“Originalità e sussistenza di una trama. Respingerò con forza gli esercizi stilistici senza un racconto originale: non mi piacciono le cose ben scritte ma vuote di significato. Invito tutti a scrivere solo se hanno qualcosa da raccontare e, prima di tutto, di leggere, senza pregiudizi”. Maurizio De Giovanni, scrittore conosciuto al grande pubblico per le indagini del commissario Ricciardi, è categorico nel sottolineare il metro di giudizio con cui esaminerà i racconti in concorso. Insieme a Luciano De Menna, Arturo De Vivo, Andrea Mazzucchi e Antonello Perillo, lo scrittore napoletano sarà, infatti, membro della giuria deputata alla selezione del romanzo (o della raccolta di poesie) vincitore del concorso letterario ‘Inchiostro Digitale’, organizzato da Ateneapoli e dal Coinor della Federico II. Il concorso, rivolto agli scrittori emergenti, è aperto a studenti, docenti e personale tecnico amministrativo dell’Ateneo. Ha lo scopo di permettere a chi ha un libro nel cassetto, o sogna di diventare uno scrittore, di vedere il suo testo inedito pubblicato in formato digitale e pubblicizzato nei maggiori store della rete. La giuria, entro il 15 giugno, selezionerà le cinque opere vincitrici. De Giovanni, nella duplice veste di giurato e scrittore, spiega: “Nella mia vita ho incontrato molti aspiranti scrittori che non leggevano niente. E’ come voler diventare calciatore senza aver mai visto una partita. Se non leggi, non hai una storia da raccontare. Studiare le tecniche di scrittura può aiutare a migliorarsi, ma se non hai la passione per la lettura è inutile. Leggere aiuta molto anche chi scrive letteratura di genere, perché questa ha un pubblico molto informato ed esigente per cui non si può essere superficiali. Io stesso, nello scrivere i miei romanzi, devo sempre fare delle ricerche storiche o giuridiche”.
La scrittura deriva
dalla lettura
dalla lettura
Laureato in Lettere e bancario, De Giovanni racconta di leggere molto e di apprezzare testi di natura diversa, così negli incontri che spesso tiene nelle Università non si stanca di ricordare agli studenti l’importanza di questo interesse: “Tra i miei lettori ho la fortuna di avere esponenti importanti del mondo accademico, tra cui Guido Trombetti, Luciano De Menna ed Emma Giammattei, per cui sono stato spesso invitato alle giornate di orientamento e ad incontri con gli studenti. Questo mi permette di rimanere vicino al mondo dei giovani e di poter ricordare loro come la scrittura derivi dalla lettura: la scrittura è solo il corollario della passione per i libri. L’Università ha il compito di indirizzare i giovani verso la lettura che ha una grande funzione educatrice”. La letteratura – aggiunge – ha una importante funzione perché “se è una scrittura che attrae davvero, ha la capacità di influenzare il lettore, farlo riflettere, farlo ragionare o aiutarlo a capire meglio le cose o se stesso. Purtroppo, a volte, nei nostri Atenei si legge poco oltre i manuali, e si scrive ancora meno”.
Concorsi come questo, quindi, possono essere uno sprone per i giovani, o per gli aspiranti scrittori di ogni età, per mettere su carta le loro idee, le loro storie e rendere possibile la loro lettura al pubblico. La carriera di De Giovanni è iniziata proprio da un concorso letterario, come lui stesso racconta: “Io non volevo fare lo scrittore! Poi mi sono lasciato convincere a partecipare ad un concorso letterario ed ho vinto. Avevo già 47 anni. Poi ho continuato a scrivere e a pubblicare i miei racconti diciamo ‘su richiesta’”.
Con i suoi romanzi, tra il giallo e il noir, che raccontano le storie di un commissario nella Napoli degli anni ’30, De Giovanni ha ricevuto numerosi riconoscimenti. Ha vinto il Premio Nazionale ‘Tiro Rapido’ nel 2005, il Premio ‘Corpi Freddi Award 2010’ per il miglior romanzo e come miglior autore italiano, e, nel 2011, il ‘Premio Camaiore’ di Letteratura Gialla e il Premio ‘Giuseppe Imbucci’ (Osservatorio Internazionale sul Gioco).
Concorsi come questo, quindi, possono essere uno sprone per i giovani, o per gli aspiranti scrittori di ogni età, per mettere su carta le loro idee, le loro storie e rendere possibile la loro lettura al pubblico. La carriera di De Giovanni è iniziata proprio da un concorso letterario, come lui stesso racconta: “Io non volevo fare lo scrittore! Poi mi sono lasciato convincere a partecipare ad un concorso letterario ed ho vinto. Avevo già 47 anni. Poi ho continuato a scrivere e a pubblicare i miei racconti diciamo ‘su richiesta’”.
Con i suoi romanzi, tra il giallo e il noir, che raccontano le storie di un commissario nella Napoli degli anni ’30, De Giovanni ha ricevuto numerosi riconoscimenti. Ha vinto il Premio Nazionale ‘Tiro Rapido’ nel 2005, il Premio ‘Corpi Freddi Award 2010’ per il miglior romanzo e come miglior autore italiano, e, nel 2011, il ‘Premio Camaiore’ di Letteratura Gialla e il Premio ‘Giuseppe Imbucci’ (Osservatorio Internazionale sul Gioco).
Il commissario
Ricciardi in
una serie tv
Ricciardi in
una serie tv
Per chi vuole far conoscere le proprie opere, sono utili sia i concorsi letterari, sia delle figure professionali come gli agenti letterari. L’agente letterario, a differenza di quelle case editrici che spesso pubblicano testi inediti anche a pagamento senza dare, poi, adeguata pubblicità all’opera, “si occupa – spiega lo scrittore – di fare innanzitutto una critica dell’opera e di suggerire allo scrittore eventuali correzioni o modifiche. Poi si incarica della promozione, prendendo una percentuale sul guadagno”.
Dopo il successo dell’ultimo libro “Per mano mia”, il commissario Ricciardi (interpretato dall’attore Riccardo Scamarcio) sarà presto protagonista di una serie tv. Ma cosa ne pensa lo scrittore di questo salto dalla pagina allo schermo? “Non sono molto contento in realtà – confessa – Ognuno si immagina il personaggio a modo suo e io stesso credo di immaginarmelo diversamente da come verrà trasposto in tv. Anche Camilleri si immaginava un Montalbano fisicamente molto diverso da Zingaretti. Questa discrepanza finisce per influenzare, poi, gli scritti successivi che si plasmano sulla figura televisiva più che su quella originariamente immaginata. Comunque sono consapevole che dal punto di vista commerciale è un’ottima opportunità, che la casa editrice ha saputo cogliere al volo”.
Valentina Orellana
Dopo il successo dell’ultimo libro “Per mano mia”, il commissario Ricciardi (interpretato dall’attore Riccardo Scamarcio) sarà presto protagonista di una serie tv. Ma cosa ne pensa lo scrittore di questo salto dalla pagina allo schermo? “Non sono molto contento in realtà – confessa – Ognuno si immagina il personaggio a modo suo e io stesso credo di immaginarmelo diversamente da come verrà trasposto in tv. Anche Camilleri si immaginava un Montalbano fisicamente molto diverso da Zingaretti. Questa discrepanza finisce per influenzare, poi, gli scritti successivi che si plasmano sulla figura televisiva più che su quella originariamente immaginata. Comunque sono consapevole che dal punto di vista commerciale è un’ottima opportunità, che la casa editrice ha saputo cogliere al volo”.
Valentina Orellana