Due gli esami che trasmettono ansia agli studenti in attesa del risultato il 3 marzo a Palazzo Pacanowski: Statistica per il Corso di Economia Aziendale e Politica Economica per Economia e Commercio. Il primo, con la prof.ssa Antonella D’Agostino, mette in agitazione il terzo anno: “l’abbiamo sostenuto senza superarlo, è difficile poiché ci sono tre moduli di esercizi da quattro punti ciascuno. Per esercitarci: libri di teoria e slide della docente”, spiega Filomena. “È tra gli esami più complessi insieme a Microeconomia, sulla bocciatura ha giocato il fatto che non abbiamo seguito il corso, ci rifaremo questo semestre”, sottolinea Marialuisa. “Io l’ho appena sostenuto, ma non so se l’ho superato, aspetto i risultati dello scritto. Se prendi dal 27 in poi è obbligatorio l’orale, ma puoi anche decidere di non darlo, facendoti abbassare il voto. Fatto sta che arrivare a 27 è praticamente impossibile”, chiarisce Anna. “Le domande a risposta multipla sembrano facili, ma in realtà sono le più insidiose: il vero o falso nasconde una prova mediante esercizio. Dare risposta a tre quesiti in un’ora non è facile. Il tempo è poco, basterebbe un quarto d’ora in più per stare tranquilli”, continua Leonilde. “Chi ha frequentato il corso è leggermente avvantaggiato, perché sinceramente la cosa più difficile dell’esame per me è stata comprendere la traccia. A gennaio sono passati sette studenti su cinquanta; non tengono conto di chi l’ha già sostenuto, ma possono bocciarti anche dieci volte di seguito”, conclude Debora.
A fornire sostegno morale ai colleghi esaminandi in Politica Economica con il prof. Enrico Marchetti, Gianluca e Rita, al terzo anno di Economia e Commercio, che l’hanno già superato: “è un esame abbastanza complicato per la teoria, troppe nozioni tutte diverse tra loro in un volume di settecento pagine. Consta di sei quesiti, tre teorici e tre pratici. L’argomento più complesso è senz’altro la funzione di produzione, speriamo che non capiti ai nostri colleghi, altrimenti perderanno trenta o quaranta minuti solo su quella”, afferma Gianluca. “Se rispondi a tutti e tre i quesiti teorici perfettamente, sbagliando la pratica, potresti passare, perché il docente dà sei punti a quesito, ma la perfezione è irraggiungibile. L’orale oltre il 28 è obbligatorio. La teoria è più importante della pratica, difatti, se la sbagli prendendo 16, sei costretto a sostenere l’orale, se sbagli gli esercizi con gli stessi punti in totale, il 18 a libretto è assicurato”, prosegue. I due ragazzi sono andati meglio delle aspettative: “io ho preso 23, Rita 25. È di sicuro un esame non facile, ma non è il più difficile. A mio avviso Matematica lo è, infatti qui è determinante il ruolo del professore: ne abbiamo sette-otto ogni appello e ricevi una domanda da tre docenti diversi, se rispondi a tutte correttamente lo superi. È questione di fortuna, perché ci sono docenti più disponibili, altri meno”, sostiene il ragazzo.
Rita ci tiene ad evidenziare le differenze tra la Federico II, Ateneo da cui proviene, e la Parthenope, dove si trova molto bene: “qui i docenti sono disponibili e puntuali. Nello stesso Corso, seguito alla Federico II, il lato amministrativo funzionava malissimo, in più a Monte Sant’Angelo seguivamo in un’aula claustrofobica da 100 posti in 300 studenti, senza finestre, senza banchi, né sedie sufficienti. Qui la situazione è completamente diversa, le aule sono ampie e non hai mai problemi di posti, i docenti fissano gli appuntamenti a ricevimento, in modo che non aspetti ore inutilmente, c’è maggiore rispetto”. Gianluca aggiunge: “se sorge un problema, viene risolto subito; come quando proprio al prof. Marchetti venne data un’aula troppo piccola, decise di fare doppia lezione, dividendo gli studenti in due gruppi”. Rita continua: “in pratica alla Parthenope i servizi sono migliori e le tasse meno elevate. Ti aiutano anche a laurearti il prima possibile, infatti chi deve sostenere gli ultimi esami può usufruire della sessione aggiuntiva di aprile. Non abbiamo più nemmeno il salto d’appello”.
A fornire sostegno morale ai colleghi esaminandi in Politica Economica con il prof. Enrico Marchetti, Gianluca e Rita, al terzo anno di Economia e Commercio, che l’hanno già superato: “è un esame abbastanza complicato per la teoria, troppe nozioni tutte diverse tra loro in un volume di settecento pagine. Consta di sei quesiti, tre teorici e tre pratici. L’argomento più complesso è senz’altro la funzione di produzione, speriamo che non capiti ai nostri colleghi, altrimenti perderanno trenta o quaranta minuti solo su quella”, afferma Gianluca. “Se rispondi a tutti e tre i quesiti teorici perfettamente, sbagliando la pratica, potresti passare, perché il docente dà sei punti a quesito, ma la perfezione è irraggiungibile. L’orale oltre il 28 è obbligatorio. La teoria è più importante della pratica, difatti, se la sbagli prendendo 16, sei costretto a sostenere l’orale, se sbagli gli esercizi con gli stessi punti in totale, il 18 a libretto è assicurato”, prosegue. I due ragazzi sono andati meglio delle aspettative: “io ho preso 23, Rita 25. È di sicuro un esame non facile, ma non è il più difficile. A mio avviso Matematica lo è, infatti qui è determinante il ruolo del professore: ne abbiamo sette-otto ogni appello e ricevi una domanda da tre docenti diversi, se rispondi a tutte correttamente lo superi. È questione di fortuna, perché ci sono docenti più disponibili, altri meno”, sostiene il ragazzo.
Rita ci tiene ad evidenziare le differenze tra la Federico II, Ateneo da cui proviene, e la Parthenope, dove si trova molto bene: “qui i docenti sono disponibili e puntuali. Nello stesso Corso, seguito alla Federico II, il lato amministrativo funzionava malissimo, in più a Monte Sant’Angelo seguivamo in un’aula claustrofobica da 100 posti in 300 studenti, senza finestre, senza banchi, né sedie sufficienti. Qui la situazione è completamente diversa, le aule sono ampie e non hai mai problemi di posti, i docenti fissano gli appuntamenti a ricevimento, in modo che non aspetti ore inutilmente, c’è maggiore rispetto”. Gianluca aggiunge: “se sorge un problema, viene risolto subito; come quando proprio al prof. Marchetti venne data un’aula troppo piccola, decise di fare doppia lezione, dividendo gli studenti in due gruppi”. Rita continua: “in pratica alla Parthenope i servizi sono migliori e le tasse meno elevate. Ti aiutano anche a laurearti il prima possibile, infatti chi deve sostenere gli ultimi esami può usufruire della sessione aggiuntiva di aprile. Non abbiamo più nemmeno il salto d’appello”.