Curiosità, passione, impegno, sacrificio: la ricetta con cui sono arrivate al 110 con lode Ylenia Vittozzi, Carmela Bozzacchiello e Floriana Guida, tre laureate Magistrali in Biologia che hanno concluso il loro percorso nell’ultima sessione di laurea, lo scorso 12 dicembre.
Ylenia ama la danza e vuole svelare l’ignoto perché, per lei, Biologia è capire quello che c’è dietro ciò che vediamo. Aver concluso gli studi le ha dato la carica: “Non mi sono mica fermata – dice – Al momento continuo a frequentare il CNR di via Pietro Castellino, il laboratorio che mi ha ospitato durante il mio lavoro di ricerca per la tesi. Mi sono occupata di microbiologia e fisiologia vegetale: la mia tesi trattava la simbiosi azoto fissativa che instaurano i batteri del terreno con le piante”. Il mondo della ricerca è entusiasmante: “Non vedevo l’ora di entrare in un vero laboratorio, volevo indossare il camice e sentirmi finalmente parte del mondo del lavoro. Infatti, ho cominciato la tesi quando ancora avevo degli esami da finire. Ma è stato stimolante e coinvolgente trascorrere le mie giornate tra provette ed esperimenti”. Un futuro nella ricerca quindi? “Sì. Vorrei rimanere in ambito accademico per fare ricerca. Intanto ho vinto una borsa Erasmus Traineeship. A marzo andrò in Danimarca, all’Università di Aarhus, una sede molto prestigiosa, dove seguirò un tirocinio di sei mesi. Se dovessi trovarmi bene potrei anche tentare un dottorato lì”. La carriera universitaria di Ylenia inizia con una promessa mantenuta: “Il mio percorso è inusuale perché ho frequentato un liceo linguistico. Studiando biologia a scuola ho cominciato a capire che tutto ciò che vediamo ad un livello macroscopico racchiude dei meccanismi che non conosciamo. Così ho scelto questo Corso, ma mi sono detta che se non avessi superato il primo esame mi sarei iscritta a Lingue. Invece ho passato Matematica senza troppi sforzi”. L’esame più difficile? “Biochimica. Ma anche Genetica Avanzata. Ma ho superato tutte le difficoltà grazie al supporto di un’amica. Abbiamo affrontato insieme ogni cosa vedendoci, sentendoci al telefono, videochiamandoci”. La rinuncia più pesante? “La danza. Ho studiato danza per 18 anni ed era la mia vita. Ma ad un certo punto ho ritenuto di dover dare la priorità allo studio. Quando una cosa la vuoi, dai il massimo e alla fine la ottieni”.
Moriremo tutti è il motto scaramantico di Carmela prima di ogni esame. E superata la laurea? “Meglio – scherza – Il fatto è che sono una persona ansiosa. Tendo a pensare sempre al peggio e, se le cose vanno bene, sono più felice”. Carmela ha concluso la sua esperienza di tesi alla Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli dove si è occupata dei batteri dei sedimenti marini: “A dire il vero, avrei preferito rimanere in università, nel laboratorio di Microbiologia che già conoscevo, con i miei docenti. A volte, in un ente esterno non si rendono conto che sei un’universitaria e hai anche gli esami da portare a termine. In più, conoscevo già i docenti e il laboratorio di Microbiologia del Dipartimento. La mia esperienza, però, è stata molto positiva”. Piani per il futuro: “Vorrei occuparmi di analisi alimentari. Per il momento sto concludendo gli esami del percorso FIT per l’insegnamento, per avere una strada in più. Ma a marzo partirò per la Danimarca con la mia collega Ylenia. Un’esperienza all’estero in curriculum è importante. Durante gli studi avevo presentato domanda per l’Erasmus, ma fui rifiutata poco prima della partenza e per me fu una grandissima delusione”. Come si combatte l’ansia? “Nel mio caso con le serie tv. Guardavo, ad esempio, Supernatural, New girl, How I met your mother… per me era fondamentale soprattutto sotto esame. Sarei impazzita a trascorrere l’intera giornata sui libri come la maggior parte dei miei colleghi”.
Ylenia ama la danza e vuole svelare l’ignoto perché, per lei, Biologia è capire quello che c’è dietro ciò che vediamo. Aver concluso gli studi le ha dato la carica: “Non mi sono mica fermata – dice – Al momento continuo a frequentare il CNR di via Pietro Castellino, il laboratorio che mi ha ospitato durante il mio lavoro di ricerca per la tesi. Mi sono occupata di microbiologia e fisiologia vegetale: la mia tesi trattava la simbiosi azoto fissativa che instaurano i batteri del terreno con le piante”. Il mondo della ricerca è entusiasmante: “Non vedevo l’ora di entrare in un vero laboratorio, volevo indossare il camice e sentirmi finalmente parte del mondo del lavoro. Infatti, ho cominciato la tesi quando ancora avevo degli esami da finire. Ma è stato stimolante e coinvolgente trascorrere le mie giornate tra provette ed esperimenti”. Un futuro nella ricerca quindi? “Sì. Vorrei rimanere in ambito accademico per fare ricerca. Intanto ho vinto una borsa Erasmus Traineeship. A marzo andrò in Danimarca, all’Università di Aarhus, una sede molto prestigiosa, dove seguirò un tirocinio di sei mesi. Se dovessi trovarmi bene potrei anche tentare un dottorato lì”. La carriera universitaria di Ylenia inizia con una promessa mantenuta: “Il mio percorso è inusuale perché ho frequentato un liceo linguistico. Studiando biologia a scuola ho cominciato a capire che tutto ciò che vediamo ad un livello macroscopico racchiude dei meccanismi che non conosciamo. Così ho scelto questo Corso, ma mi sono detta che se non avessi superato il primo esame mi sarei iscritta a Lingue. Invece ho passato Matematica senza troppi sforzi”. L’esame più difficile? “Biochimica. Ma anche Genetica Avanzata. Ma ho superato tutte le difficoltà grazie al supporto di un’amica. Abbiamo affrontato insieme ogni cosa vedendoci, sentendoci al telefono, videochiamandoci”. La rinuncia più pesante? “La danza. Ho studiato danza per 18 anni ed era la mia vita. Ma ad un certo punto ho ritenuto di dover dare la priorità allo studio. Quando una cosa la vuoi, dai il massimo e alla fine la ottieni”.
Moriremo tutti è il motto scaramantico di Carmela prima di ogni esame. E superata la laurea? “Meglio – scherza – Il fatto è che sono una persona ansiosa. Tendo a pensare sempre al peggio e, se le cose vanno bene, sono più felice”. Carmela ha concluso la sua esperienza di tesi alla Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli dove si è occupata dei batteri dei sedimenti marini: “A dire il vero, avrei preferito rimanere in università, nel laboratorio di Microbiologia che già conoscevo, con i miei docenti. A volte, in un ente esterno non si rendono conto che sei un’universitaria e hai anche gli esami da portare a termine. In più, conoscevo già i docenti e il laboratorio di Microbiologia del Dipartimento. La mia esperienza, però, è stata molto positiva”. Piani per il futuro: “Vorrei occuparmi di analisi alimentari. Per il momento sto concludendo gli esami del percorso FIT per l’insegnamento, per avere una strada in più. Ma a marzo partirò per la Danimarca con la mia collega Ylenia. Un’esperienza all’estero in curriculum è importante. Durante gli studi avevo presentato domanda per l’Erasmus, ma fui rifiutata poco prima della partenza e per me fu una grandissima delusione”. Come si combatte l’ansia? “Nel mio caso con le serie tv. Guardavo, ad esempio, Supernatural, New girl, How I met your mother… per me era fondamentale soprattutto sotto esame. Sarei impazzita a trascorrere l’intera giornata sui libri come la maggior parte dei miei colleghi”.
“Non studiare per il voto”
Un esame non superato al primo colpo? “Chimica organica. Avrei accettato qualunque voto mi avesse dato il professore. Ma parliamo del primo anno ed ero ancora un po’ inesperta. Le sbobinature sono state fondamentali nei miei studi: ero molto accurata e inserivo riassunti, immagini. Questo perché non riesco a mantenere un’attenzione alta e costante a lungo. Dopo un’ora e mezza non seguivo più bene e non potevo permettermi di perdere neanche una virgola della lezione perché spesso il docente diceva che un argomento non sarebbe stato materia d’esame e poi puntualmente lo era”. Un consiglio ai colleghi più giovani che stanno per cominciare il secondo semestre: “Non andate in ansia – e sorride – Ma non prendete le cose troppo alla leggera. Negli studi bisogna trovare la giusta misura”.
Non abbattersi alla prima difficoltà è una buona abitudine di Floriana: “Particolari difficoltà nel mio percorso di studi non ne ho trovate. Ma ogni esame ha la sua difficoltà e va affrontato con la giusta preparazione. I sacrifici sono all’ordine del giorno: arrivo da Piano di Sorrento e ogni giorno impiego quattro ore tra andata e ritorno. L’importante è non perdere mai il ritmo”. Floriana è una ragazza altruista e, per il prossimo anno, sarà impegnata al Tigem di Pozzuoli: “Ho scelto Biologia, l’indirizzo molecolare e la tesi su un argomento di genetica perché mi piace approfondire l’essere umano. Vorrei poter contribuire alla scoperta di cure per malattie che ancora non ne hanno. Al Tigem si lavora molto bene. È un ambiente vivace con tanti professionisti, tanti studenti e la mia esperienza è stata enormemente formativa. Per la tesi mi sono occupata di una malattia genetica rara, la sindrome di Mednik”. La ricerca ha dato buoni risultati? “Abbiamo lavorato tanto, fatto esperimenti, discusso di approcci vari. Abbiamo anche ottenuto buoni risultati, scoprendo alcune cause delle alterazioni. Ma il lavoro continua e ci sarà anche una pubblicazione”. Per il futuro Floriana è ancora incerta: “Un dottorato, la ricerca. Sono indecisa se andare all’estero. Germania, Inghilterra, Svizzera…”. Un consiglio per la buona riuscita negli studi? “Non studiare per il voto. L’importante è assimilare il concetto non conquistare un numero. Con la pazienza, la buona volontà, un po’ di predisposizione e l’aiuto degli amici si supera tutto”.
Non abbattersi alla prima difficoltà è una buona abitudine di Floriana: “Particolari difficoltà nel mio percorso di studi non ne ho trovate. Ma ogni esame ha la sua difficoltà e va affrontato con la giusta preparazione. I sacrifici sono all’ordine del giorno: arrivo da Piano di Sorrento e ogni giorno impiego quattro ore tra andata e ritorno. L’importante è non perdere mai il ritmo”. Floriana è una ragazza altruista e, per il prossimo anno, sarà impegnata al Tigem di Pozzuoli: “Ho scelto Biologia, l’indirizzo molecolare e la tesi su un argomento di genetica perché mi piace approfondire l’essere umano. Vorrei poter contribuire alla scoperta di cure per malattie che ancora non ne hanno. Al Tigem si lavora molto bene. È un ambiente vivace con tanti professionisti, tanti studenti e la mia esperienza è stata enormemente formativa. Per la tesi mi sono occupata di una malattia genetica rara, la sindrome di Mednik”. La ricerca ha dato buoni risultati? “Abbiamo lavorato tanto, fatto esperimenti, discusso di approcci vari. Abbiamo anche ottenuto buoni risultati, scoprendo alcune cause delle alterazioni. Ma il lavoro continua e ci sarà anche una pubblicazione”. Per il futuro Floriana è ancora incerta: “Un dottorato, la ricerca. Sono indecisa se andare all’estero. Germania, Inghilterra, Svizzera…”. Un consiglio per la buona riuscita negli studi? “Non studiare per il voto. L’importante è assimilare il concetto non conquistare un numero. Con la pazienza, la buona volontà, un po’ di predisposizione e l’aiuto degli amici si supera tutto”.
Carol Simeoli