Tra diritto e mondo digitale: le tesi di laurea di un gruppo di studenti

Una nuova figura brillante, poliedrica, veloce, al passo con i tempi ha surclassato lo stereotipo del classico avvocato. “Già dal primo anno, ai ragazzi di Giurisprudenza del Suor Orsola viene impartita una preparazione conforme a ciò che cerca il mondo del lavoro: avanzata e versatile per risolvere i problemi giuridici attuali”, spiega la prof.ssa Lucilla Gatt. Quali caratteristiche deve avere un avvocato moderno? “Aggiornato, critico, bravo a muoversi sulle banche dati digitali e sui social e anche una figura utile per le aziende, capace di calarsi nella realtà del diritto”. Dal primo momento, dunque, gli studenti sono spinti a guardare oltre lo studio tradizionale puntando ad obiettivi molto più impegnativi. “Non bisogna fermarsi alla teoria, ma procedere verso l’applicazione di ciò che si è appreso. Alla fine del quinquennio gli studenti costruiranno un lavoro di tesi basato sulla ricerca approfondita di un tema specifico; dopodiché, attraverso gli stage, ognuno presenterà alle aziende, anche straniere, il proprio lavoro che potrà essere acquistato o finanziato per portarlo avanti”, dice la prof.ssa Gatt. I project work elaborati dagli studenti sono vari e incentrati su tutte le figure del mondo digitale; in particolare vertono sulla modificazione del genoma umano, l’area virtuale blockchain, e il protection officer per la protezione dei dati personali. Le ricerche nascono dai “problemi tra il diritto e il mondo digitale” e si legano alla novità del piano di studi di Giurisprudenza – che è stato presentato ufficialmente lo scorso 13 settembre in occasione dei vent’anni della Facoltà –   improntato proprio su quest’argomento, perché occorre “potenziare le conoscenze di area giuridica nel campo delle tecnologie”. 
Sono diverse le esperienze degli studenti instradati verso il percorso più attinente alle proprie aspettative. “Il mio lavoro di tesi riguarderà la blockchain – spiega il laureando Emiliano Troisi – Sto approfondendo, quindi, il mondo virtuale che al principio non amavo molto. Ho dovuto consultare testi di informatica scritti in lingue diverse dall’italiano e non è stato un lavoro semplice. Tuttavia, ogni giorno di più, reputo queste nuove tematiche affascinanti e non le sento ancora così tanto lontane da me. Oggi la collaborazione tra giuristi e informatici deve crescere. Il mondo dell’informatica e quello tecnologico devono essere approfonditi anche nelle università e non solo nei centri di ricerca. In questo modo il neogiurista potrà essere già consapevole di molti meccanismi ed essere pronto ad affrontare le sfide esterne”. Un’altra laureanda alle prese con il lavoro di tesi basato sulla privacy e l’impatto con le nuove tecnologie è Iolanda Valestra: “Ai primi esami non ero soddisfatta di me come adesso. Avevo un metodo di studi antiquato che non mi permetteva di rendere al meglio. La professoressa Gatt è come una mamma per tutti noi ed è stata proprio lei ad insegnarmi a studiare con spirito critico e a mettermi in gioco con sicurezza adoperando gli strumenti giusti. In questo modo mi sono sentita più pronta ad affrontare anche lo stage in Prefettura, dove ho imparato molte cose”. Ogni studente, infatti, potrà assaporare in anticipo, già prima della laurea, le dinamiche della professione che si è scelto attraverso l’esperienza presso enti diversi. Un’opportunità che prosegue anche dopo la laurea (attraverso l’Ufficio Job Placement di Ateneo), dove il giovane sarà accompagnato mano nella mano perché non corra il rischio di andare allo sbaraglio. “Il mondo della giurisprudenza è competitivo – afferma Costantino Cardella ricordando il suo percorso – ma, grazie alla prof.ssa Gatt e alle opportunità che mi ha offerto l’Ateneo, oggi ho le idee chiare. Non perderò tempo a scegliere che strada intraprendere perché già sono molto deciso. Mi sono laureato a luglio e ho svolto la tesi sulle tecniche di modificazione del genoma umano. Ho affrontato tematiche molto discusse e delicate, scindendo l’approccio scientifico da quello giuridico”. Tutti i lavori sono stati esposti nella cerimonia del 13 settembre. A far parte del gruppo della prof.ssa Gatt c’è anche la dottoranda Maria Cristina Gaeta, che racconta: “La mia tesi di ricerca riguardava la responsabilità civile e l’automazione. Grazie al mio lavoro ho vinto il dottorato di ricerca alla Federico II, dove stiamo portando avanti diversi progetti che afferiscono tutti al centro ReCEPL del Suor Orsola. Ho avuto modo anche di trascorrere cinque mesi in Inghilterra e quindi di conoscere una realtà diversa, con scadenze molto rigide, ritmi incalzanti, ma che alla fine si è rivelata altamente formativa. Oggi so per certo che quello che fa la differenza è il proprio mentore. Se non avessi avuto al mio fianco la prof.ssa Gatt, forse non sarei arrivata così in alto”. Oggi la Gaeta collabora con il Suor Orsola e crede che le nuove matricole di Giurisprudenza debbano tener presente che “è fondamentale avere una guida attenta, professori che si interessino degli studenti comprendendone le esigenze, le preoccupazioni e i punti di forza, per indirizzarli verso ciò a cui sono più propensi dato che le strade sono molteplici. Insomma, l’università deve essere avvincente e offrire il massimo, perché è ciò che ogni studente merita”.
Francesca Corato
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