“Siamo migliorati di molto, ma non ci possiamo accontentare”, è il commento di ‘moderata soddisfazione’ ai risultati della VQR (Valutazione Qualità della Ricerca) 2011-14 che si sente di fare il prof. Elio Iannelli, delegato di Ateneo alla Ricerca. Il Parthenope, che si è posizionato al 45esimo posto tra
le università di media grandezza su scala nazionale, conta, in realtà, ben 4 aree di eccellenza, che cioè si sono distinte per la qualità dei loro prodotti di ricerca: Ingegneria, Scienze e Tecnologie, alcuni settori economici e Scienze Motorie. “Ingegneria ha confermato le performance della valutazione precedente, con punte di miglioramento. Ma il dato importante – continua il prof. Iannelli – è che ci sono anche altre aree, come le Scienze Motorie, le Scienze, la Statistica che sono migliorate, raggiungendo un indicatore R superiore a 1, che è il livello di riferimento della media nazionale. Questo significa che c’è stato un miglioramento generale, che ci sono dei settori guida. Ma bisogna fare ancora tanto”. Se, infatti, in quattro aree si tocca l’eccellenza,
sono tante ancora le criticità da superare: “È chiaro che tutti gli indicatori vanno analizzati ed inquadrati nel contesto di Ateneo. Va fatta una politica di sostegno per quei settori che sono più in sofferenza, che hanno registrato, cioè, una valutazione inferiore alle attese. Il nostro compito adesso sarà
quello di farci trovare preparati per la prossima VQR, che sarà solo tra due anni. La politica di reclutamento messa in atto in passato ha sicuramente
dato i suoi frutti, ma non è chiaramente l’unico fattore, perché, ad esempio, può essere migliorata anche la produzione dei singoli docenti”, aggiunge Iannelli. La politica messa in atto dal Rettore e condivisa dall’Ateneo punta alla valorizzazione del merito e all’arrivo di nuove risorse: “Il piano presentato dal Rettore prevede un criterio di distribuzione e attribuzione delle risorse basato sul merito, quindi relativo ai risultati della VQR, oltre che sulla capacità di reperire risorse. Per quei settori più in sofferenza si pensa di attrarre ricercatori o docenti di eccellenza per dare un maggiore impulso alla produzione
scientifica. Il documento di programmazione è orientato a migliorare questi aspetti puntando alla prossima VQR. Un Ateneo come il nostro, di medie dimensioni, ha bisogno di risalire la classifica proprio per poter accedere a più finanziamenti e quindi migliorare la qualità della vita dei docenti, del personale e, soprattutto, degli studenti”. Quarti, su scala nazionale, su 47 Dipartimenti. “La performance del Dipartimento di Ingegneria è andata molto bene. Non solo abbiamo confermato i dati della VQR 2004-2010, ma in alcuni settori li abbiamo migliorati”. È con estrema soddisfazione che il prof. Vito Pascazio, Direttore del Dipartimento, commenta i risultati dell’ultima VQR. “Il nostro è un Dipartimento generalista, nel senso che raccoglie tutte le aree Cun dell’Ingegneria, quella Industriale e dell’Informazione, Civile e Architettura, più la Matematica, la Fisica e la Chimica. L’avere riscosso un ottimo risultato sia nella vecchia VQR che nella nuova, con valutazioni fatte da terzi, rappresenta un motivo d’orgoglio – afferma – Le aree che hanno
raggiunto risultati particolarmente positivi sono quelle dell’area 09, cioè Industriale e dell’Informazione: ci siamo classificati al quarto posto su 47, dietro solo a Sant’Anna di Pisa, Padova e Bologna. Nella classifica complessiva che comprende piccoli-medi e grandi ci posizioniamo, invece, al 20esimo posto su 140 Dipartimenti. Il nostro obiettivo è fare didattica e ricerca diqualità, quindi al di là delle graduatorie. Essere stati confermati ad un livello di qualità certificato elevato dal Ministero significa che stiamo facendo le cose al meglio. Anche perché – aggiunge – mantenere un certo livello di qualità, in un momento in cui le Università sono valutate in maniera così massiva, è molto difficile. Inoltre, bisogna considerare che noi lavoriamo al Sud, in un contesto socio-economico molto diverso da quello di Padova o Bologna, con tutte le difficoltà che le università del Mezzogiorno possono avere rispetto ad altre in aree diverse del Paese”. Degno di nota è quindi il reclutamento che ha contribuito a queste performance: “In Dipartimento c’è stata sicuramente una buona capacità di fare reclutamento e sono certo che anche per il futuro tutti i colleghi riusciranno a raggiungere un livello di qualità sempre più elevato”. Ma per puntare ancora più alto, cercando di diventare attrattivi, bisogna ‘stare sul mercato’: “In un contesto dove è difficile reclutare, è difficile convincere i giovani a rimanere, perché non si possono offrire loro prospettive ragionevoli, bisogna cercare di rimanere sempre su un livello di qualità accettabile e seguire le tendenze del mondo della ricerca, entrare nei progetti europei, sviluppare strategie di comunicazione con le aziende ed essere attenti a tutte le possibilità
che ci vengono offerte da Stato o Regione. Il sistema della ricerca è estremamente competitivo e lo diventa sempre più. Noi ce la mettiamo tutta e i colleghi sono ben attrezzati per affrontare le sfide dei prossimi anni. Inoltre siamo forti del supporto dell’Ateneo, che negli ultimi anni ha emanato bandi per la ricerca con fondi propri per supportare le attività”.
Valentina Orellana
le università di media grandezza su scala nazionale, conta, in realtà, ben 4 aree di eccellenza, che cioè si sono distinte per la qualità dei loro prodotti di ricerca: Ingegneria, Scienze e Tecnologie, alcuni settori economici e Scienze Motorie. “Ingegneria ha confermato le performance della valutazione precedente, con punte di miglioramento. Ma il dato importante – continua il prof. Iannelli – è che ci sono anche altre aree, come le Scienze Motorie, le Scienze, la Statistica che sono migliorate, raggiungendo un indicatore R superiore a 1, che è il livello di riferimento della media nazionale. Questo significa che c’è stato un miglioramento generale, che ci sono dei settori guida. Ma bisogna fare ancora tanto”. Se, infatti, in quattro aree si tocca l’eccellenza,
sono tante ancora le criticità da superare: “È chiaro che tutti gli indicatori vanno analizzati ed inquadrati nel contesto di Ateneo. Va fatta una politica di sostegno per quei settori che sono più in sofferenza, che hanno registrato, cioè, una valutazione inferiore alle attese. Il nostro compito adesso sarà
quello di farci trovare preparati per la prossima VQR, che sarà solo tra due anni. La politica di reclutamento messa in atto in passato ha sicuramente
dato i suoi frutti, ma non è chiaramente l’unico fattore, perché, ad esempio, può essere migliorata anche la produzione dei singoli docenti”, aggiunge Iannelli. La politica messa in atto dal Rettore e condivisa dall’Ateneo punta alla valorizzazione del merito e all’arrivo di nuove risorse: “Il piano presentato dal Rettore prevede un criterio di distribuzione e attribuzione delle risorse basato sul merito, quindi relativo ai risultati della VQR, oltre che sulla capacità di reperire risorse. Per quei settori più in sofferenza si pensa di attrarre ricercatori o docenti di eccellenza per dare un maggiore impulso alla produzione
scientifica. Il documento di programmazione è orientato a migliorare questi aspetti puntando alla prossima VQR. Un Ateneo come il nostro, di medie dimensioni, ha bisogno di risalire la classifica proprio per poter accedere a più finanziamenti e quindi migliorare la qualità della vita dei docenti, del personale e, soprattutto, degli studenti”. Quarti, su scala nazionale, su 47 Dipartimenti. “La performance del Dipartimento di Ingegneria è andata molto bene. Non solo abbiamo confermato i dati della VQR 2004-2010, ma in alcuni settori li abbiamo migliorati”. È con estrema soddisfazione che il prof. Vito Pascazio, Direttore del Dipartimento, commenta i risultati dell’ultima VQR. “Il nostro è un Dipartimento generalista, nel senso che raccoglie tutte le aree Cun dell’Ingegneria, quella Industriale e dell’Informazione, Civile e Architettura, più la Matematica, la Fisica e la Chimica. L’avere riscosso un ottimo risultato sia nella vecchia VQR che nella nuova, con valutazioni fatte da terzi, rappresenta un motivo d’orgoglio – afferma – Le aree che hanno
raggiunto risultati particolarmente positivi sono quelle dell’area 09, cioè Industriale e dell’Informazione: ci siamo classificati al quarto posto su 47, dietro solo a Sant’Anna di Pisa, Padova e Bologna. Nella classifica complessiva che comprende piccoli-medi e grandi ci posizioniamo, invece, al 20esimo posto su 140 Dipartimenti. Il nostro obiettivo è fare didattica e ricerca diqualità, quindi al di là delle graduatorie. Essere stati confermati ad un livello di qualità certificato elevato dal Ministero significa che stiamo facendo le cose al meglio. Anche perché – aggiunge – mantenere un certo livello di qualità, in un momento in cui le Università sono valutate in maniera così massiva, è molto difficile. Inoltre, bisogna considerare che noi lavoriamo al Sud, in un contesto socio-economico molto diverso da quello di Padova o Bologna, con tutte le difficoltà che le università del Mezzogiorno possono avere rispetto ad altre in aree diverse del Paese”. Degno di nota è quindi il reclutamento che ha contribuito a queste performance: “In Dipartimento c’è stata sicuramente una buona capacità di fare reclutamento e sono certo che anche per il futuro tutti i colleghi riusciranno a raggiungere un livello di qualità sempre più elevato”. Ma per puntare ancora più alto, cercando di diventare attrattivi, bisogna ‘stare sul mercato’: “In un contesto dove è difficile reclutare, è difficile convincere i giovani a rimanere, perché non si possono offrire loro prospettive ragionevoli, bisogna cercare di rimanere sempre su un livello di qualità accettabile e seguire le tendenze del mondo della ricerca, entrare nei progetti europei, sviluppare strategie di comunicazione con le aziende ed essere attenti a tutte le possibilità
che ci vengono offerte da Stato o Regione. Il sistema della ricerca è estremamente competitivo e lo diventa sempre più. Noi ce la mettiamo tutta e i colleghi sono ben attrezzati per affrontare le sfide dei prossimi anni. Inoltre siamo forti del supporto dell’Ateneo, che negli ultimi anni ha emanato bandi per la ricerca con fondi propri per supportare le attività”.
Valentina Orellana