“Come potete sentire dalla mia voce, non sono campano ma emiliano-romagnolo. A Psicologia siamo molto variegati. Come me, ci sono altri colleghi che vengono da fuori, Veneto, Sicilia, Lazio. Ci siamo formati in Atenei diversi e quindi portiamo a voi studenti una Psicologia diversa, non una Scuola napoletana o campana, ma diverse correnti, diverse Scuole. Questo è uno dei nostri punti di forza”. Esordisce così il prof. Marco Fabbri, Presidente del Corso di Laurea Triennale in Scienze e Tecniche Psicologiche. Il docente è subito schietto con la platea: “Non vi farò vedere tutto rose e fiori, se dobbiamo orientarvi, dobbiamo farlo correttamente”. Avverte gli studenti di star scegliendo un percorso lungo: “Il primo step è la Laurea Triennale e, una volta concluso il primo livello, ci sono le Lauree Magistrali. Alla Vanvitelli possiamo proporvi tre percorsi Magistrali: Psicologia applicata, Psicologia dei processi cognitivi, Psicologia clinica”. Scienze e Tecniche Psicologiche è a numero programmato e ogni anno accoglie 250 matricole. Qualche informazione e consiglio sulla prova di ammissione che si basa su cultura generale, comprensione di testi, abilità logico-matematiche, inglese: “Al 99.9% la prova di ammissione ci sarà anche quest’anno e sarà a distanza. Vista la situazione attuale non c’è nulla di certo. In alternativa, si stanno studiando soluzioni che prevedono combinazioni di diversi punteggi, primo fra tutti il voto di maturità. Sul sito di Ateneo troverete una simulazione del test per Psicologia. Provate e rendetevi conto di cosa chiediamo”. In alcune slide il docente spiega che dopo la Triennale, per chi non volesse continuare con un percorso di studio, è possibile svolgere un tirocinio seguiti da uno psicologo di tipo A iscritto all’Ordine da almeno tre anni, provare a superare un esame di Stato junior e, una volta superato, iscriversi alla sezione B dell’Albo degli Psicologi, quindi dell’Ordine degli Psicologi, in questo caso della Campania.
Vari gli sbocchi professionali illustrati a questo punto, anche questi in un paio di slide. Poi un’ultima informazione, sul TECO: “Sono gli Invalsi dell’Università. Una prova con risposte chiuse che attesti le vostre competenze sia generali che disciplinari e che fanno gli studenti al primo e al terzo anno. Ci saranno domande a cui non saprete rispondere, ma va bene così. Lo scopo è anche verificare la vostra evoluzione dal primo al terzo anno. Avrete il vostro punteggio e lo potrete confrontare con il punteggio medio degli studenti dell’Ateneo dello stesso anno di corso e a livello nazionale”.
Vari gli sbocchi professionali illustrati a questo punto, anche questi in un paio di slide. Poi un’ultima informazione, sul TECO: “Sono gli Invalsi dell’Università. Una prova con risposte chiuse che attesti le vostre competenze sia generali che disciplinari e che fanno gli studenti al primo e al terzo anno. Ci saranno domande a cui non saprete rispondere, ma va bene così. Lo scopo è anche verificare la vostra evoluzione dal primo al terzo anno. Avrete il vostro punteggio e lo potrete confrontare con il punteggio medio degli studenti dell’Ateneo dello stesso anno di corso e a livello nazionale”.
Il test “Imparate a gestire l’ansia”
I ragazzi vogliono sapere di più sul test e pongono le loro domande in chat. Chiedono in che data si terrà, un consiglio sulla scelta dei manuali di preparazione e sul livello di inglese necessario. “Il test si terrà a settembre e avete fino a dicembre per immatricolarvi. Gli Alpha Test vanno bene. Ma suggeriamo di esercitarsi con le simulazioni sul nostro sito. Quello che è fondamentale è capire la strategia di risposta. Per la cultura generale cominciate a leggere i giornali invece delle notizie sul cellulare. Per l’inglese, va bene il livello scolastico” (prof. Fabbri). I test sono a tempo, “quindi è importante che impariate a gestire l’ansia. Non bisogna rispondere immediatamente. Se avete un dubbio, andate avanti e date le risposte di cui siete sicuri. Poi potete tornare a ragionare con calma sulle domande che avete lasciato” (prof.ssa Paola Spagnoli, delegata all’Orientamento del Dipartimento). Altri si informano sulla frequenza delle lezioni. “Non siete obbligati a seguire. Ma se frequentate e studiate mentre seguite le lezioni avete più possibilità di riuscire all’esame” (prof. Fabbri). Intanto arriva una domanda sulle professioni. Come diventare psicoterapeuta? “Bisogna frequentare la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia” (prof. Fabbri). Con la laurea in Psicologia si può diventare assistente sociale? “La laurea giusta è Servizio sociale” (prof.ssa Spagnoli).
Al termine della prima tranche di domande, prende la parola la prof.ssa Paola Spagnoli: “A Psicologia, negli anni, abbiamo cercato di costruire un insieme di servizi sia per accogliervi che per seguirvi in itinere. Ci teniamo molto affinché lo studente sia al centro”. Da parte sua, un po’ di consigli forniti mentre illustra i principali luoghi e strumenti per gli studenti: “È molto importante conoscere i luoghi dell’università, anche quelli virtuali. Siete abituati ad un’organizzazione eterodiretta, gestita da altri. Qui all’università dovete imparare a gestirvi da soli. Consultate il sito di Ateneo e il sito del nostro Dipartimento. Aggiungete valore all’apprendimento accedendo al servizio di biblioteche”. Una panoramica, infine, sui luoghi fisici, aule, mensa e aule studio.
Anche il Dipartimento di Psicologia ha schierato alcuni dei suoi studenti e dottorandi, più vicini in termini di età alla platea, per presentare alcuni importanti servizi. Andrea Svetti, rappresentante degli studenti, illustra alcuni degli organi di Ateneo di cui fanno parte gli studenti: “Siamo – dice – punto di contatto tra studenti e docenti”. Maria Laura Marra, studentessa Magistrale di Psicologia dei Processi Cognitivi, è una tutor: “Il Dipartimento offre questo servizio gratuito composto da studenti e dottorandi che mettono a disposizione esperienze, conoscenze e competenze per supportare e orientare voi studenti nel vostro percorso accademico. Il passaggio dalla scuola secondaria all’università potrebbe essere segnato da molte o poche difficoltà e il nostro scopo è aiutarvi ad acquisire la giusta metodologia”. La dottoranda Carmela Buono presenta un altro dei servizi offerti dal Dipartimento, il Centro Orientamento e Placement: “Tre gli obiettivi, orientamento in ingresso, in itinere e in uscita. Per voi, la scelta del percorso formativo può non essere un momento facile. C’è chi è sicuro, chi indeciso, chi può sbagliare scelta. Io, ad esempio, sono arrivata a Psicologia dopo un tentativo errato. Il successo dipende da voi, ma ci sono dei servizi che vi possono aiutare. Tra le informazioni che possiamo darvi noi, ad esempio, quelle relative al test di ingresso, a come è strutturato, come gestirlo. O al bando e alle scadenze. È capitato che alcuni studenti volessero iscriversi al test oltre la data di iscrizione. E hanno perso un’opportunità, il che è un peccato”.
Le curiosità degli studenti, in chiusura, toccano principalmente un aspetto: il lavoro. Qualcuno si informa sui tempi e le effettive possibilità di ingresso nel mondo del lavoro. “Il percorso è lungo, non è immediato. Ma in questo periodo la richiesta di psicologi è alta e, se prima la percentuale di occupati non copriva tutti i laureati, ora sembra che qualcosa si stia muovendo perché il lavoro dello psicologo è riconosciuto in molteplici ambiti di applicazione” (prof.ssa Spagnoli). “Se volete la pappa pronta non ce l’ha nessuno, nemmeno ingegneri ed economisti” (prof. Fabbri). Uno studente chiede come si diventa professore di Psicologia. “Per la scuola bisogna fare delle integrazioni alla Laurea Magistrale. Per l’università, Magistrale, dottorato, assegni di ricerca, pubblicare tanti lavori di ricerca” (Fabbri).
Al termine della prima tranche di domande, prende la parola la prof.ssa Paola Spagnoli: “A Psicologia, negli anni, abbiamo cercato di costruire un insieme di servizi sia per accogliervi che per seguirvi in itinere. Ci teniamo molto affinché lo studente sia al centro”. Da parte sua, un po’ di consigli forniti mentre illustra i principali luoghi e strumenti per gli studenti: “È molto importante conoscere i luoghi dell’università, anche quelli virtuali. Siete abituati ad un’organizzazione eterodiretta, gestita da altri. Qui all’università dovete imparare a gestirvi da soli. Consultate il sito di Ateneo e il sito del nostro Dipartimento. Aggiungete valore all’apprendimento accedendo al servizio di biblioteche”. Una panoramica, infine, sui luoghi fisici, aule, mensa e aule studio.
Anche il Dipartimento di Psicologia ha schierato alcuni dei suoi studenti e dottorandi, più vicini in termini di età alla platea, per presentare alcuni importanti servizi. Andrea Svetti, rappresentante degli studenti, illustra alcuni degli organi di Ateneo di cui fanno parte gli studenti: “Siamo – dice – punto di contatto tra studenti e docenti”. Maria Laura Marra, studentessa Magistrale di Psicologia dei Processi Cognitivi, è una tutor: “Il Dipartimento offre questo servizio gratuito composto da studenti e dottorandi che mettono a disposizione esperienze, conoscenze e competenze per supportare e orientare voi studenti nel vostro percorso accademico. Il passaggio dalla scuola secondaria all’università potrebbe essere segnato da molte o poche difficoltà e il nostro scopo è aiutarvi ad acquisire la giusta metodologia”. La dottoranda Carmela Buono presenta un altro dei servizi offerti dal Dipartimento, il Centro Orientamento e Placement: “Tre gli obiettivi, orientamento in ingresso, in itinere e in uscita. Per voi, la scelta del percorso formativo può non essere un momento facile. C’è chi è sicuro, chi indeciso, chi può sbagliare scelta. Io, ad esempio, sono arrivata a Psicologia dopo un tentativo errato. Il successo dipende da voi, ma ci sono dei servizi che vi possono aiutare. Tra le informazioni che possiamo darvi noi, ad esempio, quelle relative al test di ingresso, a come è strutturato, come gestirlo. O al bando e alle scadenze. È capitato che alcuni studenti volessero iscriversi al test oltre la data di iscrizione. E hanno perso un’opportunità, il che è un peccato”.
Le curiosità degli studenti, in chiusura, toccano principalmente un aspetto: il lavoro. Qualcuno si informa sui tempi e le effettive possibilità di ingresso nel mondo del lavoro. “Il percorso è lungo, non è immediato. Ma in questo periodo la richiesta di psicologi è alta e, se prima la percentuale di occupati non copriva tutti i laureati, ora sembra che qualcosa si stia muovendo perché il lavoro dello psicologo è riconosciuto in molteplici ambiti di applicazione” (prof.ssa Spagnoli). “Se volete la pappa pronta non ce l’ha nessuno, nemmeno ingegneri ed economisti” (prof. Fabbri). Uno studente chiede come si diventa professore di Psicologia. “Per la scuola bisogna fare delle integrazioni alla Laurea Magistrale. Per l’università, Magistrale, dottorato, assegni di ricerca, pubblicare tanti lavori di ricerca” (Fabbri).