Tesi, si può richiedere dal 20esimo esame

Saranno discusse ed eventualmente approvate nel Consiglio di Facoltà di maggio le due proposte elaborate dalla commissione tesi presieduta dal professor Francesco Balletta, docente di Storia economica. La prima introduce nuovi criteri per l’assegnazione del settore disciplinare di svolgimento della tesi di laurea. La seconda, invece, modifica i criteri di valutazione della tesi stessa. Lucio Fiore, docente di Tecnica bancaria, membro della commissione, della quale facevano parte anche alcuni rappresentanti degli studenti, durante il Consiglio di Facoltà svoltosi il 18 aprile ha illustrato brevemente ai colleghi alcuni dei punti cardine della nuova normativa. “S’innalza il tetto di esami a partire dal quale lo studente può presentare la domanda di tesi; piuttosto che fare riferimento alla singola disciplina la richiesta va inoltrata per gruppi di materie omogenei; su istanza esplicita degli studenti si è stabilito che il richiedente consegue il diritto all’assegnazione in funzione dell’anzianità di domanda, individuata in riferimento alla data del diciannovesimo esame. L’anno è stato inoltre diviso in tre quadrimestri, tre grandi blocchi temporali”.
L’articolo 1 del regolamento per l’assegnazione stabilisce che “la domanda di assegnazione del settore disciplinare di svolgimento delle tesi può essere presentata solo dopo il sostenimento di almeno 20 esami”. E’ una norma sulla quale esprime un giudizio positivo Paola Bruno, rappresentante in Consiglio di Facoltà per gli studenti. “Attualmente ci sono colleghi che intasano le liste di attesa perché chiedono la tesi quando hanno sostenuto soltanto 15  esami. Non lavorano alla tesi, perché non ne hanno il tempo, e tolgono spazio ad altri. La soglia del ventesimo esame dovrebbe abolire questo inconveniente”.  L’articolo 2 sancisce che la presentazione avviene mediante compilazione e deposito in Presidenza di un modulo attraverso il quale lo studente indica gli esami sostenuti, le votazioni riportate e la media, esprimendo l’ordine delle sue preferenze in relazione ai settori disciplinari indicati in un articolo successivo, quello numero otto. Sono: Economia Politica, Economia Pubblica e Politica Economica, Economia Applicata, Sociologia, Storia Economica Generale, Storia Economica Specialistica, Discipline Pubblicistiche, Discipline Privatistiche, Area Internazionalista, Diritto dell’Impresa, Matematica Generale, Matematica Finanziaria, Matematica Statistica, Matematica applicata, Geografia, Merceologia, Contabilità e Bilancio, Gestione ed Organizzazione, Economia degli Intermediari, Marketing, Tecnica Finanziaria, Lingue. Lo studente sceglie tre settori, in ordine di preferenza. Se i docenti del primo hanno già raggiunto il carico tesi (quattro per quadrimestre), passa al secondo e poi al terzo, nella sfortunata ipotesi che anche i professori del secondo settore siano a quota quattro.
L’anno, come spiegato in Consiglio dal professor Fiore, è suddiviso in tre quadrimestri: marzo/giugno; luglio/ottobre; novembre/febbraio. Al termine di ciascun quadrimestre la Presidenza determina, in proporzione del numero dei docenti appartenenti ai singoli settori disciplinari, le quote numeriche di attribuzione, a ciascun settore, di tutte le domande presentate nel corso del quadrimestre. Entro il giorno 15 del mese successivo procede all’assegnazione nominativa delle tesi stesse. Avviene in base alla gradazione delle preferenze espresse dai richiedenti e, nell’ambito di ciascuna fascia di priorità, in base alla media delle votazioni, considerata in ordine decrescente.
L’assegnazione formalizzata dalla Presidenza è definitiva ed incondizionata. “Resta esclusa ogni ipotesi di subordinazione dell’assegnazione a condizioni di qualsiasi genere quali, per esempio, la media delle votazioni, il superamento di determinati esami o il livello delle conoscenze linguistiche”, precisa l’articolo 5. A ciascun docente è invece consentito di autorizzare per iscritto, per ciascuno dei quadrimestri, l’assegnazione diretta, in soprannumero, di non più di una tesi. “I singoli settori disciplinari”, esplica l’articolo 7, “determinano autonomamente le modalità di distribuzione delle tesi per aree disciplinari e per relatori e danno corso ai relativi adempimenti entro il termine massimo di tre mesi dal deposito, a cura dell’interessato, nella segreteria didattica del competente dipartimento, di una copia dell’attestazione di attribuzione rilasciata dalla Presidenza. L’ammissione all’esame di laurea non è subordinata al decorso di termini correlati con la data di assegnazione del settore disciplinare di svolgimento della tesi”. Una norma particolarmente caldeggiata dagli studenti. “In pratica si abolisce il vincolo per cui, tra la data di assegnazione della tesi e la seduta di laurea, dovevano trascorrere almeno dodici mesi”, sintetizza Bruno. Lo studente sceglie dunque il settore disciplinare e la Presidenza, nei limiti del possibile, lo assegna a quel settore prescelto.
I criteri di
valutazione
La proposta della Commissione modifica sensibilmente anche i criteri di valutazione della tesi di laurea.
L’articolo 1 individua due tipi di tesi: di ricerca o sperimentali che dir si voglia; di rassegna od espositive. Il relatore che presenta alla Commissione la tesi di ricerca o sperimentale redatta da un suo candidato può proporre di assegnare uno dei seguenti giudizi, senza indicare il punteggio: Ottimo, Buono, Discreto, Sufficiente. La Commissione, preso atto della proposta del relatore, del parere del correlatore, della prova di esame e del curriculum studiorum, assegna al candidato 8 voti se giudica Ottima la sua tesi; 6-7 se la ritiene Buona, 4-5 per Discreto e 0-3 per Sufficiente. Questo punteggio, sommato a quello di partenza del candidato (si ricava moltiplicando per undici e dividendo per tre la media riportata agli esami), determina il voto finale di laurea. A titolo di esempio, si ponga il caso di un laureando che abbia la media del 27 agli esami. Moltiplicando 27 per undici e dividendo il risultato per tre si ricava il punteggio di partenza: 99. Se la sua tesi sarà valutata con Ottimo dalla Commissione, si laureerà con 107 finale (99+8). In nessun caso si possono attribuire più di otto voti. Le lodi non concorrono alla formazione del punteggio aggiuntivo, qualunque sia il loro numero. Di esse si potrà eventualmente tenere conto per l’attribuzione della lode a candidati i quali raggiungano il 110 indipendentemente da esse.
Questa la normativa, invece, per le tesi di rassegna, od espositive. Il relatore, nella presentazione alla Commissione di laurea, può proporre di assegnare, nell’ordine, uno dei seguenti giudizi, senza indicare il punteggio. Buono; Discreto; Sufficiente. La Commissione, sulla base della proposta del relatore, della prova del candidato e del curriculum studiorum, assegna tre punti per Buono, 2 per Discreto ed un punto solo per Sufficiente. Questi voti si sommano alla base di partenza del candidato, calcolata con criterio identico a quello precedentemente esposto. Ancora un esempio. Si supponga che un laureando abbia la media del 24 ed abbia preparato una tesi di rassegna, od espositiva, valutata dalla Commissione con Discreto. Partirà da 88 (24×11.3). Con i due punti di Discreto raggiungerà quota 90. In nessun caso si possono attribuire più di tre voti. Per le lodi vale l’identico principio delle tesi di ricerca.
“Premio di
operosità” per chi si laurea presto
Una delle principali novità del regolamento che sarà discusso durante il prossimo Consiglio è il “premio di operosità”. Alla media finale dei voti, espressa in  centodecimi, si aggiunge, a prescindere dal tipo di tesi, un premio. Chi si laurea entro il quarto anno riceve un benefit, pari al 3% del punteggio. Per esempio, su 102/110 aggiunge altri tre voti. Punteggio finale 105. Il premio di operosità concesso a chi si laurea entro il I anno fuoricorso è invece del 2%. Il regolamento prevede anche una fase transitoria, di tre anni a partire dall’entrata in vigore, durante la quale il premio di operosità viene concesso anche nei seguenti casi: +1% a chi si laurei entro il secondo anno fuori corso; +0,5% a chi si laurei entro il terzo anno fuori corso.
La Commissione di laurea può conferire alla tesi la dignità della pubblicazione. “Per tale conferimento”, recita l’articolo 5, “non è necessario né sufficiente il punteggio di 110/110 e lode”. Spariscono le famigerate tesine, sostituite da una sintesi (abstract di 1-3 cartelle) con l’indicazione della bibliografia essenziale. Tale sintesi va depositata in segreteria in 11 copie, che saranno consegnate in tempo utile ai membri della Commissione di laurea.
Infine, per gli studenti ai quali sia già stata assegnata la tesi di laurea, fino alla sessione del marzo 2001, si concede la possibilità di passare al nuovo regolamento, tramite apposita domanda.
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