Uno sforzo “sovraumano” seguire 4 ore consecutive di Scienza delle Costruzioni

Gli studenti del secondo anno di Ingegneria Edile (gruppo I-Z), tra orari delle lezioni e grado di difficoltà delle materie, non sembrano aver vita facile, soprattutto in questo secondo semestre. La prima a confermarlo è Milly Natale: “Sono iscritta al II anno, ma, in realtà, sto recuperando gli esami del primo  e, quindi, sino ad ora, ho rinunciato a seguire i corsi. Ho dovuto e sto ancora recuperando 6 esami, non mi sembrava il caso di accavallare materie del I e del II anno, data anche la difficoltà di questo Corso di Laurea. Una scelta presa anche tenendo conto che gli esami del secondo anno richiedono tutti la propedeuticità di quelli del primo. Insomma, ho preferito dedicarmi completamente al recupero”. Gli esami che le hanno creato più problemi “sono quelli di Analisi, dal momento che, purtroppo, avendo frequentato un liceo linguistico, non ho buone basi. Mi è toccato e mi tocca ancora lavorare il doppio per cercare di assimilare tutti quei concetti di base che non ho. Nonostante tutto, spero di riuscire a realizzarmi in ciò che ho scelto”.
Il secondo anno a Serena Pinelli “risulta molto più difficile del primo e, in più, per scelta dei docenti, non abbiamo la possibilità di sostenere prove intercorso”. Durante il primo semestre la studentessa si è dedicata agli esami che non era riuscita a sostenere l’anno scorso. Serena lamenta del II semestre l’organizzazione delle lezioni: “abbiamo per due giorni alla settimana ben 4 ore consecutive di Scienza delle Costruzioni. È la cosa più stressante del mondo! Questa distribuzione delle ore, sommata alla difficoltà della materia, rende il corso, almeno per me, davvero pesante”. Non ha altre lamentele se non per “Architettura Tecnica. Al corso veniamo seguiti da tutor e non dalla professoressa. Purtroppo i tutor lavorano e dobbiamo noi adeguarci ai loro orari. La professoressa, intanto, sostiene che è impossibile seguirci tutti”. Frequenta, senza problemi, nelle sedi di via Claudio e Piazzale Tecchio. Però “Scienza delle Costruzioni ci costringe ad uscire dall’università alle sei e mezza di sera. Contando che la prima lezione inizia verso le nove del mattino, parliamo di un’intera giornata fuori casa con buchi, tra una lezione e l’altra, enormi. Abbiamo provato a chiedere anche una distribuzione diversa degli orari, soprattutto per Scienza delle Costruzioni, ma non è stato possibile. E per non finire, questa lezione la seguiamo nella I6 in via Claudio, aula piccolissima senza banchi né sedie”. La studentessa, che ha scelto Edile perché “lega l’ingegneria con materie alquanto umanistiche, come Storia dell’Architettura e Diritto. Poi, è molto pratica, non basata su calcoli astratti. Mi appare come più completo della semplice Architettura”, non perde le speranze: “Conto di riuscire a conciliare studio e corsi, ma la vedo difficile”. 
Anche Laura Chiara Liberti concorda sulla difficoltà del secondo anno: “Il carico di studio è maggiore rispetto al primo e ad incidere sul suo peso ci sono anche gli orari del II semestre, che rubano tempo allo studio individuale. A parte il mercoledì, restiamo all’università dalla mattina sino al pomeriggio. In particolare, il martedì e il giovedì abbiamo 4 ore consecutive di Scienza delle Costruzioni. Durante i buchi tra una lezione e l’altra, se troviamo un posto, studiamo. A volte vorremmo trattenerci nelle aule in cui seguiamo, ma i professori delle lezioni successive spesso non vogliono”. Una panoramica sulle lezioni: “il corso più impegnativo é Scienza delle Costruzioni. Non riscontro particolari difficoltà in Architettura Tecnica e Composizione Architettonica, anche se, bisogna ammetterlo, occupano molto ‘spazio’. Per Architettura Tecnica i tutor ci assegnano un compito da portare a termine in una settimana”. Laura Chiara è una studentessa appassionata: “Sin da piccola sono stata affascinata dalle costruzioni. Spesso chiedevo a mio padre che è architetto di andare in cantiere”. Quasi scontata la scelta del percorso di studi: “Inizialmente avrei voluto iscrivermi ad Architettura. Poi ho capito che sono una mente ‘scientifica’ e ho rivolto lo sguardo verso questo Corso di Laurea. Nonostante le difficoltà, non mi sono pentita Per il futuro mi auguro di trovare un lavoro soddisfacente, magari all’estero”.
 
Incomprensioni con i tutor di Architettura Tecnica
 
“Il secondo anno – ribadisce Agostino Griego – è leggermente più complesso rispetto al primo, forse perché si entra nell’ottica dell’Ingegneria Edile vera e propria, oltrepassando la fase iniziale e, quindi, gli esami comuni a tutti gli altri Corsi di Laurea (Analisi, Fisica, Geometria…)”. Relativamente agli esami del II semestre “sono accessibili a quasi tutti gli studenti che hanno ottenuto buoni risultati nell’anno precedente. L’unica problematica è legata al carico di studio e alle esigenze dei professori. Ma siamo ad Ingegneria!”. Qualche parola su Architettura Tecnica: “È un corso annuale, per cui prevede due moduli e la realizzazione di un progetto finale. Buona parte del primo modulo è stato tenuto dal docente, il secondo lo svolge un collaboratore della professoressa molto preparato. Siamo stati suddivisi in gruppi, ognuno dei quali è stato affidato a un tutor, per quanto riguarda i progetti. È qui che  ho riscontrato piccoli problemi di organizzazione. Vengono richieste, infatti, competenze di cui non disponiamo, anche se i tutor sono sempre presenti per ogni chiarimento o dubbio”. Fa un esempio: “capita che mi venga chiesto di realizzare la pianta delle fondazioni di un edificio, quando nemmeno so dove mettere la penna. Sarebbe preferibile se teoria e pratica andassero di pari passo”.
Marco Santoro deve conciliare studio e lavoro. E non è sempre facile: “Lavorando di notte e stando tutto il giorno all’università per le lezioni, mi risulta impossibile trovare il tempo materiale per studiare. Le ore di pausa tra una lezione e l’altra non sono proprio da prendere in considerazione, sia perché non vi sono mai posti a disposizione sia per un mio disagio personale a studiare dove c’è troppa gente”. Anche Marco, che sottolinea di seguire con piacere “perché le materie sono molto interessanti” e perché è sempre stato “appassionato di grandi costruzioni edilizie”, fa notare come siano dure le quattro ore consecutive di Scienza delle Costruzioni: “non è facile restare concentrati”. Uno sforzo che Alda Pagano non esita a definire “sovraumano”. Dopo la seconda ora, afferma, “la concentrazione già non c’è più, dato che si tratta di una materia molto pesante. Purtroppo questa realtà non può subire cambiamenti, dal momento che il professore ha dato la sua disponibilità esclusivamente in questo orario”. Qualche problema la studentessa li ha con il tutor di Architettura Tecnica perché “molte cose vengono date per scontate, dimenticando che siamo qui per imparare. Se già sapessimo progettare, di certo non verremmo all’università”. Nonostante tutto, c’è sempre un motivo per proseguire: “Sono sempre stata interessata alle costruzioni, all’edilizia e all’architettura. Tutto ciò che sto imparando mi servirà per svolgere la professione in futuro”. 
Fabiana Carcatella
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