Una virata verso la sostenibilità e il consumo critico, quella iniziata un paio di anni fa da L’Orientale e che oggi inizia a mostrare i suoi primi risvolti pratici. “Non si tratta di un progetto, non è un’attività temporanea. Dobbiamo essere attori di educazione, di cambiamento, e quindi di sviluppo consapevole. Non possiamo fare il tifo per Greta Thunberg il venerdì, ma passare il resto della settimana a non essere responsabili. E l’adesione dell’università alla #Olavirtuale, iniziativa accolta con entusiasmo da moltissime altre realtà accademiche nazionali, fa parte di questo cambiamento, ne è in qualche modo la risposta naturale”, spiega la prof.ssa Alessandra De Chiara, docente di Etica e Mercato e di Economia e Gestione delle Imprese Internazionali, referente delle iniziative green dell’Ateneo. L’Orientale, come molte altre università in Italia, fa parte della RUS – Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile, un network che vuole mettere a confronto proposte, punti di vista e suggerimenti sulla tematica della sostenibilità. E l’iniziativa #Olavirtuale si inserisce in questo contesto di rinnovamento delle coscienze, coinvolgendo le università che aderiscono in impegni da realizzare praticamente. L’Orientale lavora su mobilità, rifiuti, cibo ed educazione. Lo scorso anno è nata “UNIOR moveAPP – illustra la prof.ssa De Chiara – a seguito di una ricerca prima nazionale e poi specificamente locale sulla mobilità condivisa”. Si tratta di un’app di car pooling tra gli studenti, una rete di condivisione degli spostamenti con mezzi privati che entro la fine dell’anno verrà attivata e resa utilizzabile. Riguardo ai rifiuti: “avevamo optato per la raccolta differenziata ancor prima che il Comune la rendesse obbligatoria, è partita da una nostra scelta di gestione delle sedi. Ciò che è nuovo, invece, è la scelta di convertire l’Ateneo al plastic free, e quindi la scelta di eliminare bicchierini e palettine in plastica anche nei distributori automatici” che sono stati sostituiti da prodotti in materiali totalmente riciclabili. Inoltre, sono stati posizionati in ogni sede dei compattatori, così da velocizzare lo smaltimento dei rifiuti, “e verranno a breve montate le Casette dell’acqua, in modo da soppiantare le bottigliette in plastica con le borracce riutilizzabili, anche queste a breve disponibili per gli studenti”. La vera sfida, quella del cibo, nasce da una ricerca condotta analizzando le abitudini alimentari in Ateneo da tre prospettive – gli studenti, il personale tecnico-amministrativo, i docenti – al fine di proporre un nuovo piano alimentare per tutti, immaginato con dei distributori riforniti di alimenti più salutari per le pause, come yogurt, frutta fresca e secca, e alimenti specifici per chi soffre di celiachia o intolleranze. Si tratta di una serie di interventi di tipo sia gestionale che alimentare, che necessitano di tempi più lunghi e di spese più impegnative, ma con l’obiettivo finale di presentare agli studenti un ambiente rinnovato e migliorato, che possa spingerli a vivere meglio all’interno e fuori dalle sedi universitarie. Si sta lavorando, inoltre, sull’allestimento di spazi dedicati alla pausa pranzo, intervenendo sull’attuale necessità del dover ricavare un posto in ambienti destinati a studio e lezioni. Educazione: L’Orientale ha sempre avuto a cuore queste tematiche, anche sul piano accademico: “insegno Etica e Mercato dal 2012, in tempi non sospetti, quando ancora parlare di sostenibilità e inclusione non era nemmeno un trend. E come il mio corso, ce ne sono anche diversi altri che affrontano temi analoghi, dalla geografia al diritto, quindi rispondere alla proposta didattica di #Olavirtuale per noi non è stato un ‘in più’, ma uno stimolo a continuare quello che abbiamo fatto in questi anni, e ancora meglio”. Un obiettivo a breve termine: una più diffusa informazione su queste scelte, magari attraverso un link specifico a cui gli studenti possano far riferimento per rimanere aggiornati su sviluppi e nuove iniziative direttamente sulla home del sito, probabilmente sotto la denominazione ‘Sostenibilità’ che è entrata a pieno titolo a far parte della Terza Missione dell’Ateneo.
Agnese Salemi