Il prof. Aurelio Cernigliaro è stato appena rieletto Coordinatore del Corso di Laurea in Giurisprudenza. In questi due anni sotto la sua guida, il Dipartimento ha subito notevoli cambiamenti sotto il profilo della didattica. Tanti i punti messi in discussione dagli studenti: esami, lezioni, punti concessi alle sedute di laurea, pratica forense. A tutto il docente ha cercato di dare una risposta.
Esami e abolizione dell’appello di marzo. “È stato stabilito in accordo con gli studenti – spiega il prof. Cernigliaro – che il Dipartimento non potesse essere considerato un esamificio. Con gli appelli organizzati in questo modo, cerchiamo di offrire la migliore didattica possibile”. Secondo il docente, un corso universitario può considerarsi pieno “quando le lezioni si svolgono in certi periodi, e alla fine di esse c’è una valutazione immediata. Se il corso dura due mesi, gli esami si baseranno su quanto appreso in quel lasso di tempo. Così la preparazione della disciplina è continua e la prova verterà, senza eccessiva severità, sulle spiegazioni date”. Con il nuovo percorso, “abbiamo mantenuto gli stessi appelli, concedendo settembre a tutti i ragazzi. Se poi si vuol tornare al vecchio regime se ne può parlare. Ma non ne ravvedo la necessità”. L’abolizione dell’appello di marzo comporta però un aggravio economico sulle famiglie. Chi ha in programma di laurearsi a marzo- aprile, dopo febbraio non ha più possibilità di sostenere esami. Se non riesce a concludere deve quindi ripagare le tasse: “Devo verificare. Non mi risulta ci sia un aggravio economico. In caso contrario, valuterò se modificare il percorso. La programmazione degli appelli si può rivedere, ma la richiesta deve pervenire dai rappresentanti degli studenti”. Il professore ribadisce: no all’esamificio perché si “manda per aria la qualità della didattica. Se invece vogliamo mantenere standard qualitativi come il resto d’Europa, allora dobbiamo fare qualche sacrificio”.
Ore eccessive di lezione. “La questione sollevata ha un fondamento, vi sono troppe ore di lezione per alcune discipline. Ora che sono stato rieletto, porterò la discussione in Commissione Didattica, in modo da poter organizzare al meglio lo svolgimento delle attività”. Secondo la direttiva ministeriale: “Ad ogni credito deve corrispondere un numero preciso di ore. Materie come Privato o Commerciale necessitano di 120 ore di lezione ciascuna. Strizzarle in tre giorni è complicato, dovremmo tenere i corsi 4-5 giorni a settimana. Però poi sarebbero penalizzati gli studenti fuori sede, i pendolari che ogni giorno percorrono chilometri in treno”. Il docente riconosce che in questo modo “la didattica diventa pesante perché si concentra tutta negli stessi giorni. Il problema c’è e lo farò presente in Consiglio di Dipartimento”.
Punti in seduta di laurea. “Non è vero che anni fa si davano 11 punti di merito durante la sessione di laurea – precisa il docente – Sono false voci che circolano. La legge dice che per ogni docente si può attribuire un punto. Se la Commissione è composta da 7 membri, come si fa ad arrivare a 11?”. Da quando poi il Dipartimento ha applicato la regola della media ponderata, “gli esami singoli sono considerati ‘pesi’ e non si fa come prima la media fra esami. Con la ponderata si possono raggiungere al massimo 8 punti e nel Regolamento, siccome il range è più basso rispetto al passato quando c’era la media aritmetica, ho fatto inserire la possibilità di elargire voti ‘premiali’ a studenti particolarmente meritevoli (del tipo per chi ha svolto l’Erasmus, per fare un esempio). Così, il numero di punti viene elevato a discrezione della Commissione. Anche in questo caso, abbiamo cercato di migliorare le chance per gli studenti”. Naturalmente i punti in più “devono essere documentati e comprovati da elementi di carattere oggettivo. Insomma, superare la soglia degli 8 punti è facile, ma occorre meritarselo con periodi di studio all’estero, esperienze didattiche diverse e quant’altro”.
Pratica forense: “Ci stiamo lavorando e a breve avremo risposte più concrete da fornire agli studenti. Al momento, confermo, non è stata fissata una data d’inizio, la Convenzione è stata firmata e stiamo valutando come metterla in pratica. Se ne discuterà nel prossimo Consiglio di Dipartimento”. Fra un anno il prof. Cernigliaro andrà in pensione: “Precisamente il 1° novembre 2019 lascerò il Dipartimento. Ho accettato l’incarico di Presidente del Corso di Laurea per la seconda volta per dare continuità, in questo periodo particolare, al mio lavoro. Giurisprudenza ha diversi problemi. Io mi propongo di risolverli non come singolo ma come portatore delle decisioni dipartimentali”.
Susy Lubrano
Esami e abolizione dell’appello di marzo. “È stato stabilito in accordo con gli studenti – spiega il prof. Cernigliaro – che il Dipartimento non potesse essere considerato un esamificio. Con gli appelli organizzati in questo modo, cerchiamo di offrire la migliore didattica possibile”. Secondo il docente, un corso universitario può considerarsi pieno “quando le lezioni si svolgono in certi periodi, e alla fine di esse c’è una valutazione immediata. Se il corso dura due mesi, gli esami si baseranno su quanto appreso in quel lasso di tempo. Così la preparazione della disciplina è continua e la prova verterà, senza eccessiva severità, sulle spiegazioni date”. Con il nuovo percorso, “abbiamo mantenuto gli stessi appelli, concedendo settembre a tutti i ragazzi. Se poi si vuol tornare al vecchio regime se ne può parlare. Ma non ne ravvedo la necessità”. L’abolizione dell’appello di marzo comporta però un aggravio economico sulle famiglie. Chi ha in programma di laurearsi a marzo- aprile, dopo febbraio non ha più possibilità di sostenere esami. Se non riesce a concludere deve quindi ripagare le tasse: “Devo verificare. Non mi risulta ci sia un aggravio economico. In caso contrario, valuterò se modificare il percorso. La programmazione degli appelli si può rivedere, ma la richiesta deve pervenire dai rappresentanti degli studenti”. Il professore ribadisce: no all’esamificio perché si “manda per aria la qualità della didattica. Se invece vogliamo mantenere standard qualitativi come il resto d’Europa, allora dobbiamo fare qualche sacrificio”.
Ore eccessive di lezione. “La questione sollevata ha un fondamento, vi sono troppe ore di lezione per alcune discipline. Ora che sono stato rieletto, porterò la discussione in Commissione Didattica, in modo da poter organizzare al meglio lo svolgimento delle attività”. Secondo la direttiva ministeriale: “Ad ogni credito deve corrispondere un numero preciso di ore. Materie come Privato o Commerciale necessitano di 120 ore di lezione ciascuna. Strizzarle in tre giorni è complicato, dovremmo tenere i corsi 4-5 giorni a settimana. Però poi sarebbero penalizzati gli studenti fuori sede, i pendolari che ogni giorno percorrono chilometri in treno”. Il docente riconosce che in questo modo “la didattica diventa pesante perché si concentra tutta negli stessi giorni. Il problema c’è e lo farò presente in Consiglio di Dipartimento”.
Punti in seduta di laurea. “Non è vero che anni fa si davano 11 punti di merito durante la sessione di laurea – precisa il docente – Sono false voci che circolano. La legge dice che per ogni docente si può attribuire un punto. Se la Commissione è composta da 7 membri, come si fa ad arrivare a 11?”. Da quando poi il Dipartimento ha applicato la regola della media ponderata, “gli esami singoli sono considerati ‘pesi’ e non si fa come prima la media fra esami. Con la ponderata si possono raggiungere al massimo 8 punti e nel Regolamento, siccome il range è più basso rispetto al passato quando c’era la media aritmetica, ho fatto inserire la possibilità di elargire voti ‘premiali’ a studenti particolarmente meritevoli (del tipo per chi ha svolto l’Erasmus, per fare un esempio). Così, il numero di punti viene elevato a discrezione della Commissione. Anche in questo caso, abbiamo cercato di migliorare le chance per gli studenti”. Naturalmente i punti in più “devono essere documentati e comprovati da elementi di carattere oggettivo. Insomma, superare la soglia degli 8 punti è facile, ma occorre meritarselo con periodi di studio all’estero, esperienze didattiche diverse e quant’altro”.
Pratica forense: “Ci stiamo lavorando e a breve avremo risposte più concrete da fornire agli studenti. Al momento, confermo, non è stata fissata una data d’inizio, la Convenzione è stata firmata e stiamo valutando come metterla in pratica. Se ne discuterà nel prossimo Consiglio di Dipartimento”. Fra un anno il prof. Cernigliaro andrà in pensione: “Precisamente il 1° novembre 2019 lascerò il Dipartimento. Ho accettato l’incarico di Presidente del Corso di Laurea per la seconda volta per dare continuità, in questo periodo particolare, al mio lavoro. Giurisprudenza ha diversi problemi. Io mi propongo di risolverli non come singolo ma come portatore delle decisioni dipartimentali”.
Susy Lubrano