“Una struttura snella e dinamica e, mi permetto di definire, anche molto ambiziosa, al servizio del territorio meridionale”, è l’Associazione Studi e Ricerche per il Mezzogiorno. L’affermazione è del suo Direttore, il dott. Francesco Saverio Coppola, già per lunghi anni capo dell’Ufficio Studi e Stampa del Banco di Napoli, oltre che docente a contratto nelle Università degli Studi di Napoli Parthenope e del Federico II, che in questa intervista ci illustra attività ed obiettivi di S.R.M.
Ci dà una breve descrizione della struttura e in che modo i soci fondatori partecipano alle attività dell’Associazione?
“SRM nasce nel 2003 dalla forte volontà del Gruppo Sanpaolo IMI (in particolare di Banca OPI, Sanpaolo, Sanpaolo Banco di Napoli, Sanpaolo IMI Investimenti per lo Sviluppo), della Compagnia Sanpaolo di Torino e dall’Istituto Banco di Napoli – Fondazione di assicurare nel Sud la presenza di un presidio intellettuale – economico e finanziario, specificamente dedicato allo studio del territorio meridionale.
L’Associazione, di cui è Presidente il prof. Federico Pepe, intende porsi quale centro di eccellenza del dibattito economico e culturale sul Sud del Paese, con particolare riferimento alle nuove e crescenti problematiche connesse allo sviluppo imprenditoriale ed infrastrutturale. Le nostre attività sono rese possibili dai nostri soci fondatori, che mettono a disposizione le loro reti e l’esperienza per i nostri studi e in particolare la Compagnia finanzia specifiche ricerche tra cui segnalo uno studio sull’internazionalizzazione delle imprese campane e un altro sui distretti e poli produttivi della Campania”.
Quali sono i filoni di ricerca principali e le pubblicazioni di cui si occupa l’Associazione?
“Ci occupiamo di infrastrutture, del sistema imprenditoriale, della finanza locale, del settore nonprofit e delle politiche di sviluppo. Cito alcune ricerche recenti tra quelle da noi effettuate: Il sistema idrico dell’Italia meridionale: regioni a confronto; La finanza pubblica locale ed il ruolo del sistema bancario; Le Vie del Mare: lo sviluppo del sistema portuale meridionale nel contesto internazionale; Il sistema Agroalimentare nel Mezzogiorno; Il nonprofit nel Mezzogiorno.
Le nostre ricerche non tendono solo ad analizzare le diverse realtà meridionali ma anche ad individuare soluzioni possibili, sostenibili e condivise, dando voce al territorio, con l’obiettivo di contribuire concretamente alla crescita delle regioni del Sud, in una visione europea e mediterranea.
Riguardo alle pubblicazioni, il nostro obiettivo è quello di coinvolgere editori campani, e creare anche in questo caso un circolo virtuoso, per garantire una diffusione più capillare sul territorio nazionale delle nostre ricerche. Le cito qualche esempio: nel 2005 abbiamo pubblicato due volumi, con Guida, sulle vie del mare e sul sistema agroalimentare.
Per quanto riguarda, poi, i periodici, pubblichiamo la storica Rassegna Economica, che ha sempre rappresentato un veicolo con il mondo accademico e della ricerca e raccoglie ancora oggi un ampio consenso di professori e ricercatori.
Poi abbiamo il Dossier Unione Europea, rivista trimestrale di finanza ed economia del territorio, che contiene anche interviste di esponenti istituzionali ed imprenditoriali sui temi dello sviluppo del Mezzogiorno (ricordo quelle al Vicepresidente della Commissione Europea, Frattini, ai Ministri Lunardi, Alemanno, Stanca, e a rappresentanti di associazioni di categoria, come Rossi di Montelera o a rappresentanti di istituzioni territoriali come Cozzolino, Cascetta, Nerli ed altri). Un’altra pubblicazione è il Focus, semestrale sull’economia delle regioni meridionali e poi abbiamo, da tempo, istituito un Osservatorio sul Project financing nel Sud”.
Una struttura come la sua dovrebbe operare in sinergia con altre istituzioni meridionali e nazionali. Può dirci qualcosa ?
“Riteniamo che il Sud abbia la necessità che le sue intelligenze vengano messe in rete, superando i tradizionali individualismi meridionali. Per questo motivo cerchiamo di svolgere le nostra attività di studi e ricerche insieme con altre realtà. Alcune iniziative: aderiamo al Focus Group, che riunisce centri di studio pubblici e privati o sedi istituzionali presenti nella Regione Campania (tra cui Ministero dell’Economia, Banca d’Italia, Istat, Regione Campania, Federindustria Campania, Autorità Portuale di Napoli); abbiamo rapporti operativi con la Fondazione Curella di Palermo, l’Osservatorio Banche e Imprese di Bari, trovando le opportune sinergie ed evitando il sovrapporsi nelle iniziative.
Collaboriamo anche con importanti istituzioni che non hanno una precipua “vocazione meridionale”, come lo IAI e l’ISAE di Roma”.
Per quanto riguarda invece il mondo accademico?
“Stiamo operando su più fronti. Coinvolgiamo nei nostri studi ricercatori, cercando di allevare un pool di giovani con specifiche competenze di studio sul Mezzogiorno, reperiti nell’ambito delle Università meridionali, con brillanti curricula studiorum. E ancora, organizziamo stages per giovani laureati delle università meridionali e forniamo supporto e contributi per la redazione di tesi a studenti meritevoli. I giovani ci stanno molto a cuore…sono il futuro del Sud. Occorre che essi imparino a muoversi, a collaborare, e a sviluppare capacità di innovazione.
Forniamo, inoltre, uno spazio qualificato di pubblicazione sulla Rassegna Economica per studiosi e ricercatori meridionali”.
Progetti per il futuro?
“Abbiamo molti progetti per il futuro che riguardano temi caldi del Mezzogiorno, come ad esempio le public utilities e i poli produttivi. Speriamo di poter aumentare il pool di ricercatori che si dedicano allo studio dei problemi del Mezzogiorno, in maniera scientifica, e di poter essere un centro che non studia solo il meridione ma diventi un poloo di eccellenza dello stesso Sud. Devo dire che in parte questo obiettivo lo si è raggiunto (come ad esempio con lo studio su le “Vie del mare”, presentato in 5 manifestazioni a carattere nazionale ed internazionale), ma anche attraverso la realizzazione del nostro sito internet www.srmezzogiorno.it, aggiornato e ricco di informazioni sul Sud Italia”.
Ci dà una breve descrizione della struttura e in che modo i soci fondatori partecipano alle attività dell’Associazione?
“SRM nasce nel 2003 dalla forte volontà del Gruppo Sanpaolo IMI (in particolare di Banca OPI, Sanpaolo, Sanpaolo Banco di Napoli, Sanpaolo IMI Investimenti per lo Sviluppo), della Compagnia Sanpaolo di Torino e dall’Istituto Banco di Napoli – Fondazione di assicurare nel Sud la presenza di un presidio intellettuale – economico e finanziario, specificamente dedicato allo studio del territorio meridionale.
L’Associazione, di cui è Presidente il prof. Federico Pepe, intende porsi quale centro di eccellenza del dibattito economico e culturale sul Sud del Paese, con particolare riferimento alle nuove e crescenti problematiche connesse allo sviluppo imprenditoriale ed infrastrutturale. Le nostre attività sono rese possibili dai nostri soci fondatori, che mettono a disposizione le loro reti e l’esperienza per i nostri studi e in particolare la Compagnia finanzia specifiche ricerche tra cui segnalo uno studio sull’internazionalizzazione delle imprese campane e un altro sui distretti e poli produttivi della Campania”.
Quali sono i filoni di ricerca principali e le pubblicazioni di cui si occupa l’Associazione?
“Ci occupiamo di infrastrutture, del sistema imprenditoriale, della finanza locale, del settore nonprofit e delle politiche di sviluppo. Cito alcune ricerche recenti tra quelle da noi effettuate: Il sistema idrico dell’Italia meridionale: regioni a confronto; La finanza pubblica locale ed il ruolo del sistema bancario; Le Vie del Mare: lo sviluppo del sistema portuale meridionale nel contesto internazionale; Il sistema Agroalimentare nel Mezzogiorno; Il nonprofit nel Mezzogiorno.
Le nostre ricerche non tendono solo ad analizzare le diverse realtà meridionali ma anche ad individuare soluzioni possibili, sostenibili e condivise, dando voce al territorio, con l’obiettivo di contribuire concretamente alla crescita delle regioni del Sud, in una visione europea e mediterranea.
Riguardo alle pubblicazioni, il nostro obiettivo è quello di coinvolgere editori campani, e creare anche in questo caso un circolo virtuoso, per garantire una diffusione più capillare sul territorio nazionale delle nostre ricerche. Le cito qualche esempio: nel 2005 abbiamo pubblicato due volumi, con Guida, sulle vie del mare e sul sistema agroalimentare.
Per quanto riguarda, poi, i periodici, pubblichiamo la storica Rassegna Economica, che ha sempre rappresentato un veicolo con il mondo accademico e della ricerca e raccoglie ancora oggi un ampio consenso di professori e ricercatori.
Poi abbiamo il Dossier Unione Europea, rivista trimestrale di finanza ed economia del territorio, che contiene anche interviste di esponenti istituzionali ed imprenditoriali sui temi dello sviluppo del Mezzogiorno (ricordo quelle al Vicepresidente della Commissione Europea, Frattini, ai Ministri Lunardi, Alemanno, Stanca, e a rappresentanti di associazioni di categoria, come Rossi di Montelera o a rappresentanti di istituzioni territoriali come Cozzolino, Cascetta, Nerli ed altri). Un’altra pubblicazione è il Focus, semestrale sull’economia delle regioni meridionali e poi abbiamo, da tempo, istituito un Osservatorio sul Project financing nel Sud”.
Una struttura come la sua dovrebbe operare in sinergia con altre istituzioni meridionali e nazionali. Può dirci qualcosa ?
“Riteniamo che il Sud abbia la necessità che le sue intelligenze vengano messe in rete, superando i tradizionali individualismi meridionali. Per questo motivo cerchiamo di svolgere le nostra attività di studi e ricerche insieme con altre realtà. Alcune iniziative: aderiamo al Focus Group, che riunisce centri di studio pubblici e privati o sedi istituzionali presenti nella Regione Campania (tra cui Ministero dell’Economia, Banca d’Italia, Istat, Regione Campania, Federindustria Campania, Autorità Portuale di Napoli); abbiamo rapporti operativi con la Fondazione Curella di Palermo, l’Osservatorio Banche e Imprese di Bari, trovando le opportune sinergie ed evitando il sovrapporsi nelle iniziative.
Collaboriamo anche con importanti istituzioni che non hanno una precipua “vocazione meridionale”, come lo IAI e l’ISAE di Roma”.
Per quanto riguarda invece il mondo accademico?
“Stiamo operando su più fronti. Coinvolgiamo nei nostri studi ricercatori, cercando di allevare un pool di giovani con specifiche competenze di studio sul Mezzogiorno, reperiti nell’ambito delle Università meridionali, con brillanti curricula studiorum. E ancora, organizziamo stages per giovani laureati delle università meridionali e forniamo supporto e contributi per la redazione di tesi a studenti meritevoli. I giovani ci stanno molto a cuore…sono il futuro del Sud. Occorre che essi imparino a muoversi, a collaborare, e a sviluppare capacità di innovazione.
Forniamo, inoltre, uno spazio qualificato di pubblicazione sulla Rassegna Economica per studiosi e ricercatori meridionali”.
Progetti per il futuro?
“Abbiamo molti progetti per il futuro che riguardano temi caldi del Mezzogiorno, come ad esempio le public utilities e i poli produttivi. Speriamo di poter aumentare il pool di ricercatori che si dedicano allo studio dei problemi del Mezzogiorno, in maniera scientifica, e di poter essere un centro che non studia solo il meridione ma diventi un poloo di eccellenza dello stesso Sud. Devo dire che in parte questo obiettivo lo si è raggiunto (come ad esempio con lo studio su le “Vie del mare”, presentato in 5 manifestazioni a carattere nazionale ed internazionale), ma anche attraverso la realizzazione del nostro sito internet www.srmezzogiorno.it, aggiornato e ricco di informazioni sul Sud Italia”.