Troppi in aule piccole, disagi ai corsi

Inizio corsi movimentato a Giurisprudenza. A poche settimane dall’avvio delle lezioni, si fanno sentire i primi disagi. Aule affollate, posti a sedere esauriti: c’è stato un po’ di scompiglio. Caso eclatante quello del corso di Procedura Penale della cattedra del prof. Paolo De Lalla. Partito l’8 marzo nell’aula Fadda di Corso Umberto, è stato poi spostato altrove. Un rincorrersi di aule e false notizie, prima di trovare una collocazione definitiva: l’aula Ottagono della sede centrale. “Non ci aspettavamo questo boom – racconta Alessandro Di Meo, studente al quarto anno – di solito i corsi iniziano a rilento e solo dopo qualche settimana si avvertono i primi disagi. Quest’anno, invece, affollamento già dal primo giorno. Siamo stati costretti a seguire la lezione in piedi”. I reclami in Presidenza sono stati molteplici. Il corso di Procedura Penale è seguito da tantissimi ragazzi collocati in un’aula con meno di 200 posti a sedere. “Ci siamo mobilitati affinché questa situazione non perdurasse fino a maggio – spiega Antonio Caretti, studente al quinto anno – La prima settimana è stato quasi impossibile accedere alle lezioni, lo stesso docente aveva difficoltà nello spiegare una materia tanto complessa in spazi così ristretti”. “C’è stata tanta confusione – continua Giusy Dragone, studentessa al quinto anno – Ad alcuni ragazzi non è stato permesso di entrare in aula a causa della mancanza di spazio. Non c’era neanche posto per stare in piedi. Una vergogna, viste le tasse che siamo costretti a pagare!”. Parole dure quelle della studentessa, ma condivise da chi ogni giorno cerca di farsi spazio per sopravvivere. “Ogni anno le cose peggiorano – incalza Antonietta Del Giudice, studentessa al quarto anno – si viene in Facoltà e ci si ritrova di fronte a mille incognite. Nell’ultima settimana, il corso ha cambiato aula 2 volte. Non era una situazione prevedibile?”. 
Non va meglio al corso di Diritto Commerciale del prof. Massimo Miola. Nell’aula Cicala della sede centrale molta fatica per farsi spazio. “Le aule più grandi, quelle di Porta di Massa, sono occupate dagli esami – dice Chiara Di Costanzo – e non c’è possibilità di scambio. Siamo stati dal Preside a reclamare, un corso che ospita più di 200 studenti non può essere collocato in un’aula che a stento ne contiene 150. Purtroppo la risposta è sempre la stessa: non ci sono altri luoghi disponibili”. Difficile mantenere la concentrazione per diverse ore quando ci si ritrova seduti per terra. Tra un break e l’altro c’è chi abbandona e spera di trovare meno gente nelle prossime settimane. “E’ impossibile seguire la lezione in questo modo – esclama Andrea De Nardo – c’è sempre chi chiede di passare, chi si sposta, chi entra all’ultimo minuto, e diventa difficile non solo prendere appunti ma proprio seguire il filo del discorso”. “Torneremo nelle prossime settimane – dicono all’unisono Rossella e Valeria – siamo stanche di aspettare che si liberi un posto a sedere. C’è gente che viene la mattina presto, anche se il corso comincia dopo mezzogiorno, è sempre una lotta contro il tempo riuscire ad accaparrasi il posto in piedi”. 
Privato in 
tarda mattinata
Qualche difficoltà anche ai corsi di Diritto Privato, cattedra del prof. Nicola di Prisco. Le lezioni si svolgono alle ultime ore e per nozioni civilistiche così intense occorre una doppia attenzione. “Un corso così importante come Privato dovrebbe essere svolto in un orario più consono – dice Patrizio Quaranta, studente al primo anno – Invece si rimane in Facoltà fino alle 14.30 e la stanchezza si fa sentire. Nel primo pomeriggio le nozioni diventano ancora più difficili da capire”. In realtà questa è una situazione che accomuna anche altre due cattedre di Privato: quella del prof. Roberto Caprioli e quella del prof. Ferdinando Bocchini. “Seguire il corso di Privato nelle ultime ore – dichiara Filomena Ambrosio – è deleterio per chi vorrebbe tornare a casa e rimettersi a studiare. Non solo la concentrazione è minore, ma a volte a causa della stanchezza il corso finisce prima e anziché di due ore di spiegazione ne abbiamo una e mezza”. In questo modo la didattica rischia di risentirne. “E’ successo varie volte che il professore, vedendoci stanchi, abbia terminato la lezione un po’ in anticipo – conferma Marco Iovine – Dopo 5 ore di lezioni intense si ha voglia di tornare a casa, per questo motivo una materia come Privato andrebbe seguita al mattino presto. Se si è troppo stanchi per continuare si può scegliere di saltare la lezione successiva”. 
Problemi anche per chi segue Procedura Penale con i professori Dario Grosso e Alfonso Furgiuele. Le lezioni intaccano completamente la fascia pomeridiana: dalle 14.30 alle 16.30 per tre giorni a settimana. “Questa è una situazione che si ripete spesso in Facoltà – racconta Eliana Donnarumma, studentessa pendolare – anche lo scorso anno seguivo corsi pomeridiani nel secondo semestre. La realtà è che in questo modo perdi ben tre giorni di studio.  Io vengo da Formia e arrivo il più delle volte a casa dopo le 21.30 e di certo non ho voglia di aprire libro. Anche la mattina poi non studio, faccio le corse e cerco di arrivare prima possibile per accaparrarmi il posto in aula”. Per Fabiola Donato risulta difficile seguire il corso pomeridiano: “Sono della periferia di Napoli – spiega la studentessa – e la lezione dopo le 14.30 spezza sia lo studio mattutino che quello del pomeriggio. Purtroppo Procedura penale è una materia che va seguita e quindi si fa questo sacrificio sperando in ottimi risultati futuri”. Amareggiato invece Claudio Pandolfi, studente al quinto anno: “Lavoro per mantenermi agli studi e il più delle volte ho il turno pomeridiano – commenta lo studente – Faccio veramente fatica a venire qui in Facoltà e credo che a causa della fascia oraria non proprio da corso universitario sarò costretto a lasciar perdere le lezioni. Peccato perché il prof. Grosso spiega veramente bene”. 
La sovrapposizione tra esami e lezioni poi peggiora ulteriormente le cose. “Quest’anno vi sono fasce orarie molto strane – dice Micaela Loffredo, studentessa al terzo anno – ci sono corsi che iniziano direttamente dopo le 12.00, altri che si prolungano fino a pomeriggio inoltrato. Solo il primo anno ha orari più o meno consoni, per il resto ci stiamo tutti un po’ adattando”. “Il problema – continua Cesare Lubrano, studente al quinto anno – è che siamo talmente abituati ad adattarci che ormai non ci facciamo neanche più caso. Le lezioni lasciano spazio agli esami pomeridiani, c’è sempre gente che viene e che va, in questi ultimi giorni vi è una confusione imbarazzante tra le aule. Ogni anno è sempre così, dopo le vacanze pasquali le persone che seguono i corsi si dimezzano, e solo allora si riesce realmente a seguire la lezione senza problemi e continue distrazioni”.
Susy Lubrano
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