Studenti in visita ad un caseificio di Eboli

Le diverse discipline che si incontrano e l’associazione della parte pratica alla teoria consentono spesso di scoprire sentieri meno battuti e campi di applicazione inaspettati. È accaduto agli studenti del terzo anno di Medicina Veterinaria che, nelle scorse settimane, hanno partecipato per la prima volta a una uscita sul territorio. Insieme ai professori Aniello Anastasio e Tiziana Pepe, ai ricercatori Marina Ceruso e Giorgio Smaldone, gli studenti, divisi in piccoli gruppi, hanno visitato il Caseificio Tre Stelle a Eboli, dove hanno visto applicate molte nozioni fino a quel momento solo teoriche. Un’esperienza fuoriporta più volte rinviata a causa dell’emergenza sanitaria, ma che alla fine ha permesso ai ragazzi di ascoltare i racconti di chi lavora nel mondo della produzione casearia, con i problemi e gli ostacoli incontrati quotidianamente, e di assistere ad alcune produzioni. “Avevo sostenuto da pochi giorni l’esame di Igiene e Tecnologie Alimentari, quindi sono riuscita a seguire molto bene le spiegazioni, il funzionamento dei macchinari e le norme da rispettare nella produzione. Quando alle spiegazioni teoriche si accompagna la pratica mi restano in mente meglio le conoscenze apprese”, racconta Maria Chiara Onti, 21 anni. Che poi spiega: “Sono sempre stata interessata all’ambito medico e l’interesse per la professione di igienista deriva anche da mia madre che è medico per l’igiene alimentare di origine vegetale. Dopo aver seguito il corso con il prof. Anastasio, mi sono appassionata ancora di più alla materia”. Durante la visita: “Siamo stati condotti nel cuore dell’azienda dove abbiamo incontrato un signore piuttosto adulto. Ci hanno raccontato che lavorava lì da molti anni, infatti dirigeva i più giovani. Solo dopo abbiamo appreso che avrebbe dovuto essere in pensione, ma amava così tanto ciò che faceva da essere presente in azienda ogni giorno”. Episodio a sostegno della tesi che chi fa quello che gli piace non lavora un solo giorno della propria vita. “Dopo tre anni di università, mi sono resa conto che l’ambito dell’igiene e dell’ispezione degli alimenti in relazione alla figura del veterinario è davvero poco conosciuto e apprezzato – sottolinea Maria Chiara – In generale, il medico veterinario è messo in secondo piano rispetto al medico umano, ma molte delle cose che fa, che può fare, del ruolo che ricopre all’interno della società, non vengono considerate o semplicemente non si conoscono. Poi, ovviamente, molti di quelli che scelgono Veterinaria lo fanno nella prospettiva di diventare chirurghi o medici per gli animali. Però una scelta ragionata su ciò che vuoi fare in futuro richiede che si conosca tutto dell’ambito che si studia, così da essere più consapevole”. Francesco Capezzuto, di Carinola, provincia di Caserta, la professione dell’ispettore alimentare la conosce tanto bene quanto quella del medico veterinario: il padre è veterinario e la sua famiglia ha un allevamento di bufale: “nella nostra azienda produciamo latte, quindi conosco molto bene anche l’ambito delle produzioni di origini animale”. La visita al caseificio, afferma, “è stata molto interessante soprattutto perché ogni attività ci è stata spiegata nel dettaglio, siamo stati partecipi. Vista la familiarità con questo ambiente, mi sono sentito molto a mio agio, nonostante nel nostro percorso di formazione si dia molta più attenzione alla professione clinica”. Francesco ha pochi dubbi sul futuro, forte di un contesto come quello in cui vive, in cui la produzione della mozzarella è un caposaldo e perché in nessun altro posto si sente preparato come all’interno di un caseificio: “ho anche seguito un corso di casaro presso il Consorzio della Mozzarella di Bufala Campana DOP. La parte teorica è fondamentale, secondo me, però, la teoria rispecchia la pratica e non viceversa. È con la pratica che si migliora, si conoscono più cose, si sperimenta”. Claudio Foglia è della provincia di Avellino. Da sempre possiede una propensione per le materie scientifiche: “ho scelto questo percorso perché lascia aperte molte porte”. Aggiunge: “Nonostante conoscessi già la figura dell’ispettore della qualità, non lo avevo mai associato al medico o al veterinario. Dopo la visita ho preso maggiore coscienza anche di quanto sia importante questa figura per il benessere nella nostra quotidianità. Senza, saremmo in preda a problemi sanitari di ogni genere e l’alimentazione è parte integrante delle nostre giornate”. L’ambito clinico “è molto interessante”, ma anche questo settore della professione lo attira molto. Le escursioni: “sono occasioni utili per fare chiarezza e rispondere ai nostri dubbi sul lavoro futuro”.
Ag.Sa.
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