Ritmo d’esami a marce ridotte per gli iscritti al Corso di Laurea di Biologia Generale e Applicata che, nei giorni degli scioperi selvaggi di trasporti pubblici, benzinai e autotrasportatori, ha rinviato diversi appelli. Un po’ di respiro per gli studenti, grati di avere un po’ più di tempo a disposizione perché arretrarsi è inevitabile, sostengono in molti. E se la burocrazia ci si mette di mezzo, va ancora peggio. “All’inizio può accadere che si cambi spesso docente perché il numero di matricola, con il relativo gruppo d’appartenenza, è attribuito in ritardo”, ricorda Anna, studentessa ripetente al secondo anno perché non ha ancora superato alcuni esami “come Biochimica, ed ho dovuto aspettare il corso estivo per Chimica, una vera benedizione: anche se ci si rovina l’estate, si sostiene un esame in più e con docenti più disponibili”. E’ proprio Chimica Inorganica, materia fondamentale, propedeutica ad un’intera filiera di discipline caratterizzanti del percorso formativo – come Chimica Organica, Chimica Biologica, Biologia Molecolare – a rappresentare il vero scoglio per i futuri biologi. “Il problema è che ogni docente ha un metodo diverso. Alcuni bocciano all’orale anche con trenta allo scritto, altri mandano a casa con diciotto o diciannove studenti che hanno affrontato e superato lo scritto anche tre o quattro volte”, afferma Anna.
Davanti l’aula studio del Dipartimento di Biologia Strutturale e Funzionale, Mauro, studente magistrale, in attesa che cominci l’esame di Biologia Molecolare, racconta: “i problemi nascono dalla gestione dei professori. Alcuni docenti, come quello con il quale sosterrò fra un po’ l’esame, sono disponibilissimi. Altri, invece, sono irreperibili o non sono in grado di inserire il materiale didattico in rete, oppure comunicano le informazioni poco tempestivamente”. “Gli studenti dovrebbero essere maggiormente orientati – sostiene Cristina, anche lei in attesa di sostenere l’esame – Io non avevo alcuna propedeuticità da rispettare, così ho sostenuto Chimica Inorganica e Chimica Organica quasi alla fine. È stato un errore perché con quelle basi si comprendono molte più cose e si collegano diversamente tutti gli altri argomenti. Le propedeuticità, però, non possono nemmeno diventare degli sbarramenti che portano fuori corso, devono seguire dei criteri”. “Le discipline non sono tutte uguali. Alcune sono qualitativamente accessibili, ma quantitativamente impegnative. La Biochimica, per esempio, mette insieme concetti di Biologia e di Chimica, conduce fuori dai percorsi già seguiti e richiede un lavoro in esclusiva. Si dovrebbe poter studiare solo quella materia”, commenta Gennaro Buono, iscritto al terzo anno. Se le attività didattiche si svolgono a tutte le ore, mattina e pomeriggio, dove si trova il tempo per studiare? Questo si chiedono ancora gli studenti. “A conclusione dei corsi la finestra d’esame, inoltre, dura al massimo un mese. Le prove, così, si accavallano, soprattutto quando si è fuori corso. L’anno scorso, a causa dello sciopero e del ritardo con il quale è cominciato il semestre, gli esami si sono svolti subito dopo la chiusura dei corsi”, sottolinea Valentina Tornatore, primo anno fuori corso.
Davanti l’aula studio del Dipartimento di Biologia Strutturale e Funzionale, Mauro, studente magistrale, in attesa che cominci l’esame di Biologia Molecolare, racconta: “i problemi nascono dalla gestione dei professori. Alcuni docenti, come quello con il quale sosterrò fra un po’ l’esame, sono disponibilissimi. Altri, invece, sono irreperibili o non sono in grado di inserire il materiale didattico in rete, oppure comunicano le informazioni poco tempestivamente”. “Gli studenti dovrebbero essere maggiormente orientati – sostiene Cristina, anche lei in attesa di sostenere l’esame – Io non avevo alcuna propedeuticità da rispettare, così ho sostenuto Chimica Inorganica e Chimica Organica quasi alla fine. È stato un errore perché con quelle basi si comprendono molte più cose e si collegano diversamente tutti gli altri argomenti. Le propedeuticità, però, non possono nemmeno diventare degli sbarramenti che portano fuori corso, devono seguire dei criteri”. “Le discipline non sono tutte uguali. Alcune sono qualitativamente accessibili, ma quantitativamente impegnative. La Biochimica, per esempio, mette insieme concetti di Biologia e di Chimica, conduce fuori dai percorsi già seguiti e richiede un lavoro in esclusiva. Si dovrebbe poter studiare solo quella materia”, commenta Gennaro Buono, iscritto al terzo anno. Se le attività didattiche si svolgono a tutte le ore, mattina e pomeriggio, dove si trova il tempo per studiare? Questo si chiedono ancora gli studenti. “A conclusione dei corsi la finestra d’esame, inoltre, dura al massimo un mese. Le prove, così, si accavallano, soprattutto quando si è fuori corso. L’anno scorso, a causa dello sciopero e del ritardo con il quale è cominciato il semestre, gli esami si sono svolti subito dopo la chiusura dei corsi”, sottolinea Valentina Tornatore, primo anno fuori corso.