Testimonial e project work per imparare a “Lavorare per i beni culturali”

Arte, tecnologia, beni culturali, comunicazione. E’ sul legame tra questi settori che Franz Cerami, napoletano ormai conosciuto a livello internazionale nel campo della comunicazione pubblica e privata, è riuscito a crearsi un lavoro. La sua testimonianza il 18 maggio, in apertura del ciclo seminariale “Lavorare per i beni culturali”, nato nell’ambito dei corsi di Organizzazione Aziendale del prof. Stefano Consiglio e di Economia e Gestione delle imprese del prof. Francesco Bifulco, per gli studenti del Corso di Laurea in Cultura e Amministrazione dei Beni Culturali. “Seminario – spiega Consiglio – il cui scopo è illustrare le caratteristiche di alcune organizzazioni che operano nel settore dei beni culturali, un’occasione per gli studenti di ascoltare storie professionali dalla viva voce di chi opera in questo settore”.
Cerami ha affascinato i ragazzi con un intervento su “Inventare il lavoro nei beni culturali: il caso Monumedia”. Più che una lezione, una chiacchierata durante la quale ha ripercorso la sua carriera insieme agli studenti, impressionati dal suo genio creativo. E pensare che Cerami ha cominciato prima dell’avvento di Internet, avvalendosi di tecniche a costi, allora, elevatissimi. “Mi sono chiesto qual era il modo per creare arte con audio-visivi, musica, insomma creare arte con l’ausilio delle nuove tecnologie. Ho cominciato realizzando cortometraggi in 3D”. La svolta: “tutto il mio lavoro è cambiato con Internet. Oggi posso essere in rete per avere relazioni con il mondo… Ad un giovane non basta una forte motivazione, ma occorre conoscere l’inglese ed avere una buona fluidità con Internet”. Direttore artistico del Festival “Corto Circuito”, alla proposta del consiglio della struttura di parlare di multimedialità, ha ritenuto che la migliore ipotesi, in Italia, fosse quella di applicarla ai beni culturali. “Monumedia si è inventato un Festival sulla multimedialità applicata ai beni culturali, per quattro anni abbiamo selezionato migliaia di lavori. Dopo il Festival, Monumedia è diventata una società che offre servizi di comunicazione, ne è un esempio la campagna di comunicazione per il turismo adottata dal Comune di Napoli”. Altre idee acute: i festival “Napoli music remix” e “Napoli Vesuvio remix”, accomunati dal progetto di attirare giovani londinesi nel capoluogo partenopeo. “Si partiva dal concetto di remixare un’immagine, quella del Vesuvio che è simbolo del territorio in cui viviamo, e una musica, ‘‘O sole mio’. Sono pervenuti migliaia di lavori e remix di DJ londinesi, designer. E tutto tramite internet!”. Veniamo ora all’ultimo colpo di genio, quello che ha dato a Cerami una notorietà a livello internazionale: Miss digital world. “Ho inventato un concorso di bellezza con modelle virtuali, le ho disegnate io. Il tema di fondo: la bellezza e come si rappresenta. Si è trattato di indovinare l’argomento giusto al momento giusto, per di più in un linguaggio nuovo, quello della computer grafica. Ho quindi sviluppato l’idea e l’ho lanciata sul web. All’inizio, i media classici erano molto freddi; il web, al contrario, ha risposto con una rassegna stampa infinita”. La bellezza riproposta nell’ottica dei beni culturali, “è solo arte – sottolinea Cerami – non voglio indurre le donne alla perfezione o alla chirurgia plastica!”.
Tecnologia e internazionalizzazione come elementi indispensabili per mettere in pratica un’idea. “Premesso che la conoscenza della lingua inglese è una condizione necessaria – ribadisce Cerami – bisogna pensare in grande per realizzare qualcosa, procedere anche se il mondo esterno disincentiva, e non rimanere legati al ‘locale’”.
I ragazzi ascoltano con attenzione, forse immaginano che Cerami sia un plurilaureato quando gli chiedono del suo background culturale. La risposta non conferma le aspettative: “ho frequentato il liceo scientifico perché i miei genitori non mi permisero di andare al liceo artistico come avrei voluto, non ci vedevano alcuno sbocco. Poi, mi iscrissi ad Economia, che ho lasciato dopo due anni per andare a vivere a Londra, poi in Francia, in Olanda… facendo lavoretti ma dedicandomi anche a foto e video, tutto da autodidatta. In ogni caso, non consiglio a nessuno di non laurearsi…”.
Dall’idea
al progetto
Trasformare le idee in progetti è quello a cui stanno lavorando i ragazzi di Cultura e Amministrazione dei Beni Culturali, i quali, dopo aver seguito il corso di Organizzazione Aziendale, stanno realizzando, sotto la guida del prof. Consiglio, vari project work che avranno modo di presentare al termine del seminario. Valentina La Femmina, Luigi Vitagliano e Alessandra Caruso fanno parte di un gruppo composto da sei ragazzi che si sta occupando di un progetto per la ri-valorizzazione della zona flegrea. “Vogliamo proporre di destinare alcuni spazi della Mostra d’Oltremare (una fontana, una chiesa sconsacrata ed altro) ad aree da adibire a giochi di ruolo – spiegano –. Abbiamo svolto un’indagine di mercato, raccolto alcune idee commerciali e parlato con persone specializzate nei giochi di ruolo. Grazie al prof. Consiglio, abbiamo avuto l’opportunità di incontrare direttore amministrativo e direttore marketing della Mostra d’Oltremare: ci hanno assicurato la loro piena disponibilità e accoglienza. Speriamo che il nostro progetto sia davvero applicato…”. Un’altra idea molto interessante, legata alle necessità degli studenti universitari iscritti presso gli atenei partenopei, è quella su cui sta lavorando un gruppo più ampio di studenti, sempre al terzo anno, che riguarda la simulazione dell’attivazione di un ufficio placement. Sono: Palma Trincone, Angela Ciriello, Giuditta Divisato, Gianfranco Federico, Antonio Velardo, Antonella Astarita, Alessandra Stefanazzi e Giuseppe De Simone. Secondo i ragazzi, “l’Università dovrebbe occuparsi del placement, seguire gli studenti anche dopo la laurea, ma qui, purtroppo, non funziona in questo modo”. 
I ragazzi si infervorano quando parlano di realtà e praticità, non fanno che esprimere commenti positivi riguardo il professore, che, a quanto riferiscono, “ci ha permesso finalmente di fare qualcosa di pratico. E’ riuscito a conciliare la materia economica a quella dei beni culturali, è un approccio diverso il suo…”. Da non credere: “riusciamo a seguire tre ore di corso consecutive senza annoiarci”.
Ultimo appuntamento con il ciclo seminariale, il 1° giugno quando gli studenti presenteranno i loro lavori.
Maddalena Esposito
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