Testimonianze di laureati alla Giornata del Biotecnologo Industriale

Un’occasione per creare comunità, diffondere informazioni e consapevolezza fra gli addetti ai lavori e premiare i migliori laureati. È la Giornata del Biotecnologo Industriale, promossa dal Corso di Laurea che, giunta alla sua seconda edizione, è già diventata un appuntamento prenatalizio fisso. L’ultima si è svolta l’11 dicembre, presso l’Aula Azzurra di Monte Sant’Angelo. Ai saluti istituzionali del Vicedirettore del Dipartimento di Scienze Chimiche Luigi Paduano si sono succedute le testimonianze di alcuni laureati, che hanno raccontato ai numerosi studenti presenti e alle loro famiglie le possibilità offerte dal titolo di studio. A cominciare da Serena D’Amico, la quale, dopo la laurea e il dottorato, ha iniziato a lavorare presso l’impianto di Torre Annunziata della multinazionale del farmaco Novartis per poi spostarsi negli Stati Uniti, a New York, dove si è occupata dell’investigazione dei processi in campo alimentare e sanitario, a Basilea, quartier generale della Casa, nel ruolo di dirigente per la gestione della qualità e quindi delle ispezioni nei diversi siti che, nel mondo, compongono la divisione farmaci. “Il mio primo incarico lontano dalla produzione”, sottolinea la dott.ssa D’Amico, la quale nel 2016 è tornata presso la sede dalla quale era partita, per dedicarsi ai processi di facilitazione per compressioni e laccature e alla gestione delle risorse umane e tecnologiche. “Non credo, però, di terminare qui la mia carriera. Un mondo flessibile richiede di essere agguerriti per fare quello che si vuole”, conclude la relatrice. Costantino Casale è un ricercatore universitario, cofondatore di una startup che si occupa di ingegneria tissutale (realizza innesti e il ripristino di pelle artificiale). “Quella del Biotecnologo è una figura affascinante: acquisisce un bagaglio che gli consente di relazionarsi con specialisti diversi”, dice il ricercatore, il quale, durante il suo percorso, ha lavorato anche in Germania (“l’esperienza all’estero è importante per crescere umanamente, imparare le lingue e capire che altrove ci sono gli stessi problemi che abbiamo noi a Napoli”). La terza testimonianza è di Ginevra Del Vecchio, laureata nel 2015. Dopo un’esperienza in Messico, lavora a Siena dove si dedica alla realizzazione di nuovi vaccini presso l’azienda farmaceutica GSK. Imposta il suo intervento in maniera interattiva con il pubblico. “Chi è, secondo voi, un biotecnologo e cosa può fare?”, domanda ai ragazzi presenti. “Uno studioso che utilizza le sue conoscenze chimiche per creare prodotti biocompatibili”, risponde timidamente uno studente. “Non si tratta solo di attuare processi chimici, ma di avere una forma mentis, un approccio ai problemi che fa la differenza. Ci rivolgiamo al mondo del lavoro allo stesso modo”. Ginevra è anche la presidente nazionale della F.I.Bio, la Federazione Italiana dei Biotecnologi che fa le veci dell’Ordine Professionale, del quale la categoria è al momento priva, tutelando e promuovendo il riconoscimento della figura e lavorando ad una rete di divulgazione presso l’opinione pubblica e collaborando con altre realtà nell’ambito di un progetto denominato ‘Tempesta di Cervelli’, al quale aderiscono associazioni che raccolgono ricercatori e dottorandi impegnati nel campo della divulgazione. “L’Italia è una nazione piccola, ma ogni regione ha un suo statuto”, sottolinea la giovane Presidente nel suo intervento che racconta ai presenti delle possibilità professionali a cui può aspirare un biotecnologo nell’industria, nel commercio, nell’agricoltura, nella Pubblica Amministrazione, nell’insegnamento, nei corpi militari, come tecnico di laboratorio, informatore del farmaco. Nonostante le statistiche AlmaLaurea e le indagini interne dimostrino che ad un anno dalla laurea il 74% dei laureati ha un’occupazione (valore che dopo cinque anni passa  all’85%), la Federazione si batte per l’equipollenza con la laurea in Biologia per l’accesso ai concorsi pubblici e l’iscrizione all’Ordine dei Biologi. “Oggi un laureato in Biotecnologie non sa cosa vuole fare, eppure il suo è un lavoro spendibile al 100%, perché ovunque va porta innovazione. Noi ci proponiamo di fungere da ponte: svolgiamo attività di orientamento post-laurea, organizziamo corsi di aggiornamento e formazione, eventi con il mondo del lavoro e iniziative di sostegno, dalla compilazione di un curriculum al counseling”, conclude la dott.ssa Del Vecchio. Parte di queste sollecitazioni sono diventate oggetto di seminari curriculari presso il Corso di Laurea. “Mi emoziona vedere quanta strada è stata percorsa – dice nel suo intervento il prof. Gennaro Marino, padre fondatore delle Biotecnologie a Napoli e Professore Emerito della Federico II – Il Corso è nato nel 1996, in seguito ad una mia visita all’Imperial College di Londra. Capii allora che il mondo stava andando verso nuove prospettive. È una soddisfazione vedere questa bellissima comunità”.
Simona Pasquale 
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