Sinapsi ti ascolta da casa: “A tu per tu” con la quarantena

La sezione per il successo formativo del Centro di Ateneo Sinapsi della Federico II, coordinata dalla prof.ssa Maria Francesca Freda, con l’obiettivo di mantenere viva la relazione con gli studenti, ha attivato in modalità a distanza il Servizio di Consultazione psicologica per gli studenti universitari della Federico II. La Consultazione Psicologica prevede sino ad un massimo di 4 incontri con uno psicologo clinico e può essere svolta tramite videochiamata su Microsoft Teams. La coordinatrice, prof.ssa Freda, e le psicoterapeute, le dott.sse Maddalena Ligozzi, Federica Parlato, Stefania Scalzone e Brigida Vergona, che si occupano della consultazione psicologica, spiegano come il Centro ha riorganizzato il servizio di consultazione psicologica individuale (CPSU) e come gli studenti stanno vivendo la quarantena. Perché è importante mantenere un dialogo con gli studenti proprio in questo periodo. Questo è un periodo caratterizzato da repentini cambiamenti: le certezze su cui si fondavano le nostre esistenze sembrano venire meno. Pertanto, un sentimento di disorientamento e di sgomento ci può far vacillare e ci può far sentire vulnerabili. Questi vissuti sono comprensibili e, anche se con gradi di intensità diversa, riguardano tutti. Sono vissuti di incertezza che chiamano a mettere in campo strategie di adattamento: ad ognuno è chiesto di elaborare delle perdite, ognuno è posto davanti al compito di tracciare linee di continuità con la propria esperienza pregressa ed i propri obiettivi, così come ad ognuno di noi è chiesto di fronteggiare, attraverso competenze inedite, la situazione attuale. Perché la consultazione psicologica può aiutare. La sospensione di alcune attività, l’isolamento sociale e/o, nel caso degli studenti, la rinnovata permanenza stabile nel nucleo familiare sono condizioni che possono generare il senso di oppressione. Del resto, queste condizioni possono anche creare spazi interiori che restano invisibili, perché solitamente sommersi dal ritmo delle routine quotidiane. Lo spazio di consultazione psicologica a distanza è utile per riflettere sulle criticità che stiamo attraversando; è un percorso che sostiene la continuità dei propri progetti; attiva la ricerca di strategie di adattamento attraverso cui riconoscere e prendersi cura dei propri bisogni. È uno spazio in cui si impara a convivere, mediante il supporto di un esperto, con le parti spaventate e confuse di sé. Si impara, insomma, a promuovere risorse spendibili nella crescita personale e nell’assunzione di una responsabilità collettiva. Come si accede al servizio in questo periodo di quarantena. Accedere al Servizio è molto facile. Si può scrivere una e-mail all’indirizzo cpsu.sinapsi@unina.it chiedendo un appuntamento. Gli operatori del Centro risponderanno entro un paio di giorni per concordare un incontro. La consultazione prevede sino a 4 incontri e si svolge tramite piattaforma Microsoft Teams, la stessa che gli studenti utilizzano per la didattica a distanza e alla quale possono accedere tramite le credenziali unina. La disponibilità della piattaforma di Teams, prevista dall’Ateneo, è stata una risorsa molto importante perché ci ha permesso di trasformare la nostra modalità di lavoro rimanendo calati nel contesto delle procedure universitarie. Noi siamo un servizio universitario, gli studenti hanno imparato nel tempo a percepire tutte le opportunità messe in campo da Sinapsi come parte dell’offerta universitaria ed è molto importante che anche in questa fase possano fare affidamento su questo senso di appartenenza ad una comunità che li considera come persone. Come funziona la consultazione a distanza. Da circa un mese il nostro servizio ha attivato la possibilità della consultazione in remoto. Si tratta di una procedura nuova in cui l’ascolto psicologico è realizzato in uno spazio di vicinanza virtuale. Sicuramente la creazione della relazione è meno immediata: ci vuole pazienza ed entrambi gli interlocutori devono mostrarsi disponibili all’incontro. Tuttavia, abbiamo notato che, durante la consultazione, in alcuni casi, il clima che si genera può anche amplificare l’immaginazione e la libertà di espressione. Per alcuni studenti, specie per coloro che sperimentano forme di ansia sociale, la consultazione da remoto può, talvolta, agevolare l’espressione dei vissuti personali. Di cosa si può parlare in consultazione. In una consultazione psicologica si parla di qualsiasi cosa! Le tematiche affrontate sono varie e personali. Le modalità con cui ognuno vive e fronteggia la crisi sono diverse, la consultazione non impone mai argomenti ma segue quanto proposto dallo studente. Spesso, si parte dalla ricerca di un modo per regolare la propria concentrazione, di una strategia per organizzare il proprio tempo e lo studio. In altri casi la consultazione opera come risorsa a sostegno di grandi sforzi: in questo mese alcuni studenti hanno conseguito esami rimandati da tanto tempo. In altri casi ancora, la consultazione è un conforto al senso di vuoto e di paura che, in questa circostanza, può anteporsi ad ogni sforzo produttivo. In quarantena è certamente difficile definire uno spazio fisico e mentale per sé stessi. Gli studenti, infatti, devono seguire la didattica e studiare mentre interagiscono in qualità di figlio, di nipote, di supporto ai fratelli e alle varie necessità della famiglia. Ora che le giornate non sono più regolate da spostamenti o attività esterne, come vivono lo scorrere del tempo gli studenti. In questo periodo di isolamento e di restrizione delle libertà personali, il tempo può sembrare dilatato. Spesso, in consultazione si parla delle lunghe giornate di quarantena. Quindi, da una parte emerge la noia, l’ansia per le esperienze e per il tempo perduto, dall’altra si ricerca una motivazione per sostenere i propri obiettivi. Molte attività si sono fermate, ma non la didattica. Pertanto, gli studenti hanno la possibilità di perseguire il progetto universitario e di mantenere una visione prospettica. Tuttavia, questo compito a volte appare difficile. La sensazione di un tempo perso, di un’attesa forzata, di vissuti di impotenza possono scatenare preoccupazioni per i propri progetti, che appaiono sospesi. Può sembrare faticoso muoversi nel troppo tempo a disposizione. Alcuni studenti, infatti, possono sviluppare la paura di perdere tempo prezioso, di non riuscire ad utilizzarlo bene o di restare indietro. Si può avere la sensazione di non poter recuperare, di non riuscire a darsi dei compiti, di non essere in grado di gestire lo studio in un rapporto “a tu per tu”. Inoltre, la percezione del rallentamento del tempo innesca un dialogo più serrato con sé stessi e origina quesiti sulla propria esistenza. Perciò, grazie alla relazione con uno specialista, la consultazione diviene lo spazio in cui è possibile stabilire un contatto più stretto con le proprie vulnerabilità, ripensare a vecchie “ferite”, riconoscere e accogliere le nuove esperienze dolorose. Diventa importante regolare l’intensità di queste emozioni per poter tollerare il limite, fare i conti con il fatto che si può perdere qualcosa, che si possono attraversare anche sentimenti di intensa tristezza e che ci sono cose che non sono recuperabili, ma che non necessariamente interrompono un progetto di crescita. Lo studente fuorisede che decide di restare a Napoli durante la quarantena. In un periodo di fragilità e preoccupazione, la vicinanza alle persone care è un’importante fonte di sicurezza e garantisce una condivisione degli affetti, nonché la possibilità di ricevere e offrire sostegno. Allo stesso tempo, questa condizione mal si concilia con la vita di uno studente universitario, orientato a costruire autonomia, collezionare esperienze e formulare progetti e desideri. In questa vita condivisa con i parenti, i giovani si possono sentire fuori luogo anche fra tante persone care. Complementare a questa è la situazione degli studenti fuorisede che hanno scelto di non tornare a casa o che non hanno potuto far rientro e che si trovano a trascorrere la quarantena con i coinquilini. Per questi studenti è molto importante garantire la continuità di un senso di appartenenza all’università, alla comunità degli studenti, valorizzare e sostenere il proposito o la necessità di autonomia, aiutarli a sentirsi meno soli, valorizzare le funzioni di reciproco supporto con i coinquilini. Insomma, la consultazione psicologica può rappresentare un supporto alle risorse personali, una leva per fronteggiare questo periodo di fragilità e solitudine. Come prepararsi alla fase due della vita universitaria. In questa condizione di emergenza il futuro appare incerto. Il primo compito emotivo riguarda la realizzazione di una continuità tra la situazione attuale e quella precedente alla diffusione del Covid-19 in Italia. Partecipare alla didattica online, fare una classe yoga a distanza, riunirsi su skype con gli amici il sabato sera sono attività che rispondono a questa fondamentale esigenza e che garantiscono un sollievo emotivo e un senso di stabilità. Allo stesso tempo è sicuramente un errore rifugiarsi solo in queste forme di continuità aspettando che l’emergenza passi, sia perché i tempi di ripristino potrebbero prolungarsi, sia perché l’emergenza potrebbe tramutarsi in svolta sociale. Se così fosse, potremmo ritrovarci in un mondo che non conosciamo e che non siamo preparati a comprendere. Perciò, riteniamo che adesso ognuno di noi ha il compito di esplorare l’evoluzione delle condizioni, sperimentare l’efficacia delle proprie azioni, ovviamente contribuire rispettando le regole di contenimento del contagio, per apprendere nuovi approcci alla produttività, alla conoscenza alla comunità universitaria. Si potrebbe approcciare questo nuovo scenario nei panni di un visiting student, con la fiducia che l’intera comunità è impegnata in questo sforzo e con la consapevolezza che in questo periodo è importante il contributo di ognuno perché le nuove regole sono da costruire. Concludiamo citando uno studente: nel raccontare i suoi progetti, ci ha detto che a volte si immagina come “il padre del proprio futuro”. Si sente, insomma, come l’artefice di qualcosa che nascerà ed il cui esito non dipenderà solo da lui, ma senza di lui non potrebbe esistere.
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