Si laurea solo il 35% degli iscritti Il Preside: “datevi da fare”

Come sempre affollatissima, anche quest’anno la sede di Giurisprudenza di via Porta di Massa ha accolto le matricole accorse il 19 ottobre a godersi il primo vero contatto con la facoltà. Parliamo, logicamente, del consueto appuntamento che ormai da anni apre ufficialmente la tornata di studi che comincia in novembre.
La ‘presentazione alle matricole’ ha goduto, per questa edizione, di un parterre d’eccezione di docenti (non più solo di materie del primo anno) e, fatto nuovo, ha visto avvicendarsi alla parola rappresentanti degli studenti, componenti di associazioni e collettivi senza che la maggior parte degli ormai annoiati ragazzi lasciasse l’aula. Rinnovato interesse per tutto ciò che è università? Maggiore coscienza della nuova generazione di studenti? Mah, fatto sta che il Preside Luigi Labruna ed i professori Fernando Bocchini (Diritto privato IV), Massimo Iovane (Diritto internazionale II), Nicola Di Prisco (Diritto privato III), Michele Scudiero (Diritto costituzionale II), Generoso Melillo (Istituzioni di diritto romano II), Francesca Reduzzi (Diritto romano III) e De Felice (Diritto previdenza sociale) hanno tenuto banco per più di un’ora catturando incondizionatamente l’attenzione delle centinaia di ragazzi stipati in aula.
“Giurisprudenza è una facoltà particolare – ha esordito subito il Preside Labruna, dopo aver sciorinato un po’ di utili informazioni su corsi, suddivisione delle cattedre e calendario delle lezioni– perché è notorio che il diritto restringe ad unità gli uomini in comunità organizzate. Voi siete dei privilegiati, ecco perché mi rammarico quando penso che pochissimi riescono a laurearsi nei canonici 4 anni di corso ed ancor meno sono quelli che in generale ce la fanno a finire gli studi. La nostra mortalità studentesca è risaputa: da noi si laurea ogni anno il 35-36% degli iscritti, meno del 7-8% ce la fa nell’arco dei quattro anni. Spero davvero che voi smentiate queste statistiche. Ora pensate che avete cinque-sei mesi per studiare bene almeno quattro delle cinque materie fondamentali che sono in programma al primo anno, dunque datevi da fare. Ricordatevi che, dato il gran numero di studenti, la facoltà ha provveduto a dividere il corso in due tronconi, così è stato incrementato anche il corpo docente. Anche se la mia speranza è che, invece di avere 6000 iscritti di cui se ne laureino 1000, si arrivi ad una maggiore qualità dei laureati e ad un minor numero di matricole. L’importante è che quelli di voi che saranno ancora con noi anche il prossimo anno pensino alle opportunità che gli saranno offerte dalla riforma del 3+2, per attuare la quale ci stiamo attrezzando. Chi non punta alle professioni forensi tradizionali può uscire dall’Università con una ottima preparazione anche dopo soli tre anni di corso”.
“Siete così piccoli – ha candidamente osservato il professor Scudiero, strappando anche dei sorrisi ai ragazzi -, prima vi vedevo entrare nell’aula, pieni di aspettative ed anche un po’ emozionati. Sappiate che anche noi ogni anno trepidiamo all’inizio di una vicenda che sta per cominciare e che ci vede impegnati insieme, noi e voi. Siamo al culmine di un decennale ciclo di trasformazione dell’Università, voi siete quelli che salgono sul battello per l’ultimo viaggio della facoltà, prima della riforma. Per cui impegnatevi, se vi può essere d’aiuto pensate che anche chi alla fine si laurea con 110 e lode, spesso, non ce la fa a finire in 4 anni. L’importante è dimostrare, innanzitutto a voi stessi, che ce la potete fare. Vi raccomando di tenervi sempre aggiornati, tramite giornali e tv, sul dibattito in merito ai grandi temi della costituzione, è fondamentale”.
Da una colonna della facoltà ad un’altra, il professor Melillo. “Contestando quelli che non la pensano così, posso assicurarvi che il Diritto romano od altro diritto storico vi servirà nel corso di laurea che vi avviate ad iniziare – spiega il docente -, non si tratta di antiquariato. Allo stato la materia romanistica si articola in due discipline, Storia ed Istituzioni di diritto romano, è una convenzione. Ma in futuro non sarà più così. Come ultima generazione prima della riforma voi avete delle responsabilità, non fatevi impressionare dai manuali di studio che ogni anno si ingrossano sempre di più. Non sono infarciti di pure speculazioni. Credo che vada valutata insieme la sostanza, non la forma di programmi. Piuttosto iniziate a spendere bene le vostre ore, ora che sta per entrare in vigore il sistema dei crediti formativi. Così non dovrete aspettare che la riforma vi arrivi addosso, per sperimentare quanto di buono vi è in essa contenuto”.
Dopo Melillo ecco chiuso il ciclo delle materie principali del primo anno con l’intervento del professor Di Prisco, privatista di pluriennale esperienza.
“Io vorrei parlarvi del valore della lezione – spiega -, quale strumento che predilige il contatto con gli studenti. Spesso l’Università richiede ai docenti altri impegni, ecco perché la lezione rimane il momento più utile per stabilire un feeling. Il diritto privato, poi, è una materia in cui l’apprendimento di principi e regole è solo il punto da cui partire per arrivare a soluzioni di problemi di genere vario. Il diritto privato non può mai prescindere dall’organizzazione sociale e statuale, il Codice civile individua solo dei percorsi, che sta poi a noi attuare”.
“Siamo nel mezzo di un colossale processo di trasformazione storica – dice il prof. Iovane -. Dalla crisi della sovranità degli Stati alle questioni che riguardano l’economia, l’ambiente, la tutela dei diritti umani. In quest’ottica non si può non pensare anche ad una ‘globalizzazione’ dei sistemi giuridici, anche se la parola globalizzazione a molti non piace”.
“Volevo esortarvi a non avere preoccupazioni – le prime parole rivolte dal professor Bocchini ai ragazzi -, a lezione avrete un po’ di minuti di spacco tra una lezione ed un’altra, è solo oggi che stiamo andando in fretta (risate ed applausi ndr). Vi invito a non deporre nel vostro bagaglio culturale i libri di storia e filosofia che avete letto a scuola, perché anche quel tipo di preparazione può davvero aiutarvi a meglio comprendere le formule giuridiche di diritto privato. Tanti istituti, penso al consenso traslativo, non sono stati creati estemporaneamente da qualcuno, ma sono il portato di un lento processo anche mentale della società”.
“Anche per me questo è un giorno importante – ha esordito la professoressa De Felice – perché è il mio primo anno di insegnamento in questa facoltà. Tutto ciò che posso dirvi è di privilegiare sempre il rapporto umano con i docenti e riflettere sulla sensibilità che mostrerete nei confronti di una materia come il diritto del lavoro, che può significare per voi avere maggiori possibilità quando dovrete affrontare problemi d’impiego nel mondo produttivo”.
Dopo l’ultimo intervento, la parola è passata agli studenti. Ha parlato prima Antonio Esposito, consigliere degli studenti che ha spiegato proprio il ruolo e le competenze della rappresentanza studentesca ed ha anche lanciato una frecciatina al preside sulla questione della commissione didattica (il preside gli ha prontamente risposto che aveva programmato proprio l’indomani un incontro col professor Jossa, presidente dell’organo). Più pratici i consigli che l’altro consigliere presente, Salvatore Iavarone, ha dato ai ragazzi: con quali esami è meglio iniziare, le difficoltà che si incontreranno, i seminari e le esercitazioni che si possono seguire, l’importanza di frequentare i dipartimenti; alla fine quest’opera è fruttata a Iavarone una salva di domande sparate sulla porta d’uscita da tutti quei ragazzi che non avevano avuto il coraggio di farle da posto (FAQ frequently asked question, come dicono gli inglesi): date di inizio dei corsi e scadenza settimanale delle lezioni. Dopo Iavarone è stata la volta di Mauro Buono, in rappresentanza del Collettivo Studentesco. “Università ancella del sistema produttivo delle imprese” è stata una delle considerazioni utilizzate da Buono, che ha contestato in primis la validità della riforma Zecchino sulle scuole di specializzazione. Ultimi a prendere la parola Antimo Cappuccio, in rappresentanza di Hic et Nunc, associazione culturale studentesca, che ha segnalato la possibilità di iscriversi al cineforum, e la giovane dottoressa Mignozzi, una tutor del progetto P.Or.T.A che, come sappiamo, segue ed orienta sia gli studenti laureandi che i laureati.
Marco Merola
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