Scienze discute del Regolamento di Facoltà

Consiglio lungo e intenso quello che si è svolto a Scienze il 12 febbraio. I temi sul tavolo sono molti e tutti scottanti ma prima di cominciare la Facoltà ricorda il prof. Del Re recentemente scomparso. 
Il Preside Roberto Pettorino apre i lavori comunicando i dati sulle immatricolazioni che presentano, rispetto all’anno scorso, un aumento complessivo del 20%. Una buona notizia, che appare però quasi una minaccia. “Dalla nostra ultima riunione sono state approvate la legge Gelmini e le nuove direttive di Ateneo per la sostenibilità economica. È ormai chiaro quanto la crisi sia pesante e diffusa.  La nuova legge, rispetto alla prima stesura, ha rimosso dei limiti, ma i tagli sono rimasti inalterati. Vuol dire che nel 2010 la situazione sarà davvero difficile”, dice il Preside. Per questo è stato deciso di pensionare i ricercatori che hanno maturato quarant’anni di servizio e di abolire i due anni di proroga concessi a coloro che hanno raggiunto l’età pensionabile. Ma l’organizzazione didattica appare compromessa visto che, entro il 2012, la Facoltà perderà 88 docenti, soprattutto ordinari e associati, nonostante la riduzione degli insegnamenti passati da 1283 a 1043 (nello specifico da 617 a 408 al primo anno). 
Tutorato per
600 matricole
Tutorato: il prof. Francesco Aliberti illustra i dati della Commissione, che si avvarrà del contributo degli studenti magistrali e dei dottorandi, grazie a borse di studio. “L’intervento deve colmare le lacune di base e affrontare la disomogeneità della formazione complessiva degli studenti, senza puntare esclusivamente sulle capacità cognitive, ma tendendo presente anche motivazioni ed entusiasmo”, dice il docente. Le attività saranno rivolte ad un massimo di 600 matricole che al test di ammissione abbiano conseguito un voto inferiore a 10/25 – meno di dieci risposte esatte su 25 domande. Previsti incontri, distribuzione di opuscoli informativi e l’attivazione di un link. Il progetto verrà valutato in base al numero di esami superati dagli studenti. Rispetto ai tempi previsti, il programma ha subito uno slittamento ma, come sottolinea il Preside, “è importante che si avvii”. 
“Scienze in Piazza”: l’iniziativa pubblica promossa dalla Facoltà in segno di protesta contro la legge 133. La prof.ssa Elena Sassi con i ricercatori Carla Perrone e Alessandro Pezzella, aggiornano la Facoltà: esperimenti come l’estrazione del DNA, o la simulazione di un terremoto, hanno suscitato le domande del pubblico e contribuito a dare un’immagine propositiva dell’Università e della passione che occorre per fare scienza. Le iniziative pubbliche non verranno comunque interrotte e il gruppo promotore, su invito del Preside, penserà a nuove iniziative. “Finché le leggi mi permetteranno di restare”, la risposta sarcastica della prof.ssa Sassi. Già, perché la dolorosa attualità universitaria irrompe prepotente in aula. “Il re è nudo, è bene ricordarlo, perchè è di questo che stiamo parlando. Dal momento che l’Ateneo non organizza momenti di confronto pubblico come richiesto, non credo che sia ancora il caso di fargli favori. Grazie all’impegno di chi organizza eventi come i ‘bancarielli’, si mette un bel vestito e in cambio delibera di pensionare quante più persone possibili, applicando un decreto che forse non diventerà più nemmeno legge. Dovremmo valutarci, ma sul serio. Si può anche decidere di ridistribuire il carico ma discutiamone, o governance significa rottamare la gente in base ad una virtù che stabilisce il governo di turno?”, chiede con forza il rappresentante dei ricercatori Ulderico Dardano.
Anche gli studenti del Collettivo di Monte Sant’Angelo intervengono leggendo un documento contro le rappresentanze studentesche e l’attuale gestione universitaria, denunciando gli scandali che hanno caratterizzato l’ultima tornata elettorale. “Sentirmi dire oggi cose che in parte si dicevano quarant’anni fa mi dà una pessima impressione di me all’interno di una struttura che svolge un ruolo di freno invece che di propulsione”, commenta il prof. Ugo Lepore. 
Il tema centrale della giornata è il nuovo Regolamento. Manca la maggioranza qualificata dei due terzi dell’aula per l’approvazione, ma si apre il confronto sugli emendamenti. I cambiamenti apportati al precedente testo tengono conto dell’accresciuto numero dei ricercatori in Consiglio di Facoltà e della necessità di avere un segretario delle riunioni, che resti in carica per almeno un anno, vista l’introduzione della firma digitale e delle procedure di autenticazione che questa ha apportato. Si procede con la lettura degli emendamenti. La rappresentante dei ricercatori, Giuliana Fiorillo, ricorda all’aula che i ricercatori dell’attuale Giunta di Facoltà, che agisce in regime di proroga per quanto riguarda i docenti, sono ancora in carica perché eletti un anno fa. Suggerisce inoltre di emendare le nuove norme, in base alle quali i ricercatori della Giunta devono essere eletti dai rappresentanti e non siano più essi stessi i rappresentanti eletti. “Il testo porta al completo svuotamento della capacità decisionale della Facoltà e della Giunta. Le scelte vengono delegate ai Consigli di Corso di Studi. Vengono introdotte nuove Commissioni e pur tuttavia non c’è nulla che indirizzi o indichi di cosa si occupino o che ruolo abbiano. Proposte modifiche senza alcun colloquio sulle proposte”, interviene ancora il prof. Lepore, che propone tutta una serie di emendamenti e correzioni relative agli articoli in cui si menziona il nuovo organo collegiale del Consiglio di Coordinamento dei Presidenti di Corso di Studio, introdotto con l’intenzione di creare un organismo intermedio tra la Giunta e la Facoltà. “Si dice che può avanzare proposte in materia di didattica alla Presidenza e alla Giunta, ma i Presidenti di CCS sono già dovunque, perchè dar vita ad un nuovo soggetto con dubbie capacità operative?”, aggiunge il docente prima di lanciare un’ultima stoccata. “Bisognerebbe introdurre un comma o un articolo, in cui si stabilisca che in presenza di pareri contrastanti su assegnazioni e supplenze, si decida seduta stante, per evitare balletti indecenti finché i Dipartimenti non trovano un accordo. Deve essere la Facoltà a prendersi l’obbligo di dirimere certe questioni”. “Credo che l’obiettivo dell’introduzione di questo Collegio sia quello di razionalizzare e snellire le procedure complesse di un organismo complesso come la nostra Facoltà”, interviene Simonetta Bartolucci. “Visto che sono praticamente in pensione, guardo la Facoltà quasi dall’esterno. La cosa più importante è la trasparenza; tutti gli atti devono essere pubblici, ad eccezione dei giudizi sulle persone e le relative discussioni. Questa Commissione mi sembra una cosa di lungo respiro”, sostiene il prof. Renato Musto. La prof.ssa Giuseppina Castronuovo dichiara la sua perplessità rispetto a tutti i nuovi organismi introdotti, Collegio dei Presidenti di Corso di Studio e Commissioni. “Sono perplessa dalla sovrapposizione con la Giunta, che è democraticamente eletta e funziona. Inoltre in Facoltà ci sono sempre state delle Commissioni, ma non ho mai saputo cosa abbiamo realmente prodotto”. “Rispetto ad altre Facoltà, la nostra è pletorica, garantista e guarda poco al funzionamento. Le nostre rappresentanze sono democratiche, ma esiste un’esigenza di organizzazione. Il numero di Corsi è enorme e i Presidenti di Corso hanno polso della situazione”, conclude il Preside. 
Il prossimo appuntamento è previsto entro i primi dieci giorni di marzo, per iniziare a discutere dell’attivazione dei corsi 270 successivi al primo e per approvare il Regolamento, sempre che si raggiunga la maggioranza qualificata. Diversamente, la nuova Giunta verrà eletta in base alle vecchie regole.
Simona Pasquale
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