Scavi archeologici: l’attività pratica trasposta in un laboratorio virtuale

“Per noi archeologi è una mutilazione non poter stare sullo scavo. Purtroppo quest’anno abbiamo dovuto sospendere i cantieri dal momento che non sappiamo quale sarà la situazione nei mesi estivi. L’incertezza legata al pericolo di contagio non ci consente di mettere delle persone a lavorare lì insieme, perché in un cantiere gli operatori convivono, utilizzano gli stessi servizi, è un posto dove non si può mantenere una distanza di sicurezza. Proprio per questo motivo è iniziato un laboratorio online dove l’attività pratica sul campo viene trasposta in un corso teorico. È ben poca cosa rispetto all’esperienza diretta, ma dobbiamo accontentarci”, racconta il prof.  Federico Marazzi, ordinario di Archeologia Cristiana e Medievale, riferendosi al Laboratorio Cantiere di Scavo rivolto agli studenti (del primo e secondo anno) della Magistrale in Archeologia e Storia dell’Arte.
Nello spirito della ricostruzione di quella che è l’operatività corale di un team archeologico, nel corso di questi sei incontri laboratoriali (3, 7 e 10 maggio, quelli ancora in calendario) tenuti dal prof. Marazzi interverranno anche alcuni colleghi che negli anni lo hanno affiancato nei cantieri come i dottori Nicodemo Abate, Consuelo Capolupo e Alessia Frisetti.
Impossibilitati a fare esperienza sul campo, ai ragazzi viene raccontato tutto quello che avrebbero potuto e dovuto fare sullo scavo: da come si affronta, metodologicamente, la gestione di un cantiere, l’organizzazione di un progetto di scavo archeologico e quali sono i ruoli all’interno di uno scavo. Rilevante sarà l’affondo su mansioni e attività per nulla accessorie ma fortemente peculiari durante uno scavo come le documentazioni grafiche e fotografiche e tutta la parte inerente al post scavo, ossia la cura, lo studio e la schedatura dei reperti e, infine, la logistica che serve per chiudere le operazioni di scavo.
“In genere agli studenti viene insegnato sul posto come si opera correttamente all’interno di uno scavo archeologico, quali sono gli strumenti e come si usano, come si viene dislocati all’interno dei vari settori di cui uno scavo è composto e anche come si scava perché, anche se è un’operazione fisica, bisogna comunque effettuarla con criterio per non far del male a se stessi e agli altri, e perché gli attrezzi di cui un archeologo dispone non devono danneggiare il terreno su cui si opera. Queste sono piccole ma importanti norme e nozioni che adesso possiamo impartire solo a livello teorico”, afferma il prof. Marazzi.
Durante il Laboratorio il docente analizzerà con gli studenti alcuni casi studio inerenti agli scavi archeologici del Suor Orsola come il ventennale cantiere dell’Abbazia di San Vincenzo al Volturno, in provincia di Isernia, e quello recentissimo di Monteforte Irpino nell’avellinese, entrambi afferenti alla cattedra di Archeologia Medievale. Altri cantieri sono quello di Somma Vesuviana per l’età classica e quello dell’Isola di Vivara per la preistoria.
“Una volta finita l’emergenza, quando torneremo a lavorare sui cantieri,  apriremo le porte degli scavi agli studenti che intanto avranno conseguito il titolo per consentire loro di colmare il deficit formativo”. Una sorta di risarcimento per quanto la pandemia ha sottratto ad una generazione di laureati.
Maria Cristina Actis

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