“Il 9 e il 10 aprile ci sarà l’esordio. Verrà ad inaugurare il Master il professor Manfred Dietel, Direttore dell’Istituto di Patologia dell’Università Charité – a Berlino – che è il vero pioniere in questo campo”. Poco più di un mese al taglio del nastro per la terza edizione del Master in “Metodologie di Anatomia Patologica per lo studio di biomarcatori predittivi di risposta terapeutica”, afferente al Dipartimento di Sanità Pubblica. Ad annunciarlo è il professor Giancarlo Troncone, coordinatore di questa attività e docente di Anatomia Patologica. Venti il numero di partecipanti a un corso rivolto a laureati in Medicina, Biotecnologie Mediche, Veterinarie e Farmaceutiche, Biologia e Tecniche di laboratorio Biomedico. La cifra, leggermente inferiore ai posti messi a disposizione – trenta -, a detta del docente, testimonia comunque la bontà del lavoro svolto nelle edizioni precedenti: “l’anno scorso si sono iscritti al Master quindici studenti. Le adesioni attuali sono un buon segnale e testimoniano che è stata fatta una buona didattica che ha dato la possibilità di insegnare sia concetti teorici sia attività pratiche”. Sarà proprio questo il doppio binario del Master. Da un lato la teoria: “il corso è strutturato in dodici moduli a cadenza mensile che si tengono il venerdì e il sabato, per un totale di cento Crediti Formativi”. Dall’altro la pratica, svolta attraverso un tirocinio individuale: “cerchiamo di tutelare il più possibile le attività di laboratorio attraverso l’esperienza maturata in ambito diagnostico. I candidati saranno seguiti singolarmente da tutor che hanno un background in Biologia Molecolare”. 1500 ore di lavoro, distribuite nell’arco di un anno, suddivise in lezioni frontali, studio individuale, tirocinio ed elaborazione di una tesi. Questo l’obiettivo del corso: “negli ultimi anni ha preso piede la terapia personalizzata della mioplasia. Questo approccio richiede uno studio specifico di ciascun tumore. Il Master insegna come diagnosticare le mutazioni genetiche del materiale tessutale rappresentativo di una neoplasia”. A tal proposito, il programma di studio va dalle basi cliniche dei test molecolari nella terapia dei tumori solidi, al futuro di questi test per la predizione di risposta al trattamento con farmaci biologici, passando per sequenziamento genico, tecnologie di New Generation Sequencing e altro. Concluse le lezioni, i candidati saranno chiamati a svolgere una doppia prova di verifica: “quella pratica è strutturata nell’allestimento di reazioni di laboratorio. Quella teorica, invece, prevede la presentazione di una tesi incentrata su uno degli argomenti più aggiornati della letteratura su queste tematiche. Nella seconda parte di attività si cominciano a delineare quelle che sono le specifiche questioni che possono essere approfondite, con un occhio rivolto soprattutto allo sviluppo della tecnologia, dato che si è passati da tecniche di sequenziamento normali ad altre di nuova generazione”. Si concluderà così un percorso che, oltre a integrare lo studio universitario, può rappresentare per i laureati un valore aggiunto in chiave occupazionale: “quelle affrontate al Master sono conoscenze nuove non contemplate nemmeno nelle Scuole di Specializzazione. Da un punto di vista lavorativo possono offrire vantaggi per l’inserimento sia nella Diagnostica di laboratorio ospedaliera, sia in istituti di biotecnologie”.