A San Marcellino, la sede del Corso di Studi in Geologia in centro storico, sono in svolgimento da alcune settimane operazioni di carotaggio e perforazione. Sono finalizzate allo studio dei vari strati del sottosuolo dai quali sono stati ricavati, tra l’altro, importanti materiali per costruire gli edifici napoletani in epoche differenti. Servono, inoltre, alla realizzazione di un prototipo che, utilizzando la temperatura dell’acqua del sottosuolo – 14/15 gradi centigradi – produca energia utile all’autosufficienza di piccole realtà, per esempio un condominio. L’iniziativa rientra nel progetto Snecs ed è stata finanziata per 500 mila euro su fondi europei. I lavori sono stati appaltati ad una impresa che ha come direttore tecnico Gianluca Minin, un geologo che ha studiato e si è laureato alla Federico II. Coordinatore scientifico del progetto è il prof. Domenico Calcaterra. Le perforazioni sono state effettuate fino ad un centinaio di metri sotto il livello del suolo. Il 26 settembre il prof. Calcaterra, insieme ai suoi colleghi Pantalone De Vita e Vincenzo Allocca, ha organizzato una visita al cantiere, a beneficio degli studenti di Geologia. Hanno partecipato una quarantina di persone. “Per i nostri allievi – sottolinea il professore – è stata una esperienza molto interessante. Hanno potuto verificare con i propri occhi come si svolgono le attività in un cantiere ed hanno iniziato a comprendere quali siano le problematiche che possono presentarsi quando si svolgono queste operazioni”.
Anticipa: “Quella che si è svolta il 26 settembre, peraltro, è solamente la prima visita. Contiamo di ripetere l’esperienza non appena saranno pronti i prototipi che permetteranno di produrre energia attraverso l’acqua presente nel sottosuolo. Ci stiamo lavorando in collaborazione con il gruppo di Fisica tecnica della Federico II e con la Parthenope. Il progetto, infatti, è anche un buon esempio di collaborazione tra gruppi disciplinari differenti e tra Atenei”. Ragazze e ragazzi il 26 settembre hanno ascoltato, tra l’altro, i consigli di chi ha studiato prima di loro tra quelle mura – Minin – ed è riuscito a mettere a frutto le competenze acquisite. “Idrogeologia, Geomeccanica,
Sismica, Geologia urbana – ha detto il professionista agli studenti – sono le tematiche che vi suggerisco di approfondire durante il vostro percorso formativo, se volete svolgere il mio stesso mestiere. È fondamentale,
poi, una buona conoscenza della strumentazione, e sotto questo profilo, credetemi, non ci sarà mai un geologo bravo come un operaio. Ancora oggi io apprendo dagli operai con i quali lavoro. Hanno esperienza e conoscono le macchine meglio di tutti”. Tra le particolarità emerse durante le attività di carotaggio a San Marcellino, il direttore tecnico dell’impresa impegnata nel cantiere ha sottolineato che sono stati estratti campioni di tufo verde, analoghi a quelli rinvenuti per esempio sul monte Epomeo, ad Ischia. “È la dimostrazione – ha detto agli studenti – che qui dove siamo noi adesso c’era 14.800 anni fa, nell’epoca della grande eruzione di una caldera dei Campi Flegrei che produsse il tufo giallo, il mare. Il tufo verde è il risultato del contatto con l’acqua marina della roccia vulcanica che fu eruttata in quella circostanza”.
Fabrizio Geremicca
Anticipa: “Quella che si è svolta il 26 settembre, peraltro, è solamente la prima visita. Contiamo di ripetere l’esperienza non appena saranno pronti i prototipi che permetteranno di produrre energia attraverso l’acqua presente nel sottosuolo. Ci stiamo lavorando in collaborazione con il gruppo di Fisica tecnica della Federico II e con la Parthenope. Il progetto, infatti, è anche un buon esempio di collaborazione tra gruppi disciplinari differenti e tra Atenei”. Ragazze e ragazzi il 26 settembre hanno ascoltato, tra l’altro, i consigli di chi ha studiato prima di loro tra quelle mura – Minin – ed è riuscito a mettere a frutto le competenze acquisite. “Idrogeologia, Geomeccanica,
Sismica, Geologia urbana – ha detto il professionista agli studenti – sono le tematiche che vi suggerisco di approfondire durante il vostro percorso formativo, se volete svolgere il mio stesso mestiere. È fondamentale,
poi, una buona conoscenza della strumentazione, e sotto questo profilo, credetemi, non ci sarà mai un geologo bravo come un operaio. Ancora oggi io apprendo dagli operai con i quali lavoro. Hanno esperienza e conoscono le macchine meglio di tutti”. Tra le particolarità emerse durante le attività di carotaggio a San Marcellino, il direttore tecnico dell’impresa impegnata nel cantiere ha sottolineato che sono stati estratti campioni di tufo verde, analoghi a quelli rinvenuti per esempio sul monte Epomeo, ad Ischia. “È la dimostrazione – ha detto agli studenti – che qui dove siamo noi adesso c’era 14.800 anni fa, nell’epoca della grande eruzione di una caldera dei Campi Flegrei che produsse il tufo giallo, il mare. Il tufo verde è il risultato del contatto con l’acqua marina della roccia vulcanica che fu eruttata in quella circostanza”.
Fabrizio Geremicca