Continua lo Speciale di Ateneapoli sulle elezioni alle Presidenze 2010. Dieci le cariche da rinnovare in tre Atenei. Nello scorso numero, vi abbiamo proposto le interviste ai Presidi Paolo Masi di Agraria e Luigi Zicarelli di Medicina Veterinaria per il Federico II; Paolo Vincenzo Pedone della Facoltà di Scienze del Farmaco per l’Ambiente e la Salute per la Seconda Università; Augusto Guarino di Lingue e Letterature straniere e Amedeo Di Maio di Scienze Politiche per L’Orientale.
In questo numero, le interviste ai restanti cinque Presidi i cui mandati sono in scadenza, fatta eccezione per il prof. Raffaele Feola, Preside della Facoltà di Scienze Politiche del Federico II, che, per impegni personali, non è stato diponibile. Di seguito i Presidi in scadenza: i proff. Roberto Pettorino, Giovanni Delrio, Vincenzo Maggioni e Amneris Roselli.
In questo numero, le interviste ai restanti cinque Presidi i cui mandati sono in scadenza, fatta eccezione per il prof. Raffaele Feola, Preside della Facoltà di Scienze Politiche del Federico II, che, per impegni personali, non è stato diponibile. Di seguito i Presidi in scadenza: i proff. Roberto Pettorino, Giovanni Delrio, Vincenzo Maggioni e Amneris Roselli.
Federico II. Il Preside Pettorino: “Siamo riusciti a garantire una complessa offerta formativa di qualità elevata”
Il prof. Roberto Pettorino è nato a Napoli nel 1946. Ha conseguito la laurea in Fisica nel 1970, presso l’Università Federico II. Ha trascorso diversi anni all’estero per ricerche e collaborazioni internazionali: prima a San Francisco presso la Stanford University, poi al CERN di Ginevra e infine al Niels Bohr Institute di Copenaghen. Nel 1980, ha assunto l’incarico di professore associato alla Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali del Federico II, di cui è Preside dal 2007.
Preside, cosa è stato fatto in questi anni?
“Sono stati anni molto difficili, a causa della scarsità di risorse finanziarie e del blocco del turn over. In questo contesto, abbiamo dovuto affrontare il passaggio al decreto ministeriale 270: siamo passati da 1300 corsi di insegnamento a 890, ridefinendo l’organizzazione e applicando semplificazioni che sono state molto apprezzate dai nostri 10mila studenti. I Corsi di Laurea di Scienze Ambientali e Scienze Naturali sono stati accorpati, con la creazione del nuovo Corso in Scienze e Tecnologie per la natura e l’ambiente. Sotto richiesta di Federottica, l’Associazione Nazionale Ottici Optometristi, abbiamo istituito il Corso di Laurea Triennale in Ottica e Optometria, primo nel Sud Italia, che è partito quest’anno con 90 iscritti. Ancora, lo scorso anno, oltre 3mila studenti hanno svolto i test di accertamento delle competenze in ingresso, e ciò ha permesso a noi docenti di organizzare al meglio attività di tutoraggio mirate”.
Qual è la cosa di cui è più soddisfatto?
“Siamo riusciti a garantire una complessa offerta formativa di qualità elevata, sempre nell’ottica di seguire i nostri studenti ed aumentare i servizi a loro offerti”.
Si vede alla guida della Facoltà per un altro mandato?
“Il mestiere di Preside è molto impegnativo. Per di più, ci troviamo in un periodo estremamente critico, e in attesa di un disegno di legge che cambierà il Consiglio di Amministrazione, il Senato accademico, le Facoltà, i Dipartimenti. Ci sarà, dunque, molto da discutere su quella che dovrà essere una nuova organizzazione. Se i miei colleghi intendono confermarmi e se mi chiedessero di ricandidarmi, lo farei anche per senso del dovere, responsabilità e impegno personale”.
Cosa resta ancora da fare?
“A mio avviso, è tutto molto legato alla riorganizzazione della didattica. Siamo un cantiere permanente… avremmo bisogno di un po’ di tranquillità. Sullo sfondo, resta il problema più grosso: ridisegnare tutta l’Università. E’ una sfida al cambiamento che va presa come tale”.
Preside, cosa è stato fatto in questi anni?
“Sono stati anni molto difficili, a causa della scarsità di risorse finanziarie e del blocco del turn over. In questo contesto, abbiamo dovuto affrontare il passaggio al decreto ministeriale 270: siamo passati da 1300 corsi di insegnamento a 890, ridefinendo l’organizzazione e applicando semplificazioni che sono state molto apprezzate dai nostri 10mila studenti. I Corsi di Laurea di Scienze Ambientali e Scienze Naturali sono stati accorpati, con la creazione del nuovo Corso in Scienze e Tecnologie per la natura e l’ambiente. Sotto richiesta di Federottica, l’Associazione Nazionale Ottici Optometristi, abbiamo istituito il Corso di Laurea Triennale in Ottica e Optometria, primo nel Sud Italia, che è partito quest’anno con 90 iscritti. Ancora, lo scorso anno, oltre 3mila studenti hanno svolto i test di accertamento delle competenze in ingresso, e ciò ha permesso a noi docenti di organizzare al meglio attività di tutoraggio mirate”.
Qual è la cosa di cui è più soddisfatto?
“Siamo riusciti a garantire una complessa offerta formativa di qualità elevata, sempre nell’ottica di seguire i nostri studenti ed aumentare i servizi a loro offerti”.
Si vede alla guida della Facoltà per un altro mandato?
“Il mestiere di Preside è molto impegnativo. Per di più, ci troviamo in un periodo estremamente critico, e in attesa di un disegno di legge che cambierà il Consiglio di Amministrazione, il Senato accademico, le Facoltà, i Dipartimenti. Ci sarà, dunque, molto da discutere su quella che dovrà essere una nuova organizzazione. Se i miei colleghi intendono confermarmi e se mi chiedessero di ricandidarmi, lo farei anche per senso del dovere, responsabilità e impegno personale”.
Cosa resta ancora da fare?
“A mio avviso, è tutto molto legato alla riorganizzazione della didattica. Siamo un cantiere permanente… avremmo bisogno di un po’ di tranquillità. Sullo sfondo, resta il problema più grosso: ridisegnare tutta l’Università. E’ una sfida al cambiamento che va presa come tale”.
S.U.N. Il Preside Maggioni: “Abbiamo messo in moto un processo di
crescita della Facoltà di Economia”
crescita della Facoltà di Economia”
Il prof. Vincenzo Maggioni è nato a Napoli nel 1948. Si è laureato in Economia e Commercio nel 1972, presso l’Università Federico II. Ad un anno dalla laurea, è stato assistente ordinario di Organizzazione aziendale presso l’Università di Salerno, dal 1983 professore associato al Federico II. E’ alla Seconda Università degli Studi di Napoli dal 1995, e Preside della Facoltà di Economia e Commercio dal novembre 2002. E’ stato Presidente della Conferenza Italiana dei Presidi delle Facoltà di Economia e Scienze statistiche nel biennio 2006/2007. Di recente, lo scorso 16 marzo, l’Università di Mosca ha conferito al prof. Maggioni la Laurea Honoris Causa in Economia, Statistica e Informatica.
Preside, cosa è stato fatto in questi anni?
“Abbiamo messo in moto un processo di crescita della Facoltà di Economia. Quando mi sono insediato, la Facoltà era ubicata su due piani di un’aula di una scuola media. Dall’anno successivo, abbiamo acquisito la sede attuale, in Corso Gran Priorato di Malta a Capua, che è pienamente attiva dal 2006. Oggi, possiamo vantare una biblioteca all’avanguardia, una rete wireless, la bouvette, insomma una gamma completa di servizi per gli studenti. Seppur in periodo di crisi, il corpo docenti è passato da 27 a 60 unità, utilizzando sia risorse ministeriali che di Ateneo. Abbiamo sottoscritto numerose convezioni, per esempio con la Camera di Commercio, con il Comune di Capua per la realizzazione di un piano di sviluppo economico territoriale, con ben 19 comuni dell’agro-aversano per un piano strategico. La Facoltà è diventata interlocutrice sul territorio, sede anche di molti convegni ed iniziative aperti al pubblico”.
Qual è la cosa di cui è più soddisfatto?
“La visibilità scientifica nazionale e internazionale che abbiamo raggiunto. Pensare che, all’inizio, eravamo visti come una succursale del Federico II”.
Si vede ancora alla guida della Facoltà (ipoteticamente, visto che ha ricoperto l’incarico per due mandati)?
“No. Direi che ho svolto il mio compito, anche se, in questi otto anni, non sono riuscito a raggiungere tutti gli obiettivi. In ogni caso, mi sembra giusto un ricambio”.
Cosa resta da fare?
“Bisogna lavorare molto sulle procedure organizzative interne alla Facoltà: coordinare meglio i programmi di studio, aumentare l’organico, managerializzare le procedure per la modifica del nuovo ordinamento. Per fare ciò, c’è bisogno di un grande sforzo interno, con un coinvolgimento maggiore di tutto il corpo docenti, perchè oggi la Facoltà è molto più complessa rispetto a qualche anno fa”.
Preside, cosa è stato fatto in questi anni?
“Abbiamo messo in moto un processo di crescita della Facoltà di Economia. Quando mi sono insediato, la Facoltà era ubicata su due piani di un’aula di una scuola media. Dall’anno successivo, abbiamo acquisito la sede attuale, in Corso Gran Priorato di Malta a Capua, che è pienamente attiva dal 2006. Oggi, possiamo vantare una biblioteca all’avanguardia, una rete wireless, la bouvette, insomma una gamma completa di servizi per gli studenti. Seppur in periodo di crisi, il corpo docenti è passato da 27 a 60 unità, utilizzando sia risorse ministeriali che di Ateneo. Abbiamo sottoscritto numerose convezioni, per esempio con la Camera di Commercio, con il Comune di Capua per la realizzazione di un piano di sviluppo economico territoriale, con ben 19 comuni dell’agro-aversano per un piano strategico. La Facoltà è diventata interlocutrice sul territorio, sede anche di molti convegni ed iniziative aperti al pubblico”.
Qual è la cosa di cui è più soddisfatto?
“La visibilità scientifica nazionale e internazionale che abbiamo raggiunto. Pensare che, all’inizio, eravamo visti come una succursale del Federico II”.
Si vede ancora alla guida della Facoltà (ipoteticamente, visto che ha ricoperto l’incarico per due mandati)?
“No. Direi che ho svolto il mio compito, anche se, in questi otto anni, non sono riuscito a raggiungere tutti gli obiettivi. In ogni caso, mi sembra giusto un ricambio”.
Cosa resta da fare?
“Bisogna lavorare molto sulle procedure organizzative interne alla Facoltà: coordinare meglio i programmi di studio, aumentare l’organico, managerializzare le procedure per la modifica del nuovo ordinamento. Per fare ciò, c’è bisogno di un grande sforzo interno, con un coinvolgimento maggiore di tutto il corpo docenti, perchè oggi la Facoltà è molto più complessa rispetto a qualche anno fa”.
S.U.N. Il Preside Delrio: "Abbiamo lavorato molto, ma non sono stati raggiunti gli obiettivi prefissati"
Il prof. Giovanni Delrio è nato a Napoli nel 1939. Ha conseguito la laurea in Chimica nel 1962, presso l’Università Federico II. Per dieci anni, dal 1970 al 1980, è stato docente di Biologia alla Facoltà di Farmacia del Federico II. Nel 1990, è divenuto professore ordinario alla Facoltà di Medicina e Chirurgia del Federico II. Nel 1998, è stato eletto Presidente del Corso di Laurea in Medicina – sede di Napoli – della Seconda Università. E’ Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia della Sun dal novembre del 2006.
Preside, cosa è stato fatto in questi anni?
“Ho lottato molto per adeguare la funzionalità dell’assistenza alle esigenze della didattica frontale. Purtroppo, sono stati anni difficili anche per la Sanità in Campania, e la nostra Azienda Ospedaliera ne ha risentito… A mio avviso, è necessario continuare a lavorare molto sul miglioramento dell’assistenza”.
Qual è la cosa di cui è più soddisfatto?
“Non posso sentirmi soddisfatto, perchè non sono riuscito a raggiungere gli obiettivi che mi ero prefissato: in primis, non siamo riusciti a consentire ai nostri studenti di svolgere un’attività assistenziale della medesima alta qualità della didattica frontale. Abbiamo lavorato molto sull’internazionalizzazione, sul programma Erasmus, ma, per il resto, non sono stati raggiunti obiettivi concreti”.
Si vede alla guida della Facoltà per un altro mandato?
“La volontà c’è, non ho ancora deposto le armi”.
Cosa resta ancora da fare?
“Il Policlinico di Caserta e sistemare in maniera adeguata il Polo di Napoli. Relativamente al Policlinico di Caserta, l'inaugurazione era prevista per dicembre 2009, siamo a marzo del 2010 e i lavori sono sospesi. Il cantiere è bloccato già dall'anno scorso. Riguardo, invece, il Polo di Napoli, c'è molta preoccupazione. Non sappiamo se resteremo al centro storico o meno. La Regione Campania voleva spostarci al Monaldi, e c'è anche da dire che, attualmente, è stato bloccato il piano regolatore n.16, per cui non sappiamo assolutamente quale sarà il destino della Facoltà di Medicina di Napoli".
Preside, cosa è stato fatto in questi anni?
“Ho lottato molto per adeguare la funzionalità dell’assistenza alle esigenze della didattica frontale. Purtroppo, sono stati anni difficili anche per la Sanità in Campania, e la nostra Azienda Ospedaliera ne ha risentito… A mio avviso, è necessario continuare a lavorare molto sul miglioramento dell’assistenza”.
Qual è la cosa di cui è più soddisfatto?
“Non posso sentirmi soddisfatto, perchè non sono riuscito a raggiungere gli obiettivi che mi ero prefissato: in primis, non siamo riusciti a consentire ai nostri studenti di svolgere un’attività assistenziale della medesima alta qualità della didattica frontale. Abbiamo lavorato molto sull’internazionalizzazione, sul programma Erasmus, ma, per il resto, non sono stati raggiunti obiettivi concreti”.
Si vede alla guida della Facoltà per un altro mandato?
“La volontà c’è, non ho ancora deposto le armi”.
Cosa resta ancora da fare?
“Il Policlinico di Caserta e sistemare in maniera adeguata il Polo di Napoli. Relativamente al Policlinico di Caserta, l'inaugurazione era prevista per dicembre 2009, siamo a marzo del 2010 e i lavori sono sospesi. Il cantiere è bloccato già dall'anno scorso. Riguardo, invece, il Polo di Napoli, c'è molta preoccupazione. Non sappiamo se resteremo al centro storico o meno. La Regione Campania voleva spostarci al Monaldi, e c'è anche da dire che, attualmente, è stato bloccato il piano regolatore n.16, per cui non sappiamo assolutamente quale sarà il destino della Facoltà di Medicina di Napoli".
L’Orientale. La Preside Roselli: "E' necessario rendere più facile e diretto il rapporto degli studenti con la Facoltà"
La prof.ssa Amneris Roselli è nata a Marradi (Firenze) nel 1949. Ha conseguito la laurea in Lettere classiche all’Università di Pisa, nel 1972. Ha ricoperto l’incarico di professore associato di Filologia greca presso il Dipartimento di Filologia dell’Università della Calabria fino al 1987, poi al Dipartimento di Filologia classica dell’Università di Pisa. Dal 1994 al 1997, è stata docente ordinario di Filologia classica presso l’Università della Calabria e, in seguito, presso il Dipartimento di Studi del Mondo classico e del Mediterraneo antico dell’Università di Napoli L’Orientale. E’ direttore responsabile della rivista Aion e, dal novembre 2007, Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia de L’Orientale
Preside, cosa è stato fatto in questi anni?
“La Facoltà di Lettere ha intrapreso un difficile processo di ristrutturazione dei suoi Corsi di Laurea. L’offerta è ora più chiaramente definita intorno ai Poli dell’antichistica, dell’orientalistica e della comparatistica. Abbiamo varato Corsi interclasse e corsi interfacoltà, e gli studenti che, dopo la riforma, si sono immatricolati alle lauree triennali e magistrali, hanno mostrato di apprezzare il nuovo impianto dell’offerta nel suo complesso e alcuni corsi in particolare. Per la realizzazione di questo progetto è stato molto importante il dialogo con le altre Facoltà e la collaborazione dei docenti. Il ridimensionamento dell’organico, poi, imposto dalla nuova normativa, e la situazione finanziaria hanno richiesto a tutti un impegno supplementare che non è mai mancato”.
Qual è la cosa di cui è più soddisfatta?
“Ho molto apprezzato lo spirito di collaborazione che si è creato intorno al lavoro della Presidenza e il clima che ha portato a scelte spesso consapevoli e condivise da tutti i colleghi. Su questo avevo puntato fin dall’inizio del mandato e mi pare di aver conseguito un buon risultato”.
Si vede alla guida della Facoltà per un altro mandato?
“Non ho ancora avuto occasione di affrontare questo argomento di fronte alla Facoltà riunita; è necessario discuterne prima”.
Cosa resta ancora da fare?
“Il lavoro per la ristrutturazione dei corsi è stato condotto in parallelo con lo sforzo di rendere più efficiente il servizio della Facoltà agli studenti. Era ed é necessario rendere più facile e diretto il loro rapporto con la Facoltà, anche riguardo a orari delle lezioni, piani di studio, calendari degli esami. Questo faceva parte del mio programma tre anni fa, ma la realizzazione del suddetto progetto è stata ritardata soprattutto dalla necessità di ristrutturare i Corsi di Laurea, operazione che ha impegnato moltissime energie. In questi
ultimi mesi intendo impegnarmi soprattutto in questa direzione.
Nel prossimo futuro, la Facoltà dovrà rivedere ulteriormente i suoi ordinamenti, tuttavia, allo stesso tempo, dovrà trovare il modo di rendere stabile il nuovo impianto generale dell’offerta formativa appena costruito. Si tratterà di utilizzare al meglio le risorse di cui disponiamo; ciò deve avvenire anche indirizzando con chiarezza le scelte degli studenti. Ho visto con piacere aumentare il numero degli iscritti che hanno scelto i Corsi di Laurea di Lingue Orientali, auspico che altrettanto avvenga per i Corsi Triennali e Magistrali di Antichistica e di Filosofia”.
Preside, cosa è stato fatto in questi anni?
“La Facoltà di Lettere ha intrapreso un difficile processo di ristrutturazione dei suoi Corsi di Laurea. L’offerta è ora più chiaramente definita intorno ai Poli dell’antichistica, dell’orientalistica e della comparatistica. Abbiamo varato Corsi interclasse e corsi interfacoltà, e gli studenti che, dopo la riforma, si sono immatricolati alle lauree triennali e magistrali, hanno mostrato di apprezzare il nuovo impianto dell’offerta nel suo complesso e alcuni corsi in particolare. Per la realizzazione di questo progetto è stato molto importante il dialogo con le altre Facoltà e la collaborazione dei docenti. Il ridimensionamento dell’organico, poi, imposto dalla nuova normativa, e la situazione finanziaria hanno richiesto a tutti un impegno supplementare che non è mai mancato”.
Qual è la cosa di cui è più soddisfatta?
“Ho molto apprezzato lo spirito di collaborazione che si è creato intorno al lavoro della Presidenza e il clima che ha portato a scelte spesso consapevoli e condivise da tutti i colleghi. Su questo avevo puntato fin dall’inizio del mandato e mi pare di aver conseguito un buon risultato”.
Si vede alla guida della Facoltà per un altro mandato?
“Non ho ancora avuto occasione di affrontare questo argomento di fronte alla Facoltà riunita; è necessario discuterne prima”.
Cosa resta ancora da fare?
“Il lavoro per la ristrutturazione dei corsi è stato condotto in parallelo con lo sforzo di rendere più efficiente il servizio della Facoltà agli studenti. Era ed é necessario rendere più facile e diretto il loro rapporto con la Facoltà, anche riguardo a orari delle lezioni, piani di studio, calendari degli esami. Questo faceva parte del mio programma tre anni fa, ma la realizzazione del suddetto progetto è stata ritardata soprattutto dalla necessità di ristrutturare i Corsi di Laurea, operazione che ha impegnato moltissime energie. In questi
ultimi mesi intendo impegnarmi soprattutto in questa direzione.
Nel prossimo futuro, la Facoltà dovrà rivedere ulteriormente i suoi ordinamenti, tuttavia, allo stesso tempo, dovrà trovare il modo di rendere stabile il nuovo impianto generale dell’offerta formativa appena costruito. Si tratterà di utilizzare al meglio le risorse di cui disponiamo; ciò deve avvenire anche indirizzando con chiarezza le scelte degli studenti. Ho visto con piacere aumentare il numero degli iscritti che hanno scelto i Corsi di Laurea di Lingue Orientali, auspico che altrettanto avvenga per i Corsi Triennali e Magistrali di Antichistica e di Filosofia”.