Studenti, laureati e docenti mettono in scena il Don Giovanni

Studenti, laureandi, laureati, dottori di ricerca – tutti della Facoltà di Architettura della Federico II – in palcoscenico come attori, cantanti lirici, musicisti e coristi per rappresentare il testo teatrale “didattico” (in prosa e in musica) “Anatomia dei Don Giovanni o dei sessi in essi”. Lo spettacolo,  allestito dal “Tum!” (Teatro Universitario Mobile), è andato in scena lo scorso 22 giugno nella Chiesa dei SS. Demetrio e Bonifacio, aula magna di Architettura, alla presenza di un nutrito gruppo di spettatori. Autore e regista sono, rispettivamente, Clara Fiorillo e Geppino Cilento, entrambi docenti della Facoltà
Una sorta di “teatro laboratorio”, per l’autrice, che ha richiesto sette mesi di lavoro. Il testo, infatti, è stato elaborato nel corso di Scenografia della prof.ssa Fiorillo e ha dato vita ad una lettura della figura del seduttore sia attraverso il giudizio di filosofi come Kierkegaard e Simmel che attraverso il “pensiero della differenza”.
Un personaggio-guida, un Cupido interpretato dalla studentessa Alessandra Mainenti, ha portato per mano il pubblico attraverso le vicende del Don Giovanni di Molière e del Don Giovanni di Mozart-Da Ponte, per l’occasione fusi sulla scena. Ne sono nati simpatici siparietti in cui i doppi personaggi si sono costantemente fronteggiati. Brillante la prova dei due Don Giovanni, interpretati da Giuseppe Ariano, architetto-attore, e Roberto Montanino, baritono, e dei due servitori, il laureando Marco Senatore e l’architetto-baritono Andrea Macchiarola. Applauditissime anche le interpreti femminili, tra cui Carmela Esposito, Federica Comes, Nunzia Albanese, Teresa Paduano, ecc. Gianluca Vitale e Vita Maria Motta, laureandi in Scenografia, i curatori della parte musicale (circa trenta le voci del Coro).
Il finale, comunque, è stato a sorpresa: i Don Giovanni non sono finiti all’inferno, come nella tradizione, ma pienamente assolti, perché considerati i rappresentanti del kierkegaardiano principio desiderante e perciò della forza vitale.  
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