STUDI UMANISTICI Opificio di Filologia Latina

Si lavora finalmente sui testi grazie all’’Opificio di Filologia Latina’, ciclo d’incontri di tipo seminariale, che offre un’occasione di riflessione sulla tradizione letteraria latina su papiro. “Analizzeremo testimoni di auctores noti, ricavati dai manoscritti di età tardoantica e medievale, o unici di opere meno conosciute tramandate su papiro”, spiega la ricercatrice Maria Chiara Scappaticcio. Gli incontri, con cadenza mensile, sono rivolti prevalentemente a studenti del Corso di Laurea Magistrale in Filologia, Letterature e Civiltà del Mondo Antico, ma possono parteciparvi tutti gli interessati appartenenti a qualsiasi altro Corso di Laurea. “Il fine è costruire un gruppo di ricerca, composto da studenti e neolaureati, su modello europeo e internazionale, che prevede interazione per raggiungere il comune intento di sviluppare visioni diverse di una stessa opera, a seconda del punto di osservazione e analisi (storico, linguistico, filologico)”. Non si rilasciano crediti, solo strumenti per praticare la filologia con passione. A 29 anni già ricercatrice, la prof.ssa Scappaticcio si è iscritta all’Università a 17, da lì non si è mai fermata: “mio padre doveva firmarmi i documenti in segreteria al primo anno. Laureata in Filologia Classica a 22 anni, ho scelto di restare a Napoli, una volta vinto il dottorato al SUM (Istituto Italiano di Scienze Umane) infatti ho rinunciato a quello della Normale di Pisa”. Formata alla Federico II, ha girato il mondo: “San Precario è il mio santo protettore. Come post doc sono stata a Liegi per un anno. Il contratto era di tre, ma non ce l’ho fatta a restare, dopo sabati e domeniche passati a piangere per la desolazione del luogo grigio anche d’estate”. Ha lavorato inoltre all’importante istituto IRHT (Institut de Recherche et d’Histoire des Textes) di Parigi, ad Oxford, Cambridge, Londra, Berlino e New York. “Ho potuto visitare molti posti grazie al ricco fondo ricerche previsto dalle Università belga e francese, che mi hanno permesso di toccare con mano l’oggetto dei miei studi”. Ma per la docente nessun posto è come casa: “nessuno vuole andarsene dall’Italia, a meno che non sia costretto. Partire è un esilio, significa rinunciare a diversi aspetti personali. Oggi purtroppo è indispensabile per portare avanti un progetto come giovane ricercatore”.
Il prossimo incontro dell’Opificio è previsto nello studio 111 della docente al primo piano, scala B, tra fine febbraio e inizio marzo. Per ulteriori informazioni riguardo la data e chiarimenti, contattare: mariachiara.scappaticcio@unina.it.
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