Un nuovo Statuto per il Parthenope

“Questo Statuto è coerente con ciò che la nostra università era fino a tre anni fa. Oggi, invece, abbiamo cinque Facoltà, nuove sedi collocate sul territorio cittadino e su quello provinciale, numerosi Corsi di Laurea. L’attuale numero di docenti è pari a dieci volte quello che avevamo prima, mentre il numero degli studenti è cresciuto di diciotto volte. E’ giunto il momento di ripensare lo Statuto per adeguarlo alle nuove esigenze”. Così il Rettore Gennaro Ferrara 
illustra la lettera (diffusa il 27 luglio) in cui invita docenti, personale tecnico-amministrativo e studenti, a riflettere su una revisione dello Statuto dell’Ateneo.
Quali sono i punti focali su cui si deve lavorare? “Anzitutto la governance. Fino ad ora non ci sono state limitazioni di rieleggibilità, io sono stato rieletto rettore ben sette volte. E’ stato anche utile, per il periodo della nostra storia appena trascorso, che ci fosse una dirigenza consolidata a portare avanti una determinata strategia, ma è venuto il tempo di cambiare”. E’ un discorso che vale anche per la composizione del CdA? Dal messaggio indirizzato all’Ateneo si evince un atteggiamento di apertura verso l’esterno. “Vedo con favore i rappresentanti di realtà esterne nel Consiglio di Amministrazione, purché non siano puramente nominali. Non mi interessa che in CdA ci sia il Comune piuttosto che la Provincia, mi importa che i soggetti esterni siedano nel Consiglio per lavorare, portare nuove idee, dare un contributo di esperienza e professionalità”. L’Università come un’azienda? “Per certi versi, sì, senz’altro. Del resto, è il CdA che cura l’aspetto gestionale dell’università, mentre il Senato Accademico ne rappresenta gli interessi culturali e scientifici. Anche il Senato potrà trovare una nuova disciplina per quanto riguarda gli aspetti non vincolati dalla legge”. Quali sono i prossimi passi da compiere? “Ho invitato tutti a fare una bella discussione sul tema, e quando dico tutti intendo davvero l’intero corpo dell’università: docenti, personale amministrativo, studenti. Non voglio un cambiamento realizzato dal vertice, ma un’operazione che si avvalga dell’apporto di tutte le componenti dell’ateneo. Se non giungerà alcuno spunto, se nelle singole facoltà non si prenderà in considerazione la questione, convocherò il Senato Accademico integrato per affrontare il dibattito direttamente in quella sede”. 
Sette volte Rettore: non si è stancato? “E perché mai? Non sono stanco, e, anzi, desidero essere giudicato sia dall’interno che dall’esterno per il mio operato. Ho dato sempre periodicamente conto dei risultati ottenuti e voglio rendere conto anche di come ho speso tutti i ventun anni del mio rettorato”. Ma starà pensando alla sua successione, no? A chi passerebbe il testimone? “A chi ha in mente una strategia sulla quale trovi condivisione e la sappia portare avanti con la stessa tenacia che ho avuto io”. 
Sara Pepe
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