite e comunicazione R-Store Apple – Entrando, quindi, in rapporti con Apple Italia gli è stato proposto di aderire al programma APR e nel 2008 si è aperto il primo punto vendita R-Store a Napoli, in via Chiaia”. “Io sono arrivato nel 2011, dopo aver svolto un’esperienza decennale nella Apple di Milano – racconta Caldora che è laureato in Economia e Commercio alla Parthenope – Sono tornato a Napoli perché, entrando in contatto con R-Store per il mio precedente lavoro, ho notato che erano in fase di espansione e ho pensato di poter portare la mia professionalità, maturata in un’azienda strutturata e multinazionale, in un’azienda di Napoli”. Il segreto di R-Store, spiega Caldora, è “l’impegno nel seguire le strategie di Apple, cioè avere una copertura ampia del territorio, garantendo la massima serietà e qualità dell’esperienza di acquisto e tutto quello che riguarda i servizi del post vendita. Apple investe e si appoggia a delle società come R-Store, ha un piano di sviluppo che noi abbiamo voluto seguire fedelmente. Grazie al supporto di Apple, siamo riusciti a realizzare un’espansione veloce in regioni differenti, dalla Campania alla Lombardia, con un ultimo punto vendita che sta per aprire a Roma. Sono state premiate la caparbietà e la voglia di sposare la mission di Apple, che è molto ambiziosa e che non si ferma alla vendita dei prodotti”. Oggi all’interno della R-Store, oltre agli altri due soci Felice Giusti e Stefano Selvaggi, lavorano professionalità eterogenee: dai professionisti che vengono da società strutturate, a chi è nato e cresciuto
in R-Store, fino ai giovani laureati o laureandi che decidono di lavorare in uno store. “Noi abbiamo, e stiamo lavorando perché si sviluppino sempre più, fruttuosi rapporti con le istituzioni universitarie e scolastiche – spiega Caldora – Nel 2012 abbiamo iniziato i primi contatti con le scuole, per il progetto Scuola 2.0. Attività che rientra nel modus operandi della Casa di Cupertino, che è sempre stata molto vicina al mondo della scuola e dell’educazione, attraverso anche lo sviluppo di programmi dedicati. Per i rapporti con le università e le possibilità di stage e tirocini
siamo ancora in una fase ideativa. Finora si è avuta qualche collaborazione per tirocini attraverso dei Comuni, ma in maniera non organica. Entro il 2017 verrà strutturato un Ufficio di gestione del personale che si dovrà occupare anche dei rapporti con le istituzioni accademiche”. Un successo tutto partenopeo, che però ha dovuto combattere con alcune difficoltà insite nel nostro territorio: “Le problematiche che quest’azienda si trova ad affrontare tuttora sono legate alla carenza di infrastrutture, quali strade o banda larga. Noi abbiamo un format molto particolare,
un’utenza che va nel luxury e che chiede servizi di alta qualità, quindi dover combattere con problemi strutturali, legati ad un’arretratezza del nostro Paese, e presenti su tutto il territorio nazionale, non ci aiuta. Poi si aggiunge la troppa burocrazia: nello store di Roma abbiamo avuto difficoltà persino per l’allaccio della corrente”.
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