Storia del cinema, un patrimonio culturale nella tradizione dell’Ateneo

100 studenti in visita il 5 maggio al Palazzo delle Arti in via dei Mille per la mostra dedicata a Elvira Notari, prima donna regista del cinema italiano. “Un’occasione imperdibile per approfondire il lavoro di questa pioniera, oltre al  ruolo di Napoli come città del cinema fin dagli anni Dieci del Novecento”, afferma la prof.ssa Gina Annunziata, docente di Storia e Critica del cinema. Durante il corso, “cerco sempre di fare attenzione a quello che accade in città e negli altri contesti universitari”. Oltre all’appuntamento al Pan, “abbiamo partecipato sempre in questo semestre a un incontro organizzato dall’Università Federico II con il regista Mario Martone in occasione della ‘Carmen’ andata in scena al Teatro Bellini, da una riscrittura di Enzo Moscato”. Un insegnamento che costituisce un patrimonio culturale inestimabile nella tradizione de L’Orientale. “La cattedra è stata istituita nel 1974 e tenuta per 25 anni dal prof. Mino Argentieri, tra i più autorevoli critici e storici cinematografici italiani, i cui scritti sono tutt’oggi imprescindibili per chi si voglia occupare di metodologia storiografica”. Dopo Argentieri, “l’insegnamento è passato nelle mani del prof. Valerio Caprara, studioso di riferimento dei generi classici del cinema americano, oltre che critico storico de ‘Il Mattino’. Caprara ha insegnato fino al 2011, anno del suo pensionamento, ed è oggi Presidente della Fondazione Film Commission della Regione Campania”. Un corso che, oltre alla conoscenza della storia del cinema in generale, propone lezioni interattive attraverso singoli esempi filmici. “Analizziamo delle sequenze cinematografiche e, quando è possibile, proiettiamo dei film. Tendo a dare, seppur in piccola parte, degli strumenti per leggere il cinema di oggi. Viviamo in uno stato di analfabetismo audiovisivo, nonostante siamo calati
completamente nella cosiddetta società delle immagini”. Tuttavia, gli studenti non hanno una conoscenza approfondita dell’itinerario storico- critico del cinema dalle origini al digitale. “Gli studenti Erasmus che arrivano a Napoli da ogni parte d’Europa dimostrano di sapere chi è De Sica o Rossellini, mentre per i nostri studenti questi nomi sono quasi sempre sconosciuti”. Lo studio e l’analisi delle fonti cinematografiche e delle annesse prospettive storiografiche intessono peraltro relazioni interculturali con la variegata offerta di insegnamenti, lingue e materie che si studiano presso l’Ateneo. “Un film, oltre a essere espressione soggettiva di un autore, può dire molto sui contesti sociali, politici, culturali di un paese”. Per questa ragione, “cerco di trovare spesso delle relazioni con
le altre discipline per un maggior coinvolgimento degli studenti”. Ma il linguaggio dell’audiovisivo può essere
considerato esso stesso una ‘Lingua’? “Pasolini nel 1966 parlava del cinema come di una ‘lingua scritta dell’azione’ presentando uno schema grammaticale linguistico della settima arte”. Agli studenti più motivati che intendono proseguire gli studi nel campo teorico e metodologico del cinema, “consiglierei innanzitutto di frequentare
le importanti manifestazioni che si tengono in Italia, come la Mostra del Cinema Ritrovato di Bologna, dove si incontrano studiosi e ricercatori di tutto il mondo, oltre a essere una preziosa opportunità per vedere i film sul grande schermo in versione restaurata”. Prima  dell’esperienza didattica a L’Orientale, cominciata nel 2012, la docente aveva insegnato Storia e Critica del cinema all’Università degli Studi della Tuscia di Viterbo. “In principio,
ho studiato Lettere Moderne qui a Napoli, alla Federico II, e ho conseguito il dottorato di ricerca in ‘Studi
sulla rappresentazione visiva. Storia, teoria e produzioni delle arti e delle immagini’ presso l’Università degli Studi di Siena. Per la tesi di dottorato, ho lavorato sulla Gerusalemme Liberata nel cinema muto italiano”. In questi mesi, la docente è attualmente impegnata in “una piccola ricerca sulla figura dell’ascaro, soldato indigeno dell’Eritrea
e della Somalia che faceva parte delle truppe coloniali nelle ex-colonie italiane, nel cinema italiano per una pubblicazione dei Quaderni del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma”.
Sabrina Sabatino
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