A Storia Greca esaminandi sotto torchio per un’ora e mezza

Seconda tranche di esami al Dipartimento di Studi Umanistici. Si parte con i più difficili dei diversi Corsi di Studio. Gli studenti che li hanno già sostenuti danno informazioni su come prepararli e cosa evitare. Per il primo anno di Lettere Classiche l’esame impossibile è Storia Greca con il professor Edoardo Federico, ormai famoso per le sue divertenti citazioni durante i corsi, che gli hanno valso il primato sul gruppo facebook “Citazioni famose dei professori alla Federico II”. Scherzoso al corso, non vuole sentir ragioni all’esame, dove almeno una bocciatura è d’obbligo, se non conosci a puntino tutto il programma. “Devi studiare non solo la storia, ma anche la letteratura, la grammatica e la geografia, altrimenti non lo passi. Io non ce l’ho fatta. Ho risposto a tutto, ma sono andata in panico sulla periodizzazione. È bastato questo per non farmelo superare, ma c’è chi l’ha ripetuto anche tre volte”, si sfoga Martina. “Il professore parte dal presupposto che dobbiamo essere tutti preparati quanto lui, e ci mette sotto torchio per un’ora e mezza circa. Ha esaminato cinque prenotati dalle 9.00 alle 14.30”, continua. Tra i comportamenti da evitare: “presentarsi alla prima data. Non fatelo mai, perché è convinto che chi lo fa viene a tentare l’esame. Se sei del primo anno, non verrai mai promosso, lasciarlo per ultimo è la tattica di molti”, spiega Giusy. Singolari dritte la dà Eugenia: “se nel bel mezzo dell’esame inizia a dirti che stai andando malissimo, non ti scoraggiare e vai avanti, lo fa con tutti. Per metterti a tuo agio farà una serie di battute sul tuo nome. Non ti offendere. Sappi che se ti chiami Luciano per lui sei grasso, e se Alfonso, un ubriacone”. Indispensabile lo studio degli appunti e dei manuali di base consigliati, “sono due più le parti monografiche ed i classici”. Niente paura se sei iscritto a Beni Culturali: “con gli studenti di questo Corso di Laurea è più tranquillo, non chiede né i classici, né la grammatica”, sottolinea la ragazza. “Se hai quattro mesi liberi, studialo. In meno tempo non tentarlo, è inutile”, ammonisce Salvatore.
Filologia Germanica con la prof.ssa Simona Leonardi è l’esame che preoccupa maggiormente il secondo anno di Lingue, Culture e Letterature Moderne Europee. “Portiamo l’impossibile per soli sei crediti formativi. È scritto ed orale. Si affrontano concetti diversi, ma se non superi l’uno non puoi accedere al secondo”, spiega Ivana. “Lo scritto è sulla mutazione consonantica ed i processi morfologici delle lingue antiche. Si basa su dieci domande con diversi spunti di riflessione interni, per un’ora e mezza di tempo. L’orale verte sulla fase antica, i calchi sintattici e semantici”, chiarisce Domenico. Più difficile il colloquio che la parte scritta: “poiché portiamo saggi in inglese, sulla cultura germanica ed opere monografiche. Allo scritto noi tre abbiamo preso in media 29, e ci sono stati solo quattro bocciati, ma il problema è l’orale. La docente ha rimandato ragazzi che avevano 27 allo scritto, o ha abbassato il voto di otto punti”, sostiene Flora. I tre studenti modello, nonostante l’esame sia difficile, non accetterebbero un voto inferiore al 28. “Siamo molto esigenti con noi stessi. Non a caso apparteniamo al gruppetto che studia il tedesco. Abbiamo infatti docenti bravissimi, ma altrettanto esigenti”, conclude la ragazza.
Affrontato sia dalla Magistrale in Filologia Classica, come obbligatorio, che da Filologia Moderna, come integrativo, Storia Romana con la prof.ssa Alfredina Storchi è ritenuto uno degli esami più lunghi e complessi del biennio. “Noi di Moderna portiamo solo la monografia su Spartaco. Ma, essendo un esame di storia, devi comunque studiarlo parecchio, ricordare le date e saper inquadrare gli avvenimenti della guerra sociale. Ogni esame dura più di un’ora”, commenta Antonio Iannicelli, al secondo anno. “Oltre al mito di Spartaco, noi di Classica portiamo cinque saggi del periodo che va dai Gracchi alla congiura di Catilina. Indispensabile per passarlo è conoscere il contesto storico di crisi in cui si svolgono gli avvenimenti salienti”, aggiunge Anna Castaldo. “Al di là della mole del programma di questa disciplina, il problema degli esami del nuovo ordinamento è che sono troppi rispetto a quelli del nuovissimo, e il curriculum costringe ad integrazioni continue per acquisire crediti necessari all’insegnamento”, lamenta Giuseppe Carotenuto. “In compenso sono tutti orali, ed io li preferisco così”, sentenzia Maria Cristina Miranda.
Non crea particolari problemi, ma è pur sempre un bel mattone, l’esame di Storia dell’Arte Contemporanea con la prof.ssa Maria Antonietta Picone, con cui fa i conti il secondo anno di Archeologia e Storia delle Arti. “Portiamo una parte generale che va dal Neoclassicismo al ’900 ed una monografica sulla pittura del secolo. La docente è abbastanza esigente. Ti fa parlare, ma tiene particolarmente alla descrizione dell’autore. Sei tu a dover individuare le opere corrispondenti da illustrare”, fa presente Antonietta Magliuolo. “La preparazione dev’essere ampia. Meglio studiare durante il corso, perchè a lezione si proiettano diapositive e bisogna prendere appunti. La media dei voti sta sul 25”. La studentessa sottolinea una criticità del Corso di Laurea, ossia la mancanza di un contatto diretto con le opere: “poche sono le occasioni in cui facciamo visite guidate, il che non ci permette di comprendere pienamente ciò che studiamo”.
Allegra Taglialatela
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