Un radicale rinnovamento della didattica del diritto è il lavoro incessante del prof. Filippo Nappi, docente di Diritto Privato alla Parthenope. Da qualche mese il progetto ha raggiunto un risultato importante con la pubblicazione del volume “Didattica del diritto civile 2.0”, finalista della prima edizione del Premio per l’Editoria universitaria e sperimentato nel corso di quest’anno del professore ad Economia e Commercio. “L’ambiente accademico mostra un crescente interesse per questa prospettiva di riforma della didattica condotta a costo zero, e probabilmente non farò in tempo a promuovere questo secondo volume che ne sarà già pronto un terzo”. Il docente sostiene che la didattica del diritto sia carente nella trasmissione dei contenuti e nella verifica dell’insegnamento in sede d’esame e si è già espresso sul nostro quindicinale a riguardo. Ora utilizza un apologo sulla “Prudenza del giurista” per esprimere la capacità di giudicare secondo i valori della legalità. “Lo strumento didattico che utilizzo è l’esercizio di
soluzione di questioni giuridiche svolto dagli studenti, per iscritto, in aula ed a casa; oltre alla verifica, su un’altra serie di questioni contenute nel volume, della capacità di tradurre le nozioni manualistiche in strumenti operativi (capacità di problem solving) attivando così quell’intelligenza critica che è non solo strumento di crescita professionale, ma, più in generale, di acquisizione di una moderna coscienza democratica”, afferma Nappi. Il valore di questa formazione, che, come si vede, è prima di tutto pratica umanistica e a volte si oppone ai sofismi in cui l’astratto ragionare della scienza può degenerare, è efficacemente illustrato agli studenti dall’apologo dei “cammellieri”. La narrazione riguarda una disposizione testamentaria con cui un cammelliere divide il suo patrimonio, costituito da 11 cammelli, stabilendo che la metà di esso vada al primo figlio, un quarto al secondo
figlio ed un sesto al terzo. Poiché 11 è un numero primo, e non è quindi divisibile per 2, 4 e 6, si apre una furibonda lite tra gli eredi. Un altro cammelliere di passaggio propone allora una soluzione del conflitto attraverso il dono di un suo cammello. L’asse ereditario, diventato di 12 cammelli, viene quindi agevolmente diviso: assegnando 6 cammelli al primo figlio, 3 cammelli al secondo e 2 cammelli al terzo. A questo punto, poiché è avanzato un cammello, il cammelliere, intervenuto nella lite, se lo riprende, soddisfatto di avere ottenuto, grazie al suo atto gratuito, la risoluzione della lite tra i suoi colleghi. La storiella offre lo spunto per rilevare che la pratica dell’atto
gratuito può a volte avere l’effetto taumaturgico di risolvere un conflitto per il quale le regole giuridiche sarebbero inadeguate. “Ma al giurista esperto appare subito evidente che in questa narrazione, sotto la figurazione di un semplice atto gratuito, si dissimula l’applicazione di un criterio interpretativo della volontà testamentaria, che consente una pacifica ripartizione dell’asse ereditario del nostro cammelliere. Infatti, ragionando in base ai parametri del nostro Codice Civile, l’aggiunta di un dodicesimo cammello all’asse ereditario costituito da undici, consente di convertire una divisione parziale nulla e quindi inefficace, in quanto inattuabile, in una divisione totale efficace, che verosimilmente il testatore avrebbe voluto, se si fosse reso conto dell’inefficacia della sua disposizione”. Insomma: “dissolta la suggestiva figurazione dell’atto gratuito capace di risolvere un conflitto per il quale le regole della giustizia sarebbero inadeguate, si può utilizzare il nostro apologo per dimostrare invece che i pretesi limiti del diritto sono spesso limiti di cultura giuridica di chi li denuncia. Se è consentita una sorridente provocazione, si potrebbe riformulare l’apologo immaginando che il cammelliere di passaggio – che evidentemente rappresenta la forza illuminante dell’intelligenza scientifica – sia in realtà proprio un cultore dell’arte della prudenza del giurista, offerta gratuitamente per sedare il fervore litigioso dei tre ingenui cammellieri”.
soluzione di questioni giuridiche svolto dagli studenti, per iscritto, in aula ed a casa; oltre alla verifica, su un’altra serie di questioni contenute nel volume, della capacità di tradurre le nozioni manualistiche in strumenti operativi (capacità di problem solving) attivando così quell’intelligenza critica che è non solo strumento di crescita professionale, ma, più in generale, di acquisizione di una moderna coscienza democratica”, afferma Nappi. Il valore di questa formazione, che, come si vede, è prima di tutto pratica umanistica e a volte si oppone ai sofismi in cui l’astratto ragionare della scienza può degenerare, è efficacemente illustrato agli studenti dall’apologo dei “cammellieri”. La narrazione riguarda una disposizione testamentaria con cui un cammelliere divide il suo patrimonio, costituito da 11 cammelli, stabilendo che la metà di esso vada al primo figlio, un quarto al secondo
figlio ed un sesto al terzo. Poiché 11 è un numero primo, e non è quindi divisibile per 2, 4 e 6, si apre una furibonda lite tra gli eredi. Un altro cammelliere di passaggio propone allora una soluzione del conflitto attraverso il dono di un suo cammello. L’asse ereditario, diventato di 12 cammelli, viene quindi agevolmente diviso: assegnando 6 cammelli al primo figlio, 3 cammelli al secondo e 2 cammelli al terzo. A questo punto, poiché è avanzato un cammello, il cammelliere, intervenuto nella lite, se lo riprende, soddisfatto di avere ottenuto, grazie al suo atto gratuito, la risoluzione della lite tra i suoi colleghi. La storiella offre lo spunto per rilevare che la pratica dell’atto
gratuito può a volte avere l’effetto taumaturgico di risolvere un conflitto per il quale le regole giuridiche sarebbero inadeguate. “Ma al giurista esperto appare subito evidente che in questa narrazione, sotto la figurazione di un semplice atto gratuito, si dissimula l’applicazione di un criterio interpretativo della volontà testamentaria, che consente una pacifica ripartizione dell’asse ereditario del nostro cammelliere. Infatti, ragionando in base ai parametri del nostro Codice Civile, l’aggiunta di un dodicesimo cammello all’asse ereditario costituito da undici, consente di convertire una divisione parziale nulla e quindi inefficace, in quanto inattuabile, in una divisione totale efficace, che verosimilmente il testatore avrebbe voluto, se si fosse reso conto dell’inefficacia della sua disposizione”. Insomma: “dissolta la suggestiva figurazione dell’atto gratuito capace di risolvere un conflitto per il quale le regole della giustizia sarebbero inadeguate, si può utilizzare il nostro apologo per dimostrare invece che i pretesi limiti del diritto sono spesso limiti di cultura giuridica di chi li denuncia. Se è consentita una sorridente provocazione, si potrebbe riformulare l’apologo immaginando che il cammelliere di passaggio – che evidentemente rappresenta la forza illuminante dell’intelligenza scientifica – sia in realtà proprio un cultore dell’arte della prudenza del giurista, offerta gratuitamente per sedare il fervore litigioso dei tre ingenui cammellieri”.