Tasse: dibattito studenti-autorità accademiche

E’ stato un dibattito dai toni molto accesi quello che si è tenuto il 3 maggio nell’aula Matteo Ripa tra gli studenti e le autorità accademiche dell’Orientale.
L’assemblea, richiesta dai movimento Sabomav in seguito al blocco del decreto rettoriale sulla modifica del sistema di tassazione, ha visto la presenza di numerosi studenti. Hanno risposto all’invito a partecipare il Rettore Pasquale Ciriello, il proRettore Augusto Guarino ed il Direttore Amministrativo Claudio Borrelli.
Tanti i temi affrontati nelle due ore e mezzo di dibattito: dalle tasse alla mensa, dai servizi alla riforma universitaria.
Sono diverse ma chiare, anche, le richieste avanzate dal Movimento, sintetizzate in un documento consegnato al Rettore durante l’incontro. “Abbiamo svolto diverse ricerche e paralleli con altri atenei , tra cui la Seconda Università – spiega uno studente di Sabomav- e non riusciamo a comprendere come mai il  tetto del reddito Isee  della prima fascia (5 mila euro circa) all’Orientale sia così basso rispetto a quello della SUN (11 mila euro). Chiediamo, dunque, che venga elevato questo limite tenendo conto delle nostre analisi”.
Vengono toccati anche temi di carattere pratico: quando e come verranno rimborsate le tasse già pagate e quando e come verrà modificato il decreto.
“Vi chiediamo scusa”
A rispondere alle insistenti domande dei tanti studenti, si sono alternate le tre autorità che, dopo un mea culpa iniziale (“vi chiediamo scusa per l’errore di valutazione”, dice Borrelli), hanno tentato di mettere un punto su alcuni elementi. “Non voglio ricordare- spiega il Rettore Ciriello- come in altre realtà universitarie si chieda addirittura al Governo di abrogare la norma che impone il limite del gettito di tassazione entro il 20% del Fondo di Finanziamento Ordinario, ma voglio sottolineare come le modifiche non sono state pensate per aumentare le tasse ma solo per ridistribuirle. La questione preponderante in questa polemica è stata giocata non tanto sul passaggio da sette a tre fasce, quanto sul tetto che è stato indicato per ciascuno scaglione di contribuzione. Su questo punto non escludo che si possa aprire un tavolo di lavoro regionale pure con gli altri Rettori”.
E aggiunge ancora Borrelli: “abbiamo bisogno di un po’ di tempo per rimediare all’errore commesso e per capire se la vostra proposta è attuabile”. “E’ ipotizzabile addirittura- azzarda- che nel momento in cui ci troviamo in difficoltà ad applicare questo sistema, si arrivi ad eliminare il modello Isee”.
I tempi, dunque, per le modifiche al decreto sono ancora abbastanza lunghi e probabilmente per la sua attuazione si dovrà aspettare il prossimo anno accademico. Nel frattempo, assicura il Rettore, è stato già comunicato al Banco di Napoli  di avviare il rimborso della seconda rata agli studenti che l’hanno già pagata. Inoltre, sono in preparazione i Mav compilati secondo il vecchio sistema.
Nell’assemblea, ovviamente, viene tirata in ballo la funzionalità dei servizi dell’Ateneo. Gli studenti, in occasione dell’incontro con il Rettore, chiedono il prolungamento degli orari delle biblioteche, l’apertura delle aule anche fuori dall’orario di lezione, la riapertura della mensa e la destinazione di maggiori spazi per la didattica.
“Il professor Di Maio- dichiarano i ragazzi- parla delle tasse in termini di controprestazione, ma noi non vediamo nessun  servizio offerto come contropartita. A Palazzo del Mediterraneo  o a Palazzo Penne, ad esempio, gli spazi per gli studenti sono pochissimi”.
“Contropartita è solo un termine tecnico- replica il proRettore Guarino che invece tiene a ricordare ai ragazzi i passi avanti fatti dall’Ateneo negli ultimi anni- La vostra protesta è fondata e noi siamo pronti ad accogliere le richieste. Vorrei  che però si ricordasse com’era l’Orientale qualche anno fa, quando c’era solo palazzo Giusso. Cinque piani di Palazzo del Mediterraneo sono destinati alla didattica, mentre negli altri tre, anche per ragioni di sicurezza, sono alloggiati gli uffici che prima erano in via Melisurgo”.
Mensa: 84 mila
euro all’Orientale
A Palazzo Penne, che è stato concesso dalla Regione in comodato d’uso all’Ateneo per 99 anni, verranno ospitati i dottorati e parte delle lauree specialistiche, insieme alle sale di rappresentanza e per il quale, si domanda il Rettore “perché protestare se l’università non ha speso un soldo?”.
Sono incessanti le domande che gli studenti vogliono porre alle autorità presenti. Fra una polemica e l’altra e con qualche parola fuori posto, si tocca anche la questione mensa: aprirla subito e senza fitto sono le richieste che provengono dalla platea. Ma  a questo il Rettore non ci sta e chiede perché l’Ateneo debba regalare circa 84 mila euro annui alla Regione che invece li vuole pagare. E’ solo una questione di principio, allora, quella sollevata dagli studenti?
“Si sta sempre più procedendo ad un’aziendalizzazione dell’università – spiega una studentessa- e la mensa ne è un esempio”. “La mensa era un luogo di aggregazione, di condivisione aggiunge un altro studente- Il mio invito è di organizzare un tavolo di discussione con una platea di studenti che non si limiti alle rappresentanze studentesche, ed insieme alla Conferenza dei Rettori ci si mobiliti in seno al Ministero per combattere quest’idea di università- azienda che si sta sempre più diffondendo”.
Si sono toccati dunque, momenti di forte tensione politica nel senso pieno, arrivando ad affrontare questioni generali. Con il Rettore che ha puntualizzato: “ho accettato l’invito a questo dibattito da voi richiesto, siamo disponibili a parlare di tutto. Vi faccio però anche notare che è non frequente negli atenei che un rettore accetti un confronto a 360gradi con gli studenti”.
Si ritorna a due questioni concrete: biblioteche e aule. “Per quanto riguarda l’apertura delle aule anche fuori l’orario di lezione- spiega il Direttore Amministrativo Borrelli-  abbiamo problemi di sicurezza. Una mia proposta: come accadeva nel ‘68, uno studente potrebbe prendere in consegna le chiavi dell’aula ed esserne responsabile”.
Sulle biblioteche gli studenti lanciano, invece, un ultimatum: “entro una settimana tutte le biblioteche aperte fino alle 21.00 o verranno occupati gli spazi”. Una proposta che non è però piaciuta alle bibliotecarie presenti in aula che hanno chiesto ai giovani proposte più realizzabili.
Durante l’incontro tanto atteso con le autorità dunque, si è alzata tanta polvere ma, come ha sottolineato una studentessa in un intervento conclusivo, “non è stato segnato un solo punto chiaro su cui andare avanti”. Sarebbe stato probabilmente preferibile puntare su un corpo ristretto di richieste, piuttosto che affrontare di tutto in un solo incontro.
Valentina Orellana
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