Didattica a rischio a Lingue, occorrono 4 lettori madrelingua e nuovi ricercatori

I Revisori dei conti sono al lavoro, per quantificare le dimensioni complessive del debito della Federico II. Solo a giugno si saprà se potranno essere sbloccati i fondi necessari per nuovi contratti. Un’attesa che lascia in sospeso soprattutto corsi di laurea come quello di Lingue che, senza l’assunzione di un numero minimo di lettori e ricercatori che rimpiazzino quelli i cui contratti sono scaduti o scadranno a breve, rischia praticamente il blocco della didattica. 
A rilanciare l’allarme è la prof.ssa Silvia Disegni, Presidente del Corso di Laurea, che ricorda come ormai negli ultimi anni la precarietà sia diventata una costante nell’organizzazione dei loro corsi: ma senza il rinnovo dei contratti la situazione potrebbe diventare davvero ingestibile. “Non che gli studenti ne abbiano per ora risentito – precisa la docente- perché siamo riusciti a tamponare in maniera efficace; ma quanto ancora potranno bastare questi interventi?”. Tanto più che la carenza di personale si aggraverà a novembre, quando andranno via anche un lettore di francese e uno di spagnolo. Uno svuotamento che ha visto diminuire drasticamente soprattutto il numero dei lettori nel corso dell’ultimo anno, per cause diverse come trasferimenti, pensionamento o scadenza di contratti. “Per consentire il regolare svolgimento delle lezioni in questi mesi, vista l’emergenza, abbiamo fatto ricorso a contratti integrativi di breve durata”, spiega la prof.ssa Disegni. Ma è del tutto evidente che è una soluzione “precaria, non risolutiva, che non garantisce alcuna continuità didattica”.
Nel frattempo, come anticipammo qualche tempo fa, il Centro linguistico sta procedendo al censimento delle ore lavorative che i collaboratori linguistici impiegano nelle varie Facoltà. Ma, commenta la Disegni, come prevedibile, “viene fuori che tutti impiegano anche più delle ore che sarebbero tenuti a coprire”. Insomma, non c’è proprio pericolo che i lettori lavorino meno di quanto sia loro dovuto. Anzi, come abbiamo già evidenziato in passato, rimangono una delle categorie che ha in assoluto meno riconoscimento professionale ed economico in ambito universitario. 
Non c’è quindi altra soluzione: “è assolutamente necessario che uno dei primi investimenti di risorse dopo lo sbloccamento dei fondi riguardi i contratti Cel a tempo indeterminato”, afferma la Disegni. Un impegno che pare sia stato assicurato dal rettorato, ma che sembra anche rischiare continuamente di essere messo in discussione. Il minimo necessario per il Corso di Lingue, spiega la Disegni, consisterebbe in 4 contratti per lettori a tempo indeterminato – ovvero due di tedesco, poiché lo scorso anno uno si trasferì e l’altro dovette scegliere tra la Federico II e l’Università di Salerno, e i due che rimpiazzino quelli che andranno via a novembre, uno di spagnolo e uno di francese – più un tecnico di laboratorio fisso – “anche in questo caso abbiamo tamponato”, spiega la Disegni, “eppure è una figura importante per la didattica quotidiana”. La questione più urgente in assoluto  sembra essere quella dei lettori di tedesco, che sono stati rimpiazzati finora con contratti semestrali che scadranno a luglio. Ma anche novembre in fondo è molto vicino. A questo si aggiunge la necessità di nuovi ricercatori: “continuano ad aumentare le iscrizioni al Corso di Laurea in Lingue, quindi vuol dire che finora abbiamo lavorato bene; ma è diventato davvero necessario rinforzare il parco docenti”. Sono già stati banditi i concorsi per un ricercatore di lingua inglese e uno di lingua tedesca, ma ne servirebbero anche uno di francese e uno di spagnolo. “Per fare funzionare il Corso di Laurea ci vorrebbero due docenti per la letteratura di ogni lingua, mentre attualmente ce n’è solo uno; e i soli concorsi tramite i quali sarebbe possibile tamponare sono quelli di ricercatori”, spiega la Disegni.  Ed evidenzia come il corso di laurea, grazie all’iniziativa di un gruppo compatto di docenti e lettori, sia riuscito quasi miracolosamente ad ottenere buoni risultati nonostante le carenze strutturali, se gli iscritti alla triennale sono un migliaio e quelli di quest’anno sono stati 290, in aumento: “non è una cosa da niente”, conclude la Disegni. 
(Vi.Sa.)
- Advertisement -




Articoli Correlati