Studenti alle urne il 10 e 11 aprile alla Federico II, sono in programma le elezioni per rinnovare le rappresentanze in seno a numerosi organi dell’Ateneo. Si vota per il Senato Accademico, per il Consiglio di Amministrazione, per il Consiglio degli Studenti di Ateneo e per i Consigli delle Scuole e dei Dipartimenti. Come sempre, in questo tipo di competizioni, il grande nemico è l’astensionismo, perché solitamente si reca alle urne un numero piuttosto esiguo degli aventi diritto.
Cinque le caselle da riempire in Senato Accademico, dove un posto è riservato ad un rappresentante degli studenti di area medica, uno ad un eletto dell’area politecnica e delle scienze di base, uno ad un rappresentante studentesco dell’area delle tecnologie e delle scienze della vita e due a studenti dell’area umanistica.
Per il Consiglio di Amministrazione i candidati si contenderanno due seggi. Trentotto i rappresentanti che entreranno nel Consiglio degli Studenti di Ateneo, così suddivisi: 5 di area medica, 14 dell’area politecnica e delle scienze di base, 4 dell’area delle tecnologie e delle scienze della vita e 15 provenienti dal settore umanistico.
Nell’ambito dei Consigli delle Scuole e dei Dipartimenti la rappresentanza studentesca è prevista nella misura del 15% dei docenti e dei ricercatori che afferiscono ai Dipartimenti. Negli organi collegiali delle Scuole, nello specifico, saranno eletti 7 rappresentanti studenteschi in quella di Medicina, 14 in quella Politecnica e delle Scienze di base, 6 a Scienze Umane e Sociali, uno ad Agraria e Veterinaria.
A metà febbraio, quando mancano ancora quasi due mesi all’apertura delle urne, c’è ancora una certa incertezza su liste e candidature (vanno presentate entro il 9 marzo). Quel che è sicuro è che tra i protagonisti della competizione si riproporranno le sigle che, alle precedenti elezioni, hanno proposto ed eletto candidati. “Noi di Confederazione – sottolinea Antonio Chianese, laureando in Ingegneria edile, presidente uscente del Consiglio degli Studenti di Ateneo – ci saremo come sempre. Stiamo raccogliendo le proposte di chi è intenzionato a candidarsi, per capire poi quali siano i migliori profili da sottoporre al giudizio degli elettori. Io punto alla riconferma nel Consiglio degli Studenti di Ateneo perché, per il tempo che rimarrò ancora all’università, credo di poter mettere a frutto il contributo di esperienza che ho accumulato in questi anni di rappresentanza”. Secondo Chianese, una delle priorità per i prossimi rappresentanti è di battersi affinché il diritto allo studio sia meglio garantito. Quanto al rischio che, anche questa volta, vadano in pochi a votare, dice: “Il problema esiste e credo che in parte dipenda anche dal fatto che i seggi non sono molti. Tanti colleghi rinunciano a votare per evitare di perdere tempo in fila. Per questo chiederò a breve all’Ateneo di prevedere più seggi in tutte le sedi universitarie nei giorni delle votazioni”.
Link, associazione alla quale fanno capo gli studenti che guardano a sinistra, ha già avviato una serie di iniziative ed assemblee pubbliche in alcuni Dipartimenti. “Stiamo raccogliendo idee e proposte – dice Raffaele Giovine, che frequenta il Corso di Laurea in Ingegneria ambientale – da utilizzare poi nel programma elettorale. In concomitanza della ripresa dei corsi del secondo semestre comincerà pure la campagna elettorale vera e propria, con volantinaggi ed altre modalità”. Secondo Giovine il tema da affrontare nel prossimo biennio sarà innanzitutto quello delle tasse. “Si è determinata una distorsione – sostiene – perché, per garantire l’accesso gratuito alle ragazze ed ai ragazzi a reddito più basso, ma non essendo stata prevista una adeguata copertura finanziaria dal Governo, un po’ ovunque sono aumentate le tasse per il ceto medio e per i fuoricorso. Occorre che il nuovo esecutivo si impegni a stanziare i soldi per mantenere la no tax area senza danneggiare gli altri studenti”.
Scalda i motori in vista delle prossime elezioni pure l’Unione degli universitari, associazione studentesca storicamente vicina alla Cgil. “Tra i punti all’ordine del giorno – dice Giovanni Romano, che frequenta Scienze Politiche ed è rappresentante uscente – va messa la richiesta alla Federico II di incentivare economicamente enti ed aziende ad assumere i neolaureati. Occorre che l’Ateneo compia uno sforzo importante per facilitare l’accesso al mondo del lavoro a coloro i quali si formano all’Università”.
Cinque le caselle da riempire in Senato Accademico, dove un posto è riservato ad un rappresentante degli studenti di area medica, uno ad un eletto dell’area politecnica e delle scienze di base, uno ad un rappresentante studentesco dell’area delle tecnologie e delle scienze della vita e due a studenti dell’area umanistica.
Per il Consiglio di Amministrazione i candidati si contenderanno due seggi. Trentotto i rappresentanti che entreranno nel Consiglio degli Studenti di Ateneo, così suddivisi: 5 di area medica, 14 dell’area politecnica e delle scienze di base, 4 dell’area delle tecnologie e delle scienze della vita e 15 provenienti dal settore umanistico.
Nell’ambito dei Consigli delle Scuole e dei Dipartimenti la rappresentanza studentesca è prevista nella misura del 15% dei docenti e dei ricercatori che afferiscono ai Dipartimenti. Negli organi collegiali delle Scuole, nello specifico, saranno eletti 7 rappresentanti studenteschi in quella di Medicina, 14 in quella Politecnica e delle Scienze di base, 6 a Scienze Umane e Sociali, uno ad Agraria e Veterinaria.
A metà febbraio, quando mancano ancora quasi due mesi all’apertura delle urne, c’è ancora una certa incertezza su liste e candidature (vanno presentate entro il 9 marzo). Quel che è sicuro è che tra i protagonisti della competizione si riproporranno le sigle che, alle precedenti elezioni, hanno proposto ed eletto candidati. “Noi di Confederazione – sottolinea Antonio Chianese, laureando in Ingegneria edile, presidente uscente del Consiglio degli Studenti di Ateneo – ci saremo come sempre. Stiamo raccogliendo le proposte di chi è intenzionato a candidarsi, per capire poi quali siano i migliori profili da sottoporre al giudizio degli elettori. Io punto alla riconferma nel Consiglio degli Studenti di Ateneo perché, per il tempo che rimarrò ancora all’università, credo di poter mettere a frutto il contributo di esperienza che ho accumulato in questi anni di rappresentanza”. Secondo Chianese, una delle priorità per i prossimi rappresentanti è di battersi affinché il diritto allo studio sia meglio garantito. Quanto al rischio che, anche questa volta, vadano in pochi a votare, dice: “Il problema esiste e credo che in parte dipenda anche dal fatto che i seggi non sono molti. Tanti colleghi rinunciano a votare per evitare di perdere tempo in fila. Per questo chiederò a breve all’Ateneo di prevedere più seggi in tutte le sedi universitarie nei giorni delle votazioni”.
Link, associazione alla quale fanno capo gli studenti che guardano a sinistra, ha già avviato una serie di iniziative ed assemblee pubbliche in alcuni Dipartimenti. “Stiamo raccogliendo idee e proposte – dice Raffaele Giovine, che frequenta il Corso di Laurea in Ingegneria ambientale – da utilizzare poi nel programma elettorale. In concomitanza della ripresa dei corsi del secondo semestre comincerà pure la campagna elettorale vera e propria, con volantinaggi ed altre modalità”. Secondo Giovine il tema da affrontare nel prossimo biennio sarà innanzitutto quello delle tasse. “Si è determinata una distorsione – sostiene – perché, per garantire l’accesso gratuito alle ragazze ed ai ragazzi a reddito più basso, ma non essendo stata prevista una adeguata copertura finanziaria dal Governo, un po’ ovunque sono aumentate le tasse per il ceto medio e per i fuoricorso. Occorre che il nuovo esecutivo si impegni a stanziare i soldi per mantenere la no tax area senza danneggiare gli altri studenti”.
Scalda i motori in vista delle prossime elezioni pure l’Unione degli universitari, associazione studentesca storicamente vicina alla Cgil. “Tra i punti all’ordine del giorno – dice Giovanni Romano, che frequenta Scienze Politiche ed è rappresentante uscente – va messa la richiesta alla Federico II di incentivare economicamente enti ed aziende ad assumere i neolaureati. Occorre che l’Ateneo compia uno sforzo importante per facilitare l’accesso al mondo del lavoro a coloro i quali si formano all’Università”.