Studenti in visita al carcere di Rebibbia

Visita al carcere romano di Rebibbia per gli studenti di Diritto Penale del prof. Bruno Assumma. Un’iniziativa che è ormai una tradizione della cattedra. “Ogni volta i ragazzi apprezzano molto questa particolare forma d’insegnamento, si entusiasmano all’idea di una lezione pratica”, spiega il docente. La visita ha tappe cadenzate: “Abbiamo sviscerato tutto il sistema carcerario, partendo dal sistema classificatorio all’ufficio matricole, la prima tappa di ogni detenuto. Poi abbiamo cercato di capire come si sviluppa la giornata di chi è in carcere, i vari compiti e le attività proposte”. Ultima tappa, la scarcerazione: “E’ stato interessante apprendere come avviene questa pratica, grazie alla disponibilità del direttore della struttura penitenziaria”. Nel pomeriggio, gli studenti si sono trattenuti nella capitale ed hanno visitato il Museo di Criminologia. “Chi studia il diritto penale odierno – prosegue il docente – deve conoscere il sistema che vigeva anni ed anni fa. Il Museo comprende ogni tipo di infrazione dal Medioevo ai nostri giorni. Basti pensare che i ragazzi hanno potuto ammirare la famosa ‘Vergine di Norimberga’, uno degli strumenti di tortura più spaventosi della storia”.
L’esperienza probabilmente si ripeterà. “Gli studenti hanno noleggiato un bus privato e, a detta loro, si sono anche divertiti durante il viaggio. La visita, oltre che formativa sul piano didattico, offre anche l’opportunità di stare insieme, occasione molto rara per chi frequenta la nostra Facoltà”. Chiunque volesse saperne di più, può riferirsi alla pagina facebook ‘Quelli dell’Aula Cicala’, dove si organizzano eventi e si dialoga. “Tutti possono iscriversi – conclude il docente – ed essere sempre aggiornati sulle nuove iniziative”. Entusiasti gli studenti. “Un’esperienza bellissima – dice Giovanna Ambrosio – soprattutto dal punto di vista umano. Poter vedere la limitazione della libertà, la negazione di un diritto inalienabile, mi ha profondamente commosso. Interessante anche la visita al Museo”. Incuriosito dagli strumenti di tortura esposti al Museo Luciano De Luca che afferma: “la visita al carcere è stata molto educativa, non sapevo minimamente cosa potesse succedere dopo l’arresto”. Francesco Pastore ha apprezzato lo spirito dell’escursione: “è stato bello ritrovarci tutti insieme e discutere di cose che prima avevamo solo letto nel manuale”.
Susy Lubrano
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