È stato un sereno ritorno nelle aule universitarie per molti docenti il convegno organizzato dal Dipartimento di Matematica e Fisica della SUN e dalla Società italiana Mathesis, antica realtà che si occupa di mettere in rete chi delle due discipline si occupa. Quale la valutazione degli apprendimenti della Matematica e della Fisica in Italia? Questo l’interrogativo attorno al quale si è ragionato, il 28 marzo, attraverso una prospettiva che prendesse in esame soprattutto l’insegnamento tra scuola secondaria e università.
All’apertura dei lavori i saluti del Rettore Giuseppe Paolisso, che ha ribadito l’importanza del tema trattato, la valutazione, soprattutto per quanto riguarda gli studenti delle scuole superiori. È in questa ottica, ha annunciato il Rettore, che la SUN farà partire un’iniziativa dedicata agli studenti che intenderanno iscriversi a Medicina per il prossimo anno accademico: “Il concetto principale è quello di valutazione, che serve anche a rendere gli studenti consapevoli del loro grado di preparazione. A Medicina succede che poi questa scarsa consapevolezza diventa un senso di persecuzione percepito dallo studente, che poi viene ammantato con il concetto di diritto allo studio”. Subito dopo è arrivato il saluto di Luciano Chiappetta, Capo del Dipartimento dell’Istruzione al Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, che ha rievocato ai presenti i buoni risultati che emergono dalle ultime valutazione nei licei, evidenziando come questi debbano essere uno stimolo a fare meglio: “Dalla scuola media in giù i risultati al contrario non sono positivi, ed è lì il grosso del problema. Inoltre, i buoni risultati li otteniamo nei licei, ma non negli istituti professionali”. Il lavoro, insomma, è ancora lungo. Presenti anche il dott. Vincenzo Romano, in rappresentanza dell’Ufficio Scolastico Regionale, e il Presidente della Scuola Politecnica e delle Scienze di Base dell’Università ospitante, il prof. Alfredo Testa.
Dopo un rapido coffee break, si è entrati nel vivo del discorso con gli interventi introduttivi di Antonio D’Onofrio, Direttore del Dipartimento di Matematica e Fisica della SUN, e di Emilio Ambrisi, Presidente Nazionale Mathesis, che si è soffermato anche sulla storia dell’Associazione di cui è il primo rappresentante: “Mathesis compie 120 anni. Questo ci fa capire una cosa: l’insegnamento della matematica è sempre stato problematico”. E per continuare a cercare il fondo dei problemi, ha poi spiegato, si è deciso di organizzare per il secondo anno di fila un convegno nazionale che mettesse insieme le esperienze dei tanti invitati. Si valuta, ha detto Ambrisi, per migliorare ed arrivare a mete prefissate: “E conoscere le mete aiuterebbe anche l’amministrazione a rendere la scuola una buona scuola”.
La giornata si è quindi organizzata in due fasi distinte, separate da un momento dedicato al rinfresco pomeridiano. Molto si è parlato di scuola secondaria, con alcune pregnanti analisi firmate Mathesis sulla prova di matematica nei licei scientifici. L’ing. Salvatore Venticinque in particolare, snocciolando i dati, ha evidenziato alcuni andamenti interessanti. Innanzitutto un’oscillazione incredibilmente regolare nella media dei voti d’esame, un anno sì e un anno no: gli effetti del commissario esterno di matematica, che ogni anno interviene ad abbassare i voti e le speranze dei liceali. Un dato non proprio incoraggiante, che però si accompagna a un fattore sicuramente positivo. Questa differenza tra anni pari e anni dispari è in via di appianamento. I docenti esterni e interni vanno di anno in anno verso una valutazione più uniforme, con una media anche leggermente in crescita. Altra storia se si dispongono i dati dividendoli su base regionale; qui vediamo, come tristemente noto, voti molto più alti nel Sud del Paese, voti che dovrebbero certificare competenze maggiori, che però poi non vengono verificate negli altri sistemi di valutazione. È stato il prof. Michelangelo di Stasio ad evidenziare questo dato analizzando i dati del TFA (Tirocinio Formativo Attivo) 2012 e 2014 relativi alle classi di concorso di Matematica e Fisica. Le regioni del Sud Italia infatti si posizionano costantemente come fanalino di coda tra i laureati che tentano l’abilitazione, abbassando ancora di più risultati nazionali già di per sé non certo esaltanti.
Il compito di analizzare i risultati dei test di autovalutazione di Ingegneria è spettato al prof. Luigi Verolino, professore del Dipartimento di Ingegneria Elettrica e delle Tecnologie dell’Informazione della Federico II e direttore del SOFTel, Centro d’Ateneo per l’orientamento, la formazione, il tutoraggio e l’e-learning: “In origine era un test d’orientamento, e quindi facoltativo. Adesso è diventato direttamente un test inutile; soldi dello Stato spesi male”. Particolarmente esuberante il suo discorso, ma non per questo povero di spunti riguardo l’argomento: “Ogni anno vengono ad Ingegneria a Napoli circa 4200 studenti e si sottopongono ad un test di autovalutazione che comprende Logica, Comprensione verbale, due parti di Matematica, Fisica e Chimica. Sembrerebbe permettere una valutazione completa, ma in realtà non ci sono differenze tra chi risolve tutti e sessanta i test e chi invece risponde bene a solo 4 domande di Matematica 1: entrambi ammessi senza debiti. Inutile dire che nessuno risponde agli altri quesiti, e quindi questo test è totalmente inutile. Però la cosa interessante e sorprendente è che, entro un quindici percento d’errore, i primi ottocento classificati nel test poi si laureano in tempo e con buoni risultati. Il test quindi è fatto bene, ma è anche una delle cose più cortocircuitate d’Italia”.
Il dibattito acceso in mattinata è continuato poi nel pomeriggio, con la presenza di un’altra figura del Ministero a coronare l’iniziativa, l’Ispettore Tecnico Ettore Acerra, e gli interventi della prof.ssa Lucia Ariemma, il già citato prof. Testa, il presidente ANDIS Paolino Marotta, il prof. Filippo Terrasi e l’intervento del Vicepresidente della Regione Campania Guido Trombetti, figura dalla vasta esperienza universitaria nelle materie trattate. “Un grande successo – ha dichiarato il prof. Alessio Russo, membro del Dipartimento organizzatore – abbiamo contato tra i 130 e i 140 partecipanti. È già il secondo anno che insieme a Mathesis portiamo avanti questa iniziativa, ed intendiamo proseguire su questa strada. Vogliamo essere un ponte tra scuola e università”.
Valerio Casanova
All’apertura dei lavori i saluti del Rettore Giuseppe Paolisso, che ha ribadito l’importanza del tema trattato, la valutazione, soprattutto per quanto riguarda gli studenti delle scuole superiori. È in questa ottica, ha annunciato il Rettore, che la SUN farà partire un’iniziativa dedicata agli studenti che intenderanno iscriversi a Medicina per il prossimo anno accademico: “Il concetto principale è quello di valutazione, che serve anche a rendere gli studenti consapevoli del loro grado di preparazione. A Medicina succede che poi questa scarsa consapevolezza diventa un senso di persecuzione percepito dallo studente, che poi viene ammantato con il concetto di diritto allo studio”. Subito dopo è arrivato il saluto di Luciano Chiappetta, Capo del Dipartimento dell’Istruzione al Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, che ha rievocato ai presenti i buoni risultati che emergono dalle ultime valutazione nei licei, evidenziando come questi debbano essere uno stimolo a fare meglio: “Dalla scuola media in giù i risultati al contrario non sono positivi, ed è lì il grosso del problema. Inoltre, i buoni risultati li otteniamo nei licei, ma non negli istituti professionali”. Il lavoro, insomma, è ancora lungo. Presenti anche il dott. Vincenzo Romano, in rappresentanza dell’Ufficio Scolastico Regionale, e il Presidente della Scuola Politecnica e delle Scienze di Base dell’Università ospitante, il prof. Alfredo Testa.
Dopo un rapido coffee break, si è entrati nel vivo del discorso con gli interventi introduttivi di Antonio D’Onofrio, Direttore del Dipartimento di Matematica e Fisica della SUN, e di Emilio Ambrisi, Presidente Nazionale Mathesis, che si è soffermato anche sulla storia dell’Associazione di cui è il primo rappresentante: “Mathesis compie 120 anni. Questo ci fa capire una cosa: l’insegnamento della matematica è sempre stato problematico”. E per continuare a cercare il fondo dei problemi, ha poi spiegato, si è deciso di organizzare per il secondo anno di fila un convegno nazionale che mettesse insieme le esperienze dei tanti invitati. Si valuta, ha detto Ambrisi, per migliorare ed arrivare a mete prefissate: “E conoscere le mete aiuterebbe anche l’amministrazione a rendere la scuola una buona scuola”.
La giornata si è quindi organizzata in due fasi distinte, separate da un momento dedicato al rinfresco pomeridiano. Molto si è parlato di scuola secondaria, con alcune pregnanti analisi firmate Mathesis sulla prova di matematica nei licei scientifici. L’ing. Salvatore Venticinque in particolare, snocciolando i dati, ha evidenziato alcuni andamenti interessanti. Innanzitutto un’oscillazione incredibilmente regolare nella media dei voti d’esame, un anno sì e un anno no: gli effetti del commissario esterno di matematica, che ogni anno interviene ad abbassare i voti e le speranze dei liceali. Un dato non proprio incoraggiante, che però si accompagna a un fattore sicuramente positivo. Questa differenza tra anni pari e anni dispari è in via di appianamento. I docenti esterni e interni vanno di anno in anno verso una valutazione più uniforme, con una media anche leggermente in crescita. Altra storia se si dispongono i dati dividendoli su base regionale; qui vediamo, come tristemente noto, voti molto più alti nel Sud del Paese, voti che dovrebbero certificare competenze maggiori, che però poi non vengono verificate negli altri sistemi di valutazione. È stato il prof. Michelangelo di Stasio ad evidenziare questo dato analizzando i dati del TFA (Tirocinio Formativo Attivo) 2012 e 2014 relativi alle classi di concorso di Matematica e Fisica. Le regioni del Sud Italia infatti si posizionano costantemente come fanalino di coda tra i laureati che tentano l’abilitazione, abbassando ancora di più risultati nazionali già di per sé non certo esaltanti.
Il compito di analizzare i risultati dei test di autovalutazione di Ingegneria è spettato al prof. Luigi Verolino, professore del Dipartimento di Ingegneria Elettrica e delle Tecnologie dell’Informazione della Federico II e direttore del SOFTel, Centro d’Ateneo per l’orientamento, la formazione, il tutoraggio e l’e-learning: “In origine era un test d’orientamento, e quindi facoltativo. Adesso è diventato direttamente un test inutile; soldi dello Stato spesi male”. Particolarmente esuberante il suo discorso, ma non per questo povero di spunti riguardo l’argomento: “Ogni anno vengono ad Ingegneria a Napoli circa 4200 studenti e si sottopongono ad un test di autovalutazione che comprende Logica, Comprensione verbale, due parti di Matematica, Fisica e Chimica. Sembrerebbe permettere una valutazione completa, ma in realtà non ci sono differenze tra chi risolve tutti e sessanta i test e chi invece risponde bene a solo 4 domande di Matematica 1: entrambi ammessi senza debiti. Inutile dire che nessuno risponde agli altri quesiti, e quindi questo test è totalmente inutile. Però la cosa interessante e sorprendente è che, entro un quindici percento d’errore, i primi ottocento classificati nel test poi si laureano in tempo e con buoni risultati. Il test quindi è fatto bene, ma è anche una delle cose più cortocircuitate d’Italia”.
Il dibattito acceso in mattinata è continuato poi nel pomeriggio, con la presenza di un’altra figura del Ministero a coronare l’iniziativa, l’Ispettore Tecnico Ettore Acerra, e gli interventi della prof.ssa Lucia Ariemma, il già citato prof. Testa, il presidente ANDIS Paolino Marotta, il prof. Filippo Terrasi e l’intervento del Vicepresidente della Regione Campania Guido Trombetti, figura dalla vasta esperienza universitaria nelle materie trattate. “Un grande successo – ha dichiarato il prof. Alessio Russo, membro del Dipartimento organizzatore – abbiamo contato tra i 130 e i 140 partecipanti. È già il secondo anno che insieme a Mathesis portiamo avanti questa iniziativa, ed intendiamo proseguire su questa strada. Vogliamo essere un ponte tra scuola e università”.
Valerio Casanova